Referendum provinciali. Destra e sinistra affossano la proposta per rimuovere gli ostacoli all’esercizio del diritto a promuovere referendum

Nel marzo del 2021 il M5S del Trentino presentava  il disegno di legge 89/XVI in materia di referendum. A distanza di quasi 2 anni e mezzo e dopo una gran quantità di atti ed azioni volte a cercare di aumentare il tasso democratico in Trentino, le parti politiche agiscono di concerto per affossare il tutto, rinviando la trattazione del disegno di legge a data da destinarsi. È la prova, se ancora ce ne fosse stato bisogno, dell’assoluta mancanza di interesse della politica trentina per lo stato della democrazia e per il rispetto dei diritti degli elettori!

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Voto per corrispondenza: la politica trentina, altoatesina e sudtirolese dice no!

Il Consiglio regionale ha bocciato la proposta di disegno di legge del M5S tramite la quale io e il collega Diego Nicolini miravamo a velocizzare, semplificare e, più in generale a rendere migliori le procedure di voto in Trentino-Alto Adige/Südtirol introducendo una sperimentazione del voto per corrispondenza per l’elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale e per il rinnovo degli organi comunali e per i referendum comunali. Una volta di più si è dimostrata l’arretratezza mentale, quando non la grettezza, di molti politici della nostra Regione, i quali hanno fatto prevalere miseri luoghi comuni e ottusi pregiudizi sulla possibilità di migliorare davvero il sistema di voto in Trentino-Alto Adige/Südtirol.

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Referendum provinciali. La proposta del M5S per rendere effettivo il diritto a promuovere referendum e per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini di partecipare direttamente alle decisioni che li riguardano 

Il 28 settembre scorso, in Consiglio provinciale, ha preso avvio la discussione generale sul disegno di legge 89/XVI in materia di referendum a mia firma. Si tratta di una proposta di legge che avevo presentato il 7 marzo 2021, dopo aver registrato una serie di anomalie nel procedimento referendario che ha portato alla votazione popolare del 26 settembre 2021 riguardo all’istituzione del distretto biologico del territorio agricolo della Provincia di Trento.

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Voto per corrispondenza nei referendum comunali. Introdotta nel Codice degli Enti Locali la possibilità di disciplinare le consultazioni locali con procedure più aperte e democratiche

Nel corso della manovra di assestamento regionale abbiamo finalmente ottenuto l’approvazione di un emendamento (em. 2644/3 al ddl 53/XVI) che inserisce nel Codice degli Enti Locali della regione Trentino-Alto Adige/Südtirol la possibilità di utilizzare il voto per corrispondenza per i referendum e le consultazioni popolari di livello locale.

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Strategia europea 2021-2030 sui diritti delle persone con disabilità. Approvata proposta del M5S per promuovere il loro diritto a partecipare alla vita politica e pubblica

Nel corso dell’ultimo Consiglio provinciale l’Aula ha approvato una proposta di risoluzione avanzata dal M5S e sottoscritta da gran parte dell’opposizione, per allineare le politiche provinciali sulla disabilità a quelle sostenute e promosse dall’Unione Europea.

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Referendum provinciali e democrazia azzoppata. In Provincia di Trento il voto referendario è figlio di un dio minore

Una delle differenze principali tra le democrazie e i regimi autoritari riguarda il modo con cui si tiene conto del voto popolare. Nelle prime, ai sensi dei trattati internazionali e delle Costituzioni nazionali, si vota liberamente per prendere decisioni che riguardano i cittadini oppure per scegliere i rappresentanti eletti. Nei regimi autoritari invece il voto, laddove consentito, è viziato da procedure che impediscono la libera espressione delle preferenze da parte dei cittadini e dalla mancanza di sistemi di controllo sul corretto svolgimento delle operazioni stesse, lasciando quindi campo aperto alla possibilità di brogli o manipolazioni.

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La politica trentina è contro i diritti politici dei cittadini

L’articolo 21 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani prevede che “ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti”. Si afferma inoltre che la volontà popolare è il fondamento dell’autorità del governo e che la stessa si esprime attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione. Sono principi vincolanti, confermati dall’articolo 25 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, firmato dall’Italia nel 1966 ed entrato in vigore nel 1976. Purtroppo le leggi provinciali trentine su referendum, elezione del presidente e dei membri del Consiglio provinciale non sono adeguate al rispetto di tali capisaldi democratici e, a parte il M5S, i partiti non hanno alcuna intenzione di cambiare le cose.

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Referendum provinciali. Al via uno studio per la modernizzazione delle procedure di voto

Insieme alla legge di stabilità 2021 è stato approvato un emendamento (em. 6.6) a mia prima firma che riguarda la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti referendari. Si apre così definitivamente la strada all’attuazione della mozione M5S approvata dall’Aula nel novembre scorso al fine di introdurre il voto per corrispondenza e il voto telematico con particolare attenzione a chi, in via permanente o transitoria, si trova lontano dal Comune di residenza. L’obiettivo è quello di incrementare la partecipazione al voto e allo stesso tempo di ridurre i costi e gli oneri organizzativi.

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Voto per corrispondenza: il M5S ottiene l’impegno per la sperimentazione in provincia di Trento

Il voto per corrispondenza è una misura di civiltà che in Trentino potrebbe trovare per la prima volta applicazione in occasione del referendum propositivo sul distretto biologico grazie al lavoro costante e paziente del M5S.

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Attività di ottobre 2020 – Newsletter n° 24

Mentre la pandemia da Covid si riaffacciava di nuovo minacciosa all’orizzonte, l’ottobre 2020 ha segnato un punto di svolta a suo modo storico per il Trentino. Con l’operazione Perfido la magistratura, l’antimafia e le forze dell’ordine hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza e il radicamento delle mafie sul territorio della nostra Provincia. Non è ovviamente una bella notizia, ma quantomeno viene fatta una volta per tutte chiarezza e vengono spazzati via una volta per tutte gli argomenti di quei politicanti che per troppo tempo hanno preferito tenere la testa sotto la sabbia, consentendo così che la penetrazione delle mafie si realizzasse e si incancrenisse.

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