Dalla maggioranza regionale bullismo politico per non istituire l’Osservatorio sulla criminalità organizzata!

Lotta alle mafie? I politici che comandano sulle Province di Trento e Bolzano preferiscono non praticarla e nel loro intento abusano del loro potere. La conferma è arrivata oggi in prima commissione regionale, allorquando Svp-Lega-Patt hanno imposto l’ennesimo rinvio dell’esame del disegno di legge per l’istituzione di un Osservatorio (Ddl 26) nel chiarissimo intento di farlo morire con la scadenza della consiliatura. Il tutto, come detto, è stato condito da atteggiamenti arroganti e quasi bullistici da parte dei membri della maggioranza, a testimonianza del rapporto “difficile” che molti di loro intrattengono con le più elementari regole democratiche, cosa che ha convinto i membri delle opposizioni ad abbandonare l’aula in massa per protesta.

I dettagli aiutano a capire come la maggioranza regionale stia abusando del suo potere pur di non impegnarsi apertamente nel contrasto alla criminalità organizzata. La settimana scorsa, a 7 mesi di distanza dall’ultima seduta, la commissione era stata finalmente riconvocata. Nella seduta di giugno la maggioranza impose la sospensione dell’iter del disegno di legge sull’istituzione dell’osservatorio e lo fece agendo esplicitamente contro la volontà del proponente, ovvero del sottoscritto. La ragione? Fantomatici “approfondimenti” dei quali però non si è mai avuto riscontro alcuno (ne è stata chiesta notizia anche oggi: per tutta risposta chi ha richiesto ulteriore tempo per approfondire ha fatto scena muta… non vedono, non sentono e non parlano?). Tornando in commissione ci si attendeva di ripartire da dove si erano interrotti i lavori. Invece no. Nell’ordine del giorno della seduta programmata per il 26 gennaio non compariva la trattazione del disegno di legge sull’Osservatorio criminalità, che risultava invece inserito nell’elenco dei disegni di legge sospesi. Ovviamente avevo protestato presentando una nota formale al presidente Noggler, ricevendo rassicurazioni che il disegno di legge sarebbe stato trattato comunque oggi, ma questo impegno è stato disatteso e la maggioranza ha preteso di tirare dritto, sebbene avessero agito contro la mia volontà anche in occasione della sospensione di giugno. Le regole democratiche di base però sono chiare: non si può imporre la sospensione della trattazione di un disegno di legge contro la volontà del proponente. Si può votare contro, naturalmente, ma non sospendere la trattazione di un disegno di legge senza che chi lo propone sia d’accordo. Facendo quello che ha fatto oggi la maggioranza regionale ha commesso un vero e proprio atto di bullismo politico, piegando le regole alla propria convenienza e facendo un ulteriore favore alle mafie che operano in Trentino-Alto Adige/Südtirol.

In tal modo si è palesato nuovamente l’intento dilatorio della maggioranza, la quale, pur di perpetrarlo ha imposto a forza la sospensione della trattazione del disegno di legge, calpestando le più elementari regole democratiche e comprimendo all’inverosimile il diritto all’iniziativa legislativa dei consiglieri. Se nel corso del 2022, per giustificare il rinvio della trattazione avevano trovato degli escamotage e degli artifici tecnici, in quest’ultima fase la maschera è caduta e, pur di arrivare a fine consiliatura senza approvare leggi di contrasto alla criminalità organizzata, sono passati al bullismo, agendo fra l’altro con arroganza inaudita.

Da parte nostra non ci stupiamo più di questo modo di agire da autarchi di provincia. Vogliamo ringraziare i consiglieri di minoranza componenti della commissione (Foppa, Rieder, Galateo, Repetto, Mair) che hanno partecipato al surreale dibattito odierno e che si sono espressi in maniera forte e coesa per stigmatizzare il comportamento indegno della maggioranza, ritenendolo inaccettabile sotto ogni profilo. A fronte della ferma contrarietà di reinserire la trattazione del disegno di legge all’ordine del giorno della seduta odierna e dopo vari tentativi di avere riscontri e delucidazioni non abbiamo avuto alternativa se non quella di lasciare il lavori di commissione in segno di protesta per simili atteggiamenti. 

I fatti e la cronaca dicono che la criminalità in Trentino-Alto Adige opera trovando porte spalancate. Una delle principali responsabilità nell’aver creato questo humus favorevole ai criminali ce l’hanno indubbiamente i vertici della nostra autonomia che si sottraggono al confronto democratico ed utilizzano atteggiamenti autoritari per impedire di fatto la trattazione di una proposta legislativa che punta a mettere a disposizione dei cittadini trentini e altoatesini uno strumento capace di far luce e tenere alta l’attenzione sulle attività delle mafie in Regione, uno strumento che, fra l’altro, è già presente in quasi tutte le altre Regioni d’Italia.

Alex Marini & Diego Nicolini

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