Le prime luci sulla rotatoria incompiuta di Ponte Caffaro

Come si apprende dal giornale L’Adige forse l’oscurità calata sulla vicenda del doppio ponte sul Caffaro inizia a diradarsi.

A quanto pare la Corte dei Conti avrebbe aperto un fascicolo su quest’opera che da sempre ci lascia perplessi e non solo per non essere mai stata aperta…

Ce ne eravamo occupati nel mese di dicembre in un’interrogazione specifica (versione integrale di seguito) che però è ancora senza risposta. Mi auguro che la provincia stia procedendo con i necessari approfondimenti, vedremo quale sarà l’esito.

Interrogazione 125/XVI – Realizzazione di ponte sul torrente Caffaro

Al chilometro 55,8 della strada provinciale 237 del Caffaro in prossimità del confine tra le province di Trento e Brescia è stata completata nell’anno 2017 la costruzione di un secondo ponte sul torrente Caffaro, affiancato a quello attuale (datato 1906) a tutt’oggi utilizzato per garantire l’intera mole degli accessi fra Trentino e Lombardia in quel punto;

a quanto risulta i 2 ponti oggi in essere dovrebbero essere utilizzati entrambi a senso unico di marcia al fine di realizzare una sorta di circolazione in rotatoria;

tale opera è stata finanziata con delibera del 24.05.2012 del comitato paritetico per la gestione dell’intesa del Fondo Comuni Confinanti emanata ai sensi dell’articolo 2, commi 117 e 117-bis, della legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (legge finanziaria per il 2010), per un ammontare di circa 3,8 milioni di euro;

l’opera, commissionata dal comune di Bagolino (Bs), non è però finora mai entrata in funzione;

con l’interrogazione 4-18687 presentata alla Camera dei Deputati il 30.11.2017 si riassumeva l’iter amministrativo che ha portato all’approvazione del finanziamento e del progetto e alla realizzazione dell’opera. Nell’interrogazione si chiedeva al Governo di quali elementi disponesse circa la conformità della rotatoria, con riferimento alle traiettorie progettate, autorizzate e dunque realizzate per permettere le manovre di svolta dei mezzi pesanti, nonché in merito al rispetto delle norme tecniche delle costruzioni e delle relative circolari esplicative, con particolare riferimento al franco idraulico e all’eventuale piena del fiume Caffaro. All’interrogazione non è mai stata data alcuna risposta;

con l’interrogazione 4-18773 presentata alla Camera dei Deputati il 12.12.2017, in ragione delle dichiarazioni di alcuni amministratori locali che prefiguravano la costruzione di un terzo ponte, si chiedeva al Governo quali iniziative di competenza intendesse assumere per assicurare la conservazione del vecchio ponte e verificare l’effettiva necessità di realizzazione di una nuova opera. All’interrogazione non è mai stata data alcuna risposta;

in data 20.02.2018 l’assessore competente della Provincia autonoma di Trento rispondeva all’interrogazione provinciale 5430/XV del 30.11.2018 con le seguenti parole: “Con riferimento all’interrogazione in oggetto, si comunica che la stessa, è riferita ad un’opera per la quale le strutture dello scrivente Assessorato non hanno curato né il finanziamento né il progetto. Si fa inoltre presente, che alle strutture competenti non sono pervenute segnalazioni di criticità o anomalie da parte del Comune di Storo, relativamente alle caratteristiche costruttive e/o alla funzionalità dell’opera in oggetto”;

a partire dal completamento dei lavori di costruzione l’opera è stata oggetto dello scherno della popolazione locale per il pressapochismo e la superficialità con cui sono state gestite le fasi di progettazione e realizzazione dei lavori e soprattutto per l’esito finale. La rotatoria, infatti, risulta fortemente asimmetrica e con raggi planimetrici molto ridotti (6,5 metri), i quali sono di gran lunga inferiori a quelli minimi riportati nella relazione tecnico descrittiva del progetto esecutivo (10 E R 110 5), dove si dichiarava che il valore minimo dei raggi planimetrici non doveva essere inferiore a 12,50 metri. Per arrivare a una simile conclusione, peraltro, non serve essere dotati di conoscenze ingegneristiche avanzate. Basta infatti gettare lo sguardo sull’opera per rendersi conto che qualcosa non quadra. E questo è avvenuto, con la conseguenza di dare l’impressione alla gran parte dei cittadini che si tratti di un’opera concepita male e realizzata peggio;

di conseguenza sul web, sui social network e nei locali della valle del Chiese e della valle Sabbia si sprecano ormai le barzellette, le vignette e i video sulla vicenda. Tali manifestazioni di scherno spopolano ormai, suscitando ilarità diffusa ma anche sdegno per quello che appare come un immane sperpero di denaro pubblico a fronte di un’opera ancora incompiuta, inutilizzata e, per la gran parte dei cittadini, priva di senso. A titolo esemplificativo si segnala il video caricato come prova documentale al seguente link: https://youtu.be/0v9x_dwEp7c

l’indignazione popolare nei confronti dei rappresentanti e dei funzionari delle PP.AA. che sono stati coinvolti nell’iter che ha condotto alla realizzazione dell’opera e al conseguente esborso di risorse pubbliche è aggravata dal fatto che nel medesimo periodo il contenimento della spesa nel settore sanitario e farmaceutico e nel settore previdenziale ha peggiorato le condizioni socio-economiche generali e la qualità di vita. Come verificato in maniera empirica dagli scriventi, a tale riguardo la cittadinanza non comprende come ai provvedimenti di spending review attuati a partire dal 2011 per intervenire sui disequilibri strutturali delle finanze pubbliche regionali e locali nei confronti di tutti gli enti territoriali sia stato possibile accompagnare una serie di decisioni che ha portato alla costruzione di una simile opera. Agli occhi dei cittadini e degli scriventi consiglieri provinciali, siffatta situazione sottolinea una volta di più la scarsa capacità dell’ente pubblico di tenere in conto i bisogni reali della popolazione allocando le risorse disponibili in maniera razionale ed ha per corollario una drastica diminuzione della fiducia espressa dalla cittadinanza verso le Istituzioni.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

se sia a conoscenza dei fatti illustrati nelle premesse e se, per quanto di competenza, intenda avviare delle verifiche sull’iter amministrativo che ha portato alla costruzione dell’opera;

se, anche d’intesa con la Regione Lombardia, il Consiglio dei Ministri e le autorità deputate al controllo della spesa pubblica, non ritenga opportuno ridefinire i criteri per la destinazione delle risorse del Fondo Comuni Confinanti al fine di rafforzare il processo di analisi e valutazione preventiva della spesa delle amministrazioni periferiche che beneficiano di tali risorse

20190324_Esposto su corte dei conti

 

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