Il voto per corrispondenza è una misura di civiltà che in Trentino potrebbe trovare per la prima volta applicazione in occasione del referendum propositivo sul distretto biologico grazie al lavoro costante e paziente del M5S.
A inizio legislatura, partendo dall’analisi dei dati dell’affluenza degli elettori residenti all’estero, che per la provincia di Trento risulta pari al 2,22% contro il 29,28% dell’Alto Adige/Südtirol, avevo presentato una proposta di mozione per impegnare la Giunta a predisporre uno studio di fattibilità per stabilire soluzioni normative e organizzative per assicurare l’effettività del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero valutando la possibilità di introdurre il voto per corrispondenza sia per i residenti all’estero sia per i temporaneamente dimoranti fuori provincia. Con l’esplodere dell’emergenza Covid-19, la questione è tornata di strettissima attualità, sia per via dell’impossibilità di muoversi facilmente da uno Stato all’altro sia per le regole di isolamento sociale che devono essere rispettate anche da chi risiede in Provincia di Trento.
Partendo da queste considerazioni e a seguito di una ricognizione delle esperienze di voto per corrispondenza che hanno avuto successo a livello internazionale ho pensato di arricchire la proposta che avevo avanzato introducendo nelle premesse i riferimenti all’emergenza sanitaria attuale e alla possibilità di sperimentare questa modalità di voto già in occasione del referendum propositivo che si sarebbe dovuto svolgere in una domenica compresa fra il 1° febbraio e il 31 maggio prossimi e che verrà rinviato. Tra gli esempi ho citato la Bavaria, dove nel periodo più acuto della pandemia si sono svolte le elezioni con il voto postale in via esclusiva, la Svizzera che nei giorni scorsi ha calendarizzato le votazioni popolari del 27 marzo senza il timore di doverle rinviare per via della pandemia oppure California, Colorado ed Oregon dove nei giorni scorsi, oltre alle elezioni presidenziali si sono svolti anche decine di referendum senza alcun problema nello spoglio dei voti, visto che il voto per corrispondenza da quelle parti è la normalità da decenni, come del resto in Australia, Nuova Zelanda e in tanti altri Stati.
Il voto per corrispondenza però non è l’unica innovazione che serve. Non basta, perché le procedure di voto sono differenti per le elezioni comunali, provinciali e statali. Ecco quindi che ho proposto anche la creazione di un gruppo di lavoro interistituzionale tra le province di Trento e di Bolzano, la regione Trentino-Alto Adige e il Ministero dell’Interno per armonizzare e uniformare secondo un’unica procedura ispirata a criteri di efficacia ed efficienza, le modalità di convocazione e di svolgimento dei comizi elettorali e delle operazioni di voto per referendum ed elezioni comunali, provinciali, statali ed europee anche al fine di introdurre correttivi nella normativa vigente e nei regolamenti e nelle prassi organizzative e nelle forme di collaborazione fra uffici elettorali.
Le proposte erano talmente di buon senso che anche la Giunta si è trovata d’accordo esprimendo parere favorevole per voce dell’assessore Mattia Gottardi. L’efficientamento delle procedure di voto rappresenta un tema che mi è sempre stato a cuore poiché è uno degli elementi costitutivi della democrazia. Non a caso in un recente report pubblicato dall’International Foundation Electoral Systems (Vote by Mail:International Practice During COVID-19 – a cura di Manuel Wally, Ph.D.) è stato confermato che, se pianificato con attenzione e supportato con le necessarie risorse finanziarie ed umane, il voto corrispondenza può essere organizzato con con diligenza, efficacia ed efficienza determinando le condizioni per la creazione di una democrazia più inclusiva e più partecipata. Ecco dunque una ragione in più per essere soddisfatti per aver raggiunto anche questo traguardo intermedio.
