Attività motoria e benessere della popolazione: approvata proposta per un’indagine sugli stili di vita che consentono di ridurre il ricorso alle cure sanitarie. Bocciata proposta per censire gli impianti sportivi e le potenziali palestre della salute sul territorio trentino.

Nel corso dell’ultimo Consiglio provinciale è stato discusso il disegno di legge 118/XVI, pensato per promuovere l’attività fisica e l’esercizio fisico. In tale ambito il M5S ha presentato 2 proposte di ordine del giorno. Una è stata approvata mentre l’altra è stata invece bocciata dalla giunta.

Per quanto riguarda il provvedimento approvato dal Consiglio provinciale (1/118/XVI, “Promuovere un’indagine per individuare gli stili di vita collegati all’attività motoria e sportiva che consentono di ridurre l’incidenza di patologie e quindi la conseguente spesa sanitaria”), la nostra proposta chiedeva di disporre un’indagine epidemiologica volta a individuare i fattori collegati all’attività motoria e sportiva, possibili da svolgere in Trentino e capaci di incidere positivamente sulla vita delle persone. Verificare come la presenza di palestre, corsi di ginnastica, attività in ambiente acquatico, attività all’aria aperta e sport sia capace di ridurre le malattie migliorando la salute dei cittadini è ovviamente importante per calibrare gli interventi di promozione di stili di vita positivi, ma al tempo stesso, se si migliorano le condizioni di salute delle persone, si riduce anche la loro necessità di accedere ai servizi sanitari provinciali, riducendo la relativa spesa pubblica. Se si parla di popolazione anziana, che per ovvi motivi è quella mediamente più bisognosa di cure, la promozione delle cosiddette palestre della salute può dare ottimi risultati in termini di miglioramento delle condizioni e della speranza di vita dei cittadini. Va detto che le palestre della salute per funzionare vanno sostenute. In Veneto ad esempio sono state istituite, ma dal momento che non c’è nessun incentivo a frequentarle, nel momento in cui un medico prescrive attività al loro interno molti cittadini non hanno le risorse per potervi accedere e quindi il loro impatto risulta limitato. Anche in questo senso l’indagine epidemiologica potrà rivelarsi utile, verificando quanto la povertà incida sulla capacità dei cittadini di far fronte alle malattie.

Con la seconda proposta di ordine del giorno (2/118/XVIMonitoraggio delle palestre pubbliche e private idonee a contribuire alla diffusione dell’attività motoria per la cui pratica non serve il certificato medico”) chiedevamo invece di dare attuazione all’articolo 35 della normativa provinciale sullo sport, la quale prevede di censire periodicamente gli impianti sportivi presenti in Trentino (una cosa che l’attuale giunta non sembra molto propensa a fare…). In sostanza volevamo solo che nel censimento venissero incluse anche le palestre della salute certificate e gli impianti sportivi utilizzabili anche in qualità di palestre della salute. In questo modo ci sarebbero stati potenziali vantaggi per la finanza pubblica perché sapendo dove sono e cosa permettono di fare gli impianti sportivi trentini si possono allocare in maniera molto più efficiente le risorse, soddisfacendo al meglio le esigenze della popolazione e realizzando efficientemente le politiche in ambito socio-sanitario. Insomma, la legge già dice che bisogna censire gli impianti sportivi trentini, cosa costava aggiungere le palestre della salute e gli impianti che possono fungere come tali? Praticamente niente, ma per motivi che appaiono francamente incomprensibili la giunta ha deciso di dare parere negativo alla proposta. Si vede proprio che sono allergici ai controlli!

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Video dell’intervento di illustrazione e testo integrale della proposta di ordine del giorno n. 1/118/XVI del 12 gennaio 2023 “Promuovere un’indagine per individuare gli stili di vita collegati all’attività motoria e sportiva che consentono di ridurre l’incidenza di patologie e quindi la conseguente spesa sanitaria” collegata al disegno di legge n. 118/XVI “Modificazioni della legge provinciale sulla tutela della salute 2010 e della legge provinciale sulla sport 2016: promozione dell’attività fisica e dell’esercizio fisico” – Approvata l’8 marzo 2023 (convertita nell’ordine del giorno 630/XVI)

Il Ministero della Salute, nelle Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione pubblicate nell’aprile del 2021, rilevava che secondo i dati del 2019 del sistema di sorveglianza “Okkio alla salute” il 20,3% dei bambini non aveva svolto attività fisica il giorno precedente l’indagine, il 18% praticava sport per non più di un’ora a settimana, il 43,5% aveva la TV nella propria camera, solo 1 bambino su 4 si recava a scuola a piedi o in bicicletta. La quota di bambini che trascorreva più di 2 ore al giorno davanti a TV/videogiochi/tablet/cellulare risultava in sensibile aumento rispetto agli anni precedenti (44,5%);

per quanto riguarda i ragazzi in età scolare, un’indagine condotta tra i ragazzi di 11, 13 e 15 anni, ha rilevato che, rispetto alla rilevazione condotta nel 2014, l’attività fisica (un’ora di attività almeno tre giorni a settimana) era in aumento in tutte le fasce di età, più nei ragazzi che nelle ragazze e più negli 11enni  (59,20%  contro il 57,31% del 2014). Tuttavia solo un adolescente su 10 praticava almeno un’ora al giorno di attività fisica tutti i giorni e tendenzialmente i maschi erano più attivi delle femmine: 15% vs 9% degli 11enni, 13% vs 6% dei 13enni e 8% vs 5% dei 15enni. Durante il tempo libero nei giorni di scuola più di un quarto dei ragazzi trascorreva oltre due ore al giorno davanti a schermi (TV/video/DVD e altre forme di intrattenimento su schermo) e oltre 1 adolescente su 4 giocava al computer, alla console, sul tablet, sullo smartphone o altri device, con valori in aumento dopo gli 11 anni;

