Nei giorni scorsi il garante di minori Biasi ha inviato una lettera appello ai consiglieri provinciali in merito alle gravi conseguenze che la crisi pandemica ha prodotto a danno di soggetti deboli come i bambini e i giovani. Le medesime conseguenze sono state illustrate in in maniera più dettagliata in data odierna (7 luglio) nella competente commissione consiliare.
Ritengo che la presa di posizione del Garante sia più che condivisibile. Penso anch’io che questo sia il momento opportuno per aprire in sede istituzionale e a livello di dibattito democratico un confronto di idee su temi di grandissima rilevanza sociale quali sono quelli relativi alla socialità all’interno della scuola, luogo di apprendimento ma anche di accoglienza e aggregazione.
L’appello del Garante è stato rivolto a tutti i consiglieri provinciali ed ha inteso condividere e sostenere una petizione sull’organizzazione dei servizi scolastici in seguito all’epidemia in corso (5/XVI), un documento rilevante sottoscritto da oltre 6000 cittadini.
Per quanto mi riguarda credo che gli organi di garanzia non debbano essere soggetti passivi rispetto all’iniziativa politica ma al contrario debbano farsi parte attiva nel processo decisionale, soprattutto per gli aspetti che riguardano la salvaguardia dei diritti fondamentali e, nel caso specifico, i diritti dei minori. È giusto dare una risposta pubblica a queste sollecitazioni, e da parte mia essa non può che essere di assoluta apertura.
Non dovrebbe sorprendere, ma l’aspetto a mio avviso più significativo di questa presa di posizione va oltre le tematiche specifiche e riguarda il metodo democratico che peraltro è stato invocato dallo stesso garante di minori. Ritengo che la chiave di volta di tutto il discorso stia nel maggiore coinvolgimento della cittadinanza nella formulazione di decisioni che la riguardano. Concetti ed esperienze ben presenti e ben avviati nelle democrazie evolute, in alcuni casi situate geograficamente anche molto vicino a noi come il Voralberg, ma che in Italia e nella Provincia Autonoma di Trento risulta estremamente difficile far comprendere a chi detiene le leve del potere.
Qualcosa invero è stato fatto. Con l’approvazione della cosiddetta legge RipartiTrentino ad esempio è stato approvato un ordine del giorno del M5S che impegna la giunta a predisporre in tempi brevi un piano organizzativo che porti alla costituzione di un’assemblea di cittadini col compito di elaborare pareri e proposte da indirizzare alle istituzioni provinciali, specie riguardo ai cambiamenti climatici e alla crisi sociale ed economica scaturita dalla pandemia da COVID-19. Lo strumento è naturalmente applicabile anche ad altri settori come ad esempio all’ambito scolastico.
Si tratta di passi nella giusta direzione, che però vorremmo si realizzassero in maniera più spedita e decisa. Purtroppo in questo primo anno e mezzo di legislatura ho potuto constatare che quando in aula si discute per aggiornare e migliorare la disciplina degli istituti democratici l’attenzione di molti colleghi cala, e lo stesso avviene per l’interesse dimostrato dalla stampa. Ho come l’impressione che questa materia venga ritenuta astratta e distante mentre a livello di pratica politica è invalsa la deleteria consuetudine che su ogni cosa il potere rappresentativo debba avere la supremazia rispetto agli strumenti di partecipazione popolare e quindi alla consultazione diretta dei cittadini, proprio quel “popolo” in nome del quale in linea teorica il potere viene esercitato.
La presentazione di questa petizione e l’appello lanciato dal garante dei minori dimostrano che esiste un mondo di persone attive che vogliono partecipare ed essere protagoniste dei processi istituzionali e politici che le riguardano. Come credo sappiamo tutti, la rappresentanza politica è ben lungi dall’essere onnisciente e infallibile. Spesso decidere senza avere compreso e dato ascolto alle esigenze e alle proposte che arrivano dalla società civile e dalle diverse categorie che la rendono viva si traduce in atti inefficaci e velleitari, proprio perché partiti da presupposti sbagliati per la mancata comprensione dei problemi reali degli individui e delle famiglie che compongono la nostra società.
Quello che possiamo e dobbiamo fare è dunque continuare a insistere affinché su ogni argomento rilevante per l’interesse collettivo chi decide si confronti con coloro sui quali quelle decisioni andranno poi a ripercuotersi.
* Lettera inviata ai giornali il 7 luglio 2020
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Documenti prodotti per un maggiore coinvolgimento delle soggetti e delle istituzioni scolastiche e per la riorganizzazione delle attività e della programmazione didattica
- Lettera appello del Garante dei Minori ai consiglieri
- Risoluzione sistema educativo provinciale
- Riflessioni e richieste Consulta provinciale genitori
- Petizione_a_favore_di_una_scuola_reale
* * * * *Intervento in aula del 5 maggio in cui si suggerisce di attivare lo strumento di partecipazione popolare “Assemblea dei cittadini” per affrontare le problematiche della scuola
2 Replies to “Emergenza Covid-19. Modi, tempi e forme della ripartenza delle scuole vanno condivisi”