Inquinamento e Covid19: il M5S sollecita la Provincia a indagare e a estendere le verifiche sanitarie ai Comuni sull’asta dell’Adige

Come si sa la pianura Padana è una delle aree più inquinate d’Europa. Meno noto ma altrettanto preoccupante è il fatto che anche l’asta dell’Adige presenta parametri di inquinamento analoghi, specie per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2) principalmente generato dalle emissioni dei veicoli.

L’inquinamento atmosferico è una minaccia diretta alla salute delle persone e determina ogni anno milioni di morti umane a livello globale, mentre in Italia le stime sono nell’ordine di svariate decine di migliaia di decessi. Oggigiorno si profila però una seconda minaccia rappresentata dalla diffusione pandemica del virus SARS-CoV-2, che, come suggerito da numerose ricerche, pare essere facilitata proprio dal tasso di inquinamento atmosferico. Anche il Ministro dell’Ambiente Costa ha riconosciuto la possibilità di un simile legame affermando la volontà di verificarlo. In particolare il ministro ha dichiarato: «Abbiamo incaricato Ispra, Iss ed Enea perché facciano questo approfondimento. Oggi abbiamo un indice di correlazione alto, ma vogliamo andare a capire fino in fondo. Detto questo nel lockdown abbiamo notato un evidente abbassamento dell’inquinamento dell’aria, in particolare da biossido di azoto collegato all’uso di vetture, e su questo allora siamo al lavoro per migliorare la situazione. Approfittiamo di una vicenda tragica per non suscitarne un’altra».

Anche il M5S trentino si è posto il problema della correlazione fra inquinamento e diffusione del virus. A tal riguardo qualche settimana fa abbiamo presentato un’interrogazione per chiedere che la Provincia Autonoma di Trento si attivi tramite Appa per verificare se sussista un legame fra l’inquinamento, l’indebolimento delle difese immunitarie e la diffusione del Covid19. Col medesimo atto abbiamo anche sollecitato la Provincia a estendere l’indagine sulla salute dei trentini già svolta nei Comuni più colpiti dal virus che non risultano disposti lungo l’asta dell’Adige e quindi presentano tassi di inquinamento nettamente inferiori a quelli riscontrabili ad esempio a Trento o a Rovereto, ma certamente anche in un Comune come Avio dove negli anni scorsi dalla centralina dell’A22 furono rilevati superiori al limite di legge (il limite massimo stabilito dall’UE è di 40 microgrammi al metro cubo).

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Di seguito il testo integrale dell’interrogazione 1503/XVI del 22 maggio 2020

“Indagine volta a verificare la connessione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico, la diffusione del corona virus e le difese immunitarie”:

Con deliberazione della Giunta provinciale del 30 aprile 2020 n.570 è stato dato mandato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) di implementare un indagine epidemiologica come misura di sanità pubblica con le finalità di “implementare in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Centro geocartografico dell’Università di Trento, uno studio di popolazione per l’individuazione dei soggetti con presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2 e, in un sotto-campione di soggetti con sintomatologia, la diagnosi di positività per Covid-19 da tampone nasofaringeo con test molecolare. L’indagine è rivolta all’intera popolazione di alcuni Comuni della Provincia Autonoma di Trento. Lo scopo sarà quello di meglio comprendere le caratteristiche epidemiologiche e fornire fondamentali informazioni per lo sviluppo di strategie mirate alla sanità pubblica. Il coordinamento di tale progetto è affidato al Dipartimento di prevenzione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari. L’obiettivo generale del progetto è quello di valutare la diffusione dell’infezione da COVID-19 nei cinque Comuni della Provincia Autonoma di Trento con più alta prevalenza di infezioni da COVID-19, registrata al 31 marzo 2020. In particolare, l’indagine si propone di stimare la presenza di anticorpi anti SARS-CoV-2 nella popolazione di tutte le età, ad eccezione dei bambini sotto i 10 anni nell’intera area coinvolta, per Comune, per età e per sesso. Obiettivo secondario sarà testare, in un campione di popolazione, la concordanza dei risultati sierologici con quelli molecolari effettuati sui tamponi di pazienti con sintomi. Infine, la possibilità di effettuare un secondo prelievo a distanza di tempo permetterà di effettuare delle valutazioni relativamente alla cinetica degli anticorpi contro SARS-CoV-2. Tutto ciò al fine di poter prendere adeguate misure di sanità pubblica per contenere il contagio sia a livello delle comunità locali sotto indagine, sia per la tutela dei restanti cittadini della provincia di Trento”;

la citata indagine epidemiologica riguarderà la popolazione di età pari o superiore ad anni 10 dei Comuni di Borgo Chiese, Campitello di Fassa, Canazei, Pieve di Bono-Prezzo e Vermiglio. Il totale dei soggetti coinvolti nella ricerca sarà di 7.205 persone;

