Nei giorni scorsi ho presentato un’interrogazione con cui chiedo di valutare degli interventi di mantenimento e di manutenzione delle strada di montagna e delle mulattiere che collegano i comuni di Bondone (Tn), Val Vestino (Bs), Ledro (Tn) e Tremosine (Bs). Si tratta di territori periferici spesso dimenticati dalla politica elettoralistica, che conservano un fascino unico che può essere valorizzato senza snaturarlo, mantenendo e ripristinando l’operatività di manufatti che uniscono rilievo storico, naturalità, paesaggi da cartolina e funzionalità, tutti fattori capaci di attrarre cicloturisti e appassionati di trekking ma anche di facilitare le operazioni necessarie e mantenere monticati malghe e pascoli raggiungibili dal percorso.
La nostra proposta punta dunque a unire fattori di recupero e sviluppo in un’ottica positiva a 360 gradi. Non opere mastodontiche, inutili e dannose pensate solo per spendere denaro pubblico indirizzandolo nelle tasche di pochi ben introdotti personaggi ma interventi pratici, mirati, che possono offrire opportunità di lavoro per le imprese locali e dare forza e vita al più grande valore che possediamo: il nostro meraviglioso territorio, che merita di essere conservato con rispetto, non sfruttato e distrutto dalla grandi opere, utili solo a far fare soldi ai soliti noti che non ne hanno mai abbastanza.
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Segue il testo integrale dell’interrogazione 2347/XVI del 1° marzo 2021 “Sistemazione delle srade di montagna che collegano il Trentino alla Val Vestino (Brescia)”:

La Val Vestino è una valle sita fra il lago di Garda, le valli Giudicarie e la Val Sabbia. Risulta caratterizzata da un complesso di vallate solcate da corsi d’acqua che confluiscono nel torrente Toscolano e nel lago artificiale di Valvestino. Nel corso dei secoli la Val Vestino è stata feudo dell’Impero Germanico assegnato in successione al Principe Vescovo di Trento, ai Conti del Tirolo e ai Conti di Lodron e fu successivamente dominata della Serenissima. Nel diciannovesimo secolo divenne luogo di passaggio da parte di numerosi eserciti fino al definitivo passaggio all’Italia avvenuto al termine della prima guerra mondiale;
a causa della sua conformazione geologica, la Valvestino è rimasta sostanzialmente isolata rispetto ai territori ad essa adiacenti. Nel corso dei secoli ben poco è stato fatto per far uscire questi territori dalla loro condizione. Unica eccezione degna di nota in questo senso si ebbe negli anni ‘30 del secolo scorso con la realizzazione di una strada atta a collegare la valle con la stazione tranviaria e il porto lacuale di Gargnano sul lago di Garda, un’opera promossa dall’industriale Giuseppe Feltrinelli allo scopo di garantire un più efficiente passaggio del legname e del carbone prodotti in Val Vestino e destinati alle attività del Feltrinelli stesso;
sebbene la Val Vestino sia stata a lungo parte del territorio trentino, i collegamenti diretti verso di esso risultano essere la mulattiera che dalla frazione di Turano del Comune di Valvestino porta alla frazione di Baitoni del Comune di Bondone, passando dal Cingolo Rosso e Bocca Cocca e la mulattiera che da Persone conduce al Molino di Bondone passando per il passo Bocca di Val. Le due mulattiere, entrambe comprese nel Parco Regionale dell’Alto Garda Bresciano e segnate da cippi di confine e da elementi della linea fortificata costruita dall’esercito italiano quale ultima barriera di difesa dagli austroungarici prima della pianura Padana, rimangono il simbolo di un’economia di montagna e, con lo sviluppo del cicloturismo e del trekking di montagna, non solo mantengono intatto il potenziale turistico ma lo amplificano notevolmente;
la valle si distingue per pochi agglomerati di case e antichi muri circondati da una peculiare alternanza di campi, prati, pascoli (es. Piani di Rest e prati di Denai), peccete, faggete e cime prealpine che sfiorano i 2000 metri (Monte Cingla, Cortina, Tombea, Caplone). La bellezza del paesaggio è stata mantenuta integra ma il potenziale turistico non è stato pienamente perseguito. Nel caso di specie, si rileva la scarsa entità degli investimenti in opere ed iniziative per favorire lo sviluppo cicloturistico e la mobilità alternativa attraverso i passi di montagna con il Trentino sui quali un tempo transitava il bestiame ovvero le mulattiere che passano da Bocca di Val e dal Cingolo Rosso;
negli anni recenti, i comuni di Magasa e Valvestino, rispetto ai quali nella Legislatura XVII era stata presentata una proposta di legge per il passaggio dalla Regione Lombardia al Trentino-Alto Adige, hanno potuto beneficiare di consistenti contributi e sovvenzioni da parte della Provincia Autonoma di Trento e del cosiddetto Fondo Comuni di Confine. Tali fondi sono stati in gran parte destinati alla costruzione di infrastrutture stradali, senza che tuttavia fossero considerate opere per favorire la mobilità sostenibile/alternativa e per collegare i comuni di Valvestino e Magasa con i centri abitati di Bondone e Baitoni, e le Giudicarie in generale, non cogliendo quindi le opportunità di sviluppo locale al fine di portare benefici economici ad entrambi i territori di confine, trentino e bresciano;
uno dei percorsi più spettacolari e storicamente più rilevanti fra quelli che dalla Val Vestino raggiungono il Trentino risulta sicuramente essere la strada che parte dalla località Alpo di Bondone e arriva alla località Bocca di Cablone. Risulta all interrogante che una parte significativa di questo tratto stradale abbisogni di consistenti interventi di sistemazione in modo da essere reso adeguatamente fruibile sia per gli escursionisti meno esperti che per i cicloturisti. In particolare si fa riferimento alla parte del percorso che si dipana fra le località Malga Tombea e Malga Lorina, che è quello che risulta più compromesso e quindi maggiormente bisognoso di interventi. Oltre a garantire la doverosa e opportuna messa in sicurezza di tratti viari importanti sotto il profilo storico e paesaggistico e alla tutela territorio, procedere in tal senso avrebbe ovvie ricadute positive in termini di sviluppo della circolazione turistica fra Trentino e Lombardia recando benefici ad entrambe le Regioni;
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per sapere
- se la giunta provinciale intenda attivare i Servizi preposti al fine di procedere alla valutazione dello stato di manutenzione e alla sistemazione delle strade di montagna che collegano il territorio trentino alla Val Vestino e in particolare alla messa in sicurezza del percorso che collega la località l’Alpo di Bondone con la località malga Lorina, specie nel tratto compreso tra malga Tombea e malga Lorina
3 Replies to “Strade di montagna: fra Trentino e Lombardia c’è un tesoro da recuperare rispettando il territorio”