relativamente agli adulti, i dati del sistema di sorveglianza PASSI relativi al triennio 2016-19 mostravano che il 31,1% degli intervistati di 18-69 anni poteva essere classificato come attivo (cioè effettuava un lavoro pesante oppure 30 minuti di attività moderata per almeno 5 giorni alla settimana oppure attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni), il 33.8% come parzialmente attivo (non svolgeva un lavoro pesante ma faceva qualche attività fisica nel tempo libero, senza però raggiungere i livelli raccomandati) e il 35% come sedentario (non faceva un lavoro pesante e non praticava attività fisica nel tempo libero). La proporzione di adulti sedentari aumentava con l’età, era maggiore fra le donne, fra i più svantaggiati economicamente, fra i meno istruiti. I valori erano più elevati al Sud, dove la quota di sedentari in alcuni casi superava abbondantemente il 50% della popolazione (Basilicata, Campania);

il sistema di sorveglianza “PASSI d’argento” misura il livello di attività degli anziani oltre i 65 anni utilizzando uno strumento (il PASE – Physical Activity Scale for Elderly) che consente di “quantificare” i livelli di attività fisica considerando le attività comunemente svolte da persone di questa età (passeggiare, fare giardinaggio, curare l’orto, attività domestiche, prendersi cura di un’altra persona) oltre alle attività sportive o ricreative. I dati relativi alla raccolta 2016-2019 evidenziano che la quota di sedentari era del 40% (64% negli over85) e che le donne, le persone con livello di istruzione inferiore, economicamente in difficoltà e i residenti al Sud presentavano livelli di sedentarietà più alti (Attività fisica e salute – sito istituzionale del Ministero della Salute, aggiornato al 26 aprile del 2021); 

come specificato anche nella relazione illustrativa del disegno di legge 118/XVI, esiste la possibilità di creare delle “palestre della salute”, ovvero delle strutture, di natura non sanitaria, che oltre ad ospitare normali attività di palestra presentano appositi requisiti che le rendono idonee ad accogliere cittadini con patologie croniche non trasmissibili stabilizzate (cardiopatici, broncopneumopatici, diabetici, nefropatici…) nello svolgimento di programmi di esercizio fisico prescritti dal medico;

inoltre, nella relazione illustrativa del disegno di legge in questione viene evidenziato che gli effetti positivi dell’attività fisica si manifestano sul benessere della persona non solo nel breve, ma anche nel lungo periodo, sia limitando l’aggravamento delle patologie croniche, sia riducendo il rischio dell’insorgere di altre patologie. Con la creazione delle “palestre della salute” si conseguirebbe un duplice vantaggio, sia per la persona, dal punto di vista del benessere psico-fisico, sia per le casse dell’ente pubblico, in termini di prestazioni future che non dovrà fornire;

nel corso delle audizioni del disegno di legge n. 118/XVI, svoltesi nel maggio del 2022, Giorgio Pasetto, direttore del Centro di fisioterapia e riabilitazione Bernstein, ha portato l’esempio della Provincia di Verona, dove è in vigore una misura analoga a quella proposta dal disegno di legge. Tuttavia la Regione Veneto non ha messo a disposizione risorse finanziarie per la realizzazione delle palestre della salute e questo ha compromesso fortemente l’efficacia del progetto. Spesso infatti è lo stesso medico di medicina generale che non indirizza il paziente verso le palestre della salute e quando lo fa il paziente si trova dinanzi alla difficoltà di dover pagare il servizio. Secondo Pasetto sarebbe quindi opportuno introdurre un sistema di prezzi calmierati per facilitare l’accesso alle palestre della salute dal momento che i risultati sono positivi e ci sono stati casi di pazienti che hanno potuto positivamente sospendere la terapia prescritta dal medico di base. Inoltre il dott. Pasetto ha fatto presente che il progetto può incidere sulla riduzione della spesa sanitaria futura;

nella medesima occasione citata al precedente paragrafo, Luca Del Dot, consigliere dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della Provincia di Trento, ha giudicato interessante il disegno di legge, perché l’obiettivo del miglioramento della salute dei pazienti è ritenuto condivisibile dall’Ordine, che appoggia quindi il provvedimento (Audizioni favorevoli alle “palestre della salute” previste dal ddl di Zeni – Ufficio stampa del Consiglio provinciale, 31 maggio 2022);

alla luce di quanto sinora esposto, si ritiene sarebbe opportuno effettuare un’indagine per individuare la correlazione tra lo stile di vita condotto dalla popolazione trentina dal punto di vista dell’attività fisica e motoria e il conseguente svilupparsi di malattie e, alla luce dei risultati, favorire la diffusione di abitudini quotidiane e di attività che consentano, nel medio-lungo periodo, di ridurre il carico della spesa sanitaria sulle casse pubbliche; 

Tutto ciò premesso, il Consiglio impegna la Giunta

  1. a promuovere un’indagine epidemiologica per individuare i fattori relativi agli stili di vita ed in particolare quelli collegati all’attività motoria e sportiva che è possibile svolgere in Trentino, e che, se messi in pratica, consentono di ridurre l’incidenza di patologie e quindi la conseguente spesa sanitaria, individuando al contempo interventi di tipo organizzativo e finanziario volti a favorire la diffusione degli stili di vita che consentono di ridurre la domanda di prestazioni sul sistema sanitario provinciale;

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