il potenziale rapporto esistente fra inquinamento atmosferico e mortalità da Covid-19 è molto dibattuto e la comunità scientifica che sta indagando sulla sua eventuale sussistenza. Se la dimostrazione di un nesso diretto risulta ancora da provare ci sono tuttavia ragionevoli certezze sul fatto che l’esposizione ad elevati tassi di ’inquinamento atmosferico accresca le chance di contrarre il Covid-19 in forma aggravata rispetto a quanto accadrebbe qualora l’organismo non venisse in contatto con agenti inquinanti, un concetto che del resto appare intuitivo. A tal proposito, in una recente intervista rilasciata al quotidiano britannico “The Guardian”, la dottoressa María Neira, direttrice della salute pubblica presso l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato:“Non abbiamo ancora prove che colleghino direttamente alla mortalità, ma sappiamo che se si è esposti all’inquinamento atmosferico aumentano le possibilità di essere colpiti più gravemente” (Is air pollution making the coronavirus pandemic even more deadly? – The Guardian, 04/05/2020, edizione online);

sul sito EpiCentro – strumento di lavoro coordinato scientificamente dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute (CNAPPS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e messo a disposizione degli operatori di sanità pubblica per migliorare l’accesso all’informazione epidemiologica, nell’ambito del servizio sanitario, tramite l’uso della rete internet – si riconosce la complessità del fenomeno e la necessità di approfondire il ruolo nella trasmissione e diffusione dell’infezione da SARS-CoV-2 in associazione ai livelli di inquinamento atmosferico e alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, e il suo ruolo di amplificazione dell’infezione. A tal riguardo, si ritiene necessario pianificare e realizzare studi caratterizzati da adeguati disegni e protocolli di indagine, e corredati da modelli di analisi che consentano di comprendere il ruolo giocato dalle molteplici variabili coinvolte nel fenomeno, effettuando anche un’analisi comparativa su scala più ampia quale quella europea e internazionale (Inquinamento atmosferico e diffusione del virus SARS-CoV-2 – sito: https://www.epicentro.iss.it/);

sul medesimo sito vengono segnalati alcuni contributi dai quali sono tratti elementi riportati e discussi sulla pagina menzionata nel paragrafo precedente:

  1. Inquinamento atmosferico e COVID-19”, pubblicato il 13 aprile 2020 dallo Steering Committee del progetto CCM RIAS sul sito scienzainrete.it;
  2. ”Informativa sulla relazione tra inquinamento atmosferico e diffusione del COVID-19”, pubblicato dalla Società Italiana di Aerosol (IAS) il 20 marzo 2020;
  3. Valutazione del possibile rapporto tra l’inquinamento atmosferico e la diffusione del SARS-CoV-2”, pubblicato il 17 aprile 2020 su Epidemiologia&Prevenzione;
  4. Le pubblicazioni scientifiche su COVID-19 tra urgenza e necessità” pubblicato il 28 aprile 2020 sul sito scienzainrete.it;

nella Provincia Autonoma di Trento l’attività di monitoraggio dell’aria e di pianificazione in materia di qualità dell’aria sono affidate all’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente (Appa), la quale di conseguenza provvede a rilevare i tassi di inquinamento atmosferico presenti sul territorio trentino;

considerato quanto sin qui illustrato l’interrogante ritiene opportuno che nell’indagine epidemiologica affidata dalla Giunta all’Apss venga coinvolta anche Appa, al fine di implementare la ricerca con rilievi afferenti al tasso di inquinamento atmosferico, in tal modo approfondendo come e in che misura tale fattore possa influire sulla mortalità da covid-19;

l’interrogante ritiene altresì opportuno che si valuti l’ipotesi di estendere l’indagine in corso o, in alternativa, di realizzare una seconda indagine epidemiologica dedicata ai Comuni trentini più densamente popolati disposti sull’asta dell’Adige, che come noto sono soggetti a maggiori livelli di inquinamento rispetto a quelli sui quali andrà ad indagare l’Apss nella ricerca affidatagli dalla Giunta provinciale;

tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere

  1. se intenda coinvolgere l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente nello svolgimento dell’indagine condotta dall’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari anche al fine di tentare di verificare la connessione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico, la diffusione del coronavirus e le difese immunitarie;
  2. se – contestualmente o successivamente all’indagine svolta nei Comuni di Borgo Chiese, Campitello di Fassa, Canazei, Pieve di Bono-Prezzo e Vermiglio e in collaborazione con  l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente e con Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute – intenda realizzarne un’altra analoga per i Comuni più densamente popolati e maggiormente esposti al rischio di inquinamento atmosferico, avendo cura di valutare il ruolo e la funzione del fattore ambientale sulle difese immunitarie dei soggetti affetti da Covid-19.

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