Partecipazione popolare nell’Euregio. Relazione comparativa sugli istituti di partecipazione dei Consigli provinciali di Trento e di Bolzano e della Dieta del Tirolo 

Con la mozione approvata nell’ottobre del 2021 ad Alpach avevamo impegnato le assemblee legislative della Provincia autonoma di Bolzano, del Land Tirolo e della Provincia autonoma di Trento ad impegnarsi a cooperare a livello interistituzionale per favorire una puntuale disciplina degli istituti di partecipazione popolare al fine di assicurare l’effettivo riconoscimento dei diritti sanciti nell’articolo 21 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e nell’articolo 25 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, prevedendo una relazione periodica da presentare entro la convocazione della seduta del Dreier Landtag.

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Autenticatori delle sottoscrizioni per i referendum comunali. Il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige non si adegua alle richieste del Comitato dei Diritti Umani dell’ONU

Il 17 luglio 2015, Mario Staderini e Michele De Lucia presentavano ricorso al Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite. Nell’atto si lamentava l’indebita restrizione, l’arbitrarietà e l’irragionevolezza delle leggi e delle procedure che disciplinano lo svolgimento dei referendum in Italia. I due sostenevano che il diritto costituzionalmente garantito di richiedere un referendum venisse assicurato solo da un punto di vista meramente formale, poiché nella pratica vi erano troppi ostacoli che rendevano tale diritto non effettivo e di conseguenza impraticabile. Tra gli ostacoli messi in evidenza c’era anche la difficoltà nel reperire soggetti disponibili all’autenticazione delle firme raccolte a sostegno delle richieste referendarie.

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Procedure elettorali. Alcune proposte per migliorare la nostra Democrazia

“La democrazia non esiste” scriveva il professore di logica Piergiorgio Odifreddi nel 2018 in una pubblicazione in cui analizzava la caduta libera della partecipazione al voto e gli effetti sul processo democratico in una situazione di forte astensionismo. La tesi di Odifreddi, peraltro avvalorata dal voto del 25 settembre scorso, era che con le leggi maggioritarie una minoranza dei votanti può ottenere la maggioranza dei seggi e instaurare la dittatura di una minoranza: cioè una dittatura in termini tecnici perché una parte minoritaria della popolazione si prende tutto il potere.

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Referendum ed elezioni. Chiediamo al Governo di tener conto dei voti del Consiglio regionale in fatto di istituti di partecipazione

In questi giorni il Parlamento sta discutendo il decreto legge DL 41/2022: “Disposizioni urgenti per lo svolgimento contestuale delle elezioni amministrative e dei referendum previsti dall’articolo 75 della Costituzione da tenersi nell’anno 2022, nonché per l’applicazione di modalità operative, precauzionali e di sicurezza ai fini della raccolta del voto”

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Referendum provinciali e democrazia azzoppata. In Provincia di Trento il voto referendario è figlio di un dio minore

Una delle differenze principali tra le democrazie e i regimi autoritari riguarda il modo con cui si tiene conto del voto popolare. Nelle prime, ai sensi dei trattati internazionali e delle Costituzioni nazionali, si vota liberamente per prendere decisioni che riguardano i cittadini oppure per scegliere i rappresentanti eletti. Nei regimi autoritari invece il voto, laddove consentito, è viziato da procedure che impediscono la libera espressione delle preferenze da parte dei cittadini e dalla mancanza di sistemi di controllo sul corretto svolgimento delle operazioni stesse, lasciando quindi campo aperto alla possibilità di brogli o manipolazioni.

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La politica trentina è contro i diritti politici dei cittadini

L’articolo 21 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani prevede che “ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti”. Si afferma inoltre che la volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo e che la stessa si esprime attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione. Sono principi vincolanti, confermati dall’articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato dall’Italia nel 1966 ed entrato in vigore nel 1976. Purtroppo le leggi provinciali trentine su referendum, elezione del presidente e dei membri del Consiglio provinciale non sono adeguate al rispetto di tali capisaldi democratici e, a parte il M5S, i partiti non hanno alcuna intenzione di cambiare le cose.

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Il Dreier Landtag approva una mozione del M5S per potenziare la partecipazione popolare e combattere l’astensionismo

Approvata nel corso dei lavori odierni del Dreier Landtag una mozione a prima firma dei Consiglieri provinciali Marini e Nicolini che impegna le Diete di Trento (Trentino), Bolzano (Alto Adige / Südtirol) e Innsbruck (Tirolo) a cooperare a livello interistituzionale per favorire e potenziare la disciplina degli istituti di partecipazione popolare. Entro la prossima seduta del Dreier Landtag, che si svolgerà nel 2023 in Trentino, dovrà essere approvata una relazione per verificare l’effettiva tutela del diritto di partecipare da parte dei cittadini dell’Euregio e per acquisire tutte le informazioni per disciplinare in maniera puntuale e trasparente gli istituti di partecipazione popolare.

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Distretto Biologico Trentino: PRIMA il refendum POI la Legge!

Come avevo anticipato al comitato per il referendum sul distretto biologico trentino, alla capigruppo del 22 giugno scorso in Consiglio provinciale ho chiesto che il Disegno di Legge avanzato dall’assessora Zanotelli sul medesimo tema venga discusso dopo la consultazione popolare prevista per il prossimo settembre. Parliamo di un evento che avrebbe potuto e dovuto essere svolto in concomitanza alle comunali di quasi un anno fa ma che la maggioranza ha sistematicamente rinviato a maggior costo per le casse pubbliche, con l’evidente scopo di rendere superflua l’espressione dei cittadini. 

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Il Consiglio Regionale del Trentino Alto Adige / Südtirol chiede a Governo e Parlamento di rimuovere gli ostacoli alla convocazione dei referendum

Il 21 aprile 2021 il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige / Südtirol ha approvato a larga maggioranza (49 favorevoli, 4 contrari e 6 astenuti) la proposta di voto n.7 con cui si chiede a Governo e Parlamento di impegnarsi ad adeguare gli strumenti per garantire l’esercizio del diritto a promuovere referendum e iniziative popolari senza irragionevoli restrizioni. L’intervento legislativo si è reso necessario per evitare il ripetersi delle violazioni all’articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, il quale, riprendendo i principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, prevede che ogni cittadino abbia il diritto, e la possibilità, senza alcuna discriminazione (come recita l’Art. 2 del patto sia essa discriminazione di “razza, colore, sesso, religione, opinione politica o qualsiasi altra opinione, origine nazionale o sociale, condizione economica, nascita o qualsiasi altra condizione”) e senza restrizioni irragionevoli, di partecipare alla direzione degli affari pubblici, personalmente o attraverso rappresentanti liberamente scelti.

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Basta gabelle e complicazioni burocratiche che servono solo a complicare la vita a chi vuole esercitare il proprio diritto a candidarsi alle elezioni!

Nei giorni scorsi il Consiglio regionale ha approvato una proposta di voto del M5S con la quale si chiede a Governo e Parlamento di eliminare totalmente le marche da bollo richieste per ottenere il certificato del casellario giudiziale e di approntare procedure e convenzioni adeguate a rendere possibile l’ottenimento dei certificati per via informatica.

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