La politica della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol odia le donne?
Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dal parere negativo che la maggioranza Lega-SVP-Patt ha dato ad una proposta di ordine del giorno (che era poi la conversione di una mozione presentata a maggio e che in commissione avevamo chiesto all’assessora di competenza che fosse valutata in vista della discussione in Aula) presentata da me e dal collega Diego Nicolini durante l’ultimo Consiglio regionale.
Chiedevamo 2 cose: sostegno nel pagamento dei contributi previdenziali per le donne vittime di violenza e introdurre misure per ridurre le ingiustificabili differenze fra le pensioni di uomini e donne. Come fare a dire di no? I nostri governanti ci sono riusciti, adducendo motivazioni tecniche assai dubbie che nascondono il loro profondo disinteresse (per non dire aperta ostilità) sulla questione del #genderpaygap.
La verità è che in quasi 3 anni di Consiglio regionale le uniche cose sulle quali la maggioranza si è davvero data da fare sono state aumentarsi gli stipendi e distruggere quel che resta del Consiglio regionale stesso. Il resto, compreso mettere mano alle ingiustizie più macroscopiche, non tange minimamente questa classe politica autoreferenziale, interessata solo ai propri privilegi e a perpetuare se stessa!
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Segue il testo della proposta di Ordine del giorno n.2 collegata al disegno di legge n.43/XVI “Modifiche alla Legge Regionale 18 febbraio 2005, n.1 e successive modificazioni (Pacchetto famiglia e Previdenza sociale):



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