Lo scorso 9 giugno la seconda sezione civile della Corte di Appello di Ancona ha determinato di sospendere il pagamento dei danni che Vittorio Sgarbi avrebbe dovuto versarmi a titolo risarcitorio per gli insulti rivolti dopo che avevo “osato” porre delle critiche alla sua nomina alla presidenza del Mart. La Corte di Appello ha ritenuto opportuno inviare gli atti ed attendere il pronunciamento della Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati riguardo alle eccezioni sollevate da Sgarbi in quella sede. Nel contempo però la stessa Corte ha respinto la richiesta di Sgarbi di sdoppiare il processo e non ha nemmeno considerato la lamentata eccezione di nullità della sentenza di primo grado che ha condannato il presidente del Mart a risarcirmi 15mila euro. È rimasto uguale anche il capo della sentenza che ha rigettato il risarcimento chiesto da Sgarbi nei miei confronti.
Questi i fatti. Quanto al commento posso dire che la decisione non mi sorprende e non mi delude. Sapevo fin dall’inizio di questa vicenda che, data la non sussistenza dei suoi argomenti, Sgarbi ad un certo punto avrebbe cercato di averla vinta grazie alla politica e agli amici politici, in coerenza con i comportamenti che ha sempre tenuto (Giunta per le Autorizzazioni della Camera dei Deputati 14 aprile 2021, 21 aprile 2021 e 30 aprile 2021).
Poco male. Esaminando i fatti, chiunque con un minimo di onestà intellettuale capisce che io non ho insultato Sgarbi mentre lui ha insultato me, e che le offese in questione non erano certo espresse in ossequio al ruolo di parlamentare da lui ricoperto. Per questo attendo serenamente il pronunciamento della Camera, sperando non si faccia il solito giochino di tirarla lunga il più possibile al fine di sabotare il prosieguo dell’iter processuale ma ci si adegui ai tempi di 90 giorni previsti dalla legge stessa.
* Post del 25 giugno 2021
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