In questi giorni il consigliere provinciale Alex Marini ha depositato un’interrogazione al Consiglio provinciale per chiedere siano resi pubblici e quindi consultabili i dati in possesso dei gestori di centraline e di sistemi di rilevamento automatico dell’inquinamento atmosferico, della qualità dell’aria e di altre forme di inquinamento (Interrogazione 4450/XVI).
«Il Decreto Clima – spiega il consigliere pentastellato – che si applica anche alle Province autonome di Trento e Bolzano, prevede che i dati ambientali siano resi pubblici entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto stesso, e cioè dal 15 aprile 2020. Parliamo di dati rilevantissimi come quelli sulla qualità dell’aria ma anche di quelli sull’acqua. A noi pare che se questi dati sono stati condivisi, ciò sia avvenuto poco e male e che serva invece garantire un’esposizione sistematica e critica in merito all’inquinamento dell’aria e dell’acqua del Trentino, in modo da poter adeguatamente informare i cittadini e prendere provvedimenti adeguati per ridurre e potenzialmente eliminare le ragioni alla base di tali criticità. Nell’interrogazione abbiamo chiesto inoltre di rendere pubblica la relazione conclusiva dello studio effettuato dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento sulla base del quale la Provincia ha predisposto la riforma complessiva dei canoni delle utenze di acqua pubblica. Come M5S chiediamo la massima trasparenza sui dati e sulle informazioni ambientali poiché la pubblicazione non è una gentile concessione dei gestori di servizi pubblici o dei soggetti inquinatori bensì un obbligo da rispettare».
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Segue il testo integrale dell’interrogazione 4450/XVI “Pubblicazione dei dati ambientali” del 01 aprile 2023
Con la delibera n° 239 del 17/2/2023 avente ad oggetto “Riforma dei canoni per le utenze di acqua pubblica in applicazione del principio del recupero dei costi ambientali, ex art. 9 della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE – Applicazione della componente ambientale al canone demaniale.”, la giunta provinciale ha stabilito che sarà applicata la componente ambientale al canone demaniale di concessione dell’acqua. Tale provvedimento è stato adottato sulla base di quanto previsto dalla Direttiva Quadro Acque (DQA), che esplicita i principi europei del recupero dei costi dei servizi idrici, compresi i costi ambientali e relativi alle risorse, secondo il principio «chi inquina paga» (vedasi art. 9 “Recupero dei costi relativi ai servizi idrici”). Sulla base di questa decisione, a partire dall’anno 2023, le maggiori entrate per la Provincia di Trento sono state stimate in circa 388.000 € all’anno; (Acqua pubblica: canoni riformati con l’applicazione della componente ambientale al canone demaniale – Comunicato 416, Provincia autonoma di Trento);
la riforma dei canoni delle utenze di acqua pubblica di cui sopra è stata predisposta con il supporto scientifico del Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento. Secondo questo studio la riforma complessiva dei canoni si articola su un arco temporale di più anni e per la sua attuazione necessita di modifiche normative e informatiche al sistema gestionale delle concessioni;
posto che il decreto legislativo 19 agosto 2005 , n. 195 “Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale” già garantiva un potenziale diritto di accesso rafforzato alle informazioni ambientali, il Decreto Clima n.111 del 14 ottobre 2019, recante “Misure urgenti per il rispetto degli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria e proroga del termine di cui all’articolo 48, commi 11 e 13, del decreto legge 17 ottobre 2016, n. 189, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 dicembre 2016, n. 229” ha previsto nuovi obblighi di trasparenza per enti pubblici e concessionari di servizi pubblici, i quali devono rendere noti anche i dati ambientali risultanti da rilevazioni effettuate dai medesimi soggetti;
è da rilevare inoltre che l’art.8-bis (Clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome) del Decreto Clima prevede che le disposizioni in esso contenute sono applicabili nelle regioni a statuto speciale e nelle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione, anche con riferimento all’articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3;
in applicazione delle disposizioni del Decreto Clima in materia di pubblicità dei dati ambientali, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto (quindi, dal 15 aprile 2020), i gestori di centraline e di sistemi di rilevamento automatico dell’inquinamento atmosferico, della qualità dell’aria e di altre forme di inquinamento ed i gestori del servizio idrico, devono pubblicare via web le informazioni sul funzionamento del dispositivo, sui rilevamenti effettuati e tutti i dati acquisiti. Tutti questi dati sono acquisiti, con modalità telematica, dall’ISPRA che provvede, sulla base di una specifica convenzione, a renderli fruibili su un’apposita sezione del sito istituzionale del Ministero dell’ambiente (“Informambiente”). (La pubblicità dei dati ambientali: i nuovi obblighi per enti pubblici e concessionari di servizi – Teknoring, 28 settembre 2020);
tutto ciò premesso, si interroga il presidente della giunta provinciale per sapere
- se, ai sensi della normativa di settore citata nelle premesse, non ritenga di pubblicare la relazione conclusiva dello studio effettuato dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università degli Studi di Trento sulla base del quale la Provincia ha predisposto la riforma complessiva dei canoni delle utenze di acqua pubblica;
- la sintesi delle misure e dei provvedimenti adottati dall’amministrazione provinciale a partire dall’entrata in vigore del decreto clima ad oggi al fine di assicurare la pubblicazione dei dati ambientali da parte dei gestori di centraline e di sistemi di rilevamento automatico dell’inquinamento atmosferico, della qualità dell’aria e di altre forme di inquinamento e dei gestori del servizio idrico e di assicurare l’accesso agli stessi da parte della cittadinanza e di tutti i soggetti interessati;
- quali siano le iniziative concordate con ISPRA al fine di coordinare ed uniformare la modalità di gestione e pubblicazione dei dati ambientali;
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