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Di seguito i tre punti approvati. Il Consiglio impegna la Giunta provinciale:
1. a formulare uno studio di fattibilità volto a stabilire quali siano, per la realtà della Provincia autonoma di Trento, le migliori soluzioni normative e organizzative atte ad assicurare l’effettività del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero sancito dall’art.48 della Costituzione, a valutare la possibilità e l’opportunità di introduzione del diritto di voto per corrispondenza dei cittadini iscritti nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero e dei temporaneamente dimoranti fuori provincia ed a prevedere misure adeguate a mitigare i rischi inerenti la sicurezza e la trasparenza delle procedure, anche attraverso la riattivazione del tavolo di lavoro con il Governo;
2. valutare la possibilità di adottare la modalità di voto per corrispondenza in via sperimentale in occasione dello svolgimento del referendum propositivo provinciale per l’istituzione del distretto biologico che dovrà essere programmato in una domenica compresa tra il 1° febbraio e il 31 maggio 2021;
3. ad adottare le iniziative di competenza per costituire un gruppo di lavoro interistituzionale tra Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Trentino-Alto Adige e il Ministero dell’Interno per sottoscrivere un protocollo d’azione finalizzato ad armonizzare e uniformare secondo un’unica procedura ispirata a criteri di efficacia ed efficienza, le modalità di convocazione e di svolgimento dei comizi elettorali e delle operazioni di voto per referendum ed elezioni comunali, provinciali, statali ed europee anche al fine di introdurre correttivi nella normativa elettorale vigente e nei regolamenti e nelle prassi organizzative e forme di collaborazione fra gli uffici elettorali;
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Seguono il video del dibattito consiliare e il testo integrale della proposta di mozione 1/XVI che fu presentata il 30 novembre 2018 recante “Azioni per rendere effettivo il diritto di voto per corrispondenza da parte degli elettori residenti all’estero iscritti nel registro anagrafico dei cittadini italiani residenti all’estero” (convertita nella mozione 79/XVI):
NB. la proposta di mozione è stata approvata il 9 novembre 2020 con un emendamento modificativo su proposta della Giunta che inserisce dei dati aggiornati e con un emendamento integrativo su mia proposta con cui si propone di sperimentare il voto per corrispondenza in occasione del referendum propositivo per l’istituzione del distretto biologico trentino che si svolgerà nella primavera del 2021 e per la creazione di un gruppo di lavoro interistituzionale costituito da Province autonome, Regione e Stato italiano per uniformare le procedure di voto sul nostro territorio per ogni livello di governo (versione immagine a piè di pagina)
Questo il testo attualizzato con gli emendamenti:
Dalla relazione del 15 novembre 2018 del Presidente della Provincia al Consiglio provinciale, presentata ai sensi dell’art. 75 della legge provinciale 5 marzo 2003, n. 2 in materia di elezione del Consiglio provinciale di Trento e del Presidente della Provincia, si apprende che per quanto riguarda gli elettori residenti all’estero:
– 22.038 sono le cartoline-avviso spedite dagli uffici elettorali comunali;
– 2.337, pari al 10,60 per cento di quelle spedite, sono le cartoline restituite per irreperibilità del destinatario;
– 490, pari al 2,22 per cento delle cartoline spedite, sono stati gli elettori residenti all’estero rientrati per votare.
I dati dunque dimostrano come la percentuale di votanti sia notevolmente bassa.
Emerge, inoltre come il numero degli elettori residenti all’estero cui viene inviata la cartolina-avviso effettivamente rientrati in Trentino risulti costantemente in calo. Questo il dettaglio:
– 2003: 6,72 per cento;
– 2008: 5,33 per cento;
– 2013: 3,24 per cento (615 elettori su 18.940);
– 2018: 2,22 per cento (490 elettori su 22.038).
Anche il numero delle cartoline-avviso restituite per irreperibilità dei destinatari pare essere consistente, pur percentualmente in diminuzione rispetto alla precedente consultazione:
– 2013 n. 2125 (pari all’11,21 per cento di quelle inviate);
– 2018 n. 2337 (pari al 10,60 per cento di quelle inviate).
Con riferimento alla consultazione elettorale del 2013 risulta che la spesa sostenuta dalla Provincia per garantire il diritto di voto ai cittadini residenti all’estero sia stata complessivamente di euro 194.873, di cui euro 98.155 a titolo di sussidi erogati per il rimpatrio degli elettori ed euro 96.718 per le spese di spedizione delle cartoline-avviso. Nel 2013 il costo sostenuto per voto espresso è stato pari a euro 316,87.
Per il 2018 i costi sono stati complessivamente di euro 252.148 di cui euro 85.635 a titolo di sussidi erogati a 481 elettori richiedenti ed euro 166.513 per le spese di spedizione delle cartoline-avviso a 22.038 elettori all’estero.
I dati dimostrano la consistenza della spesa a fronte di un numero esiguo di elettori iscritti all’AIRE. Elettori che, dal Paese estero di residenza, hanno la possibilità di votare per corrispondenza per le elezioni politiche e i referendum, e per l’elezione dei rappresentanti italiani al Parlamento Europeo nei seggi istituiti dalla rete diplomatico-consolare nei Paesi appartenenti all’UE.
Anche per le elezioni della Provincia di Bolzano gli iscritti all’AIRE, pur conservando il diritto di votare direttamente nel comune di iscrizione (in tal caso senza erogazione di sussidio), possono esercitare il voto per corrispondenza. Peraltro, anche coloro che si trovano temporaneamente fuori provincia – ad esempio per lavoro, studio o per motivi di salute – possono scegliere di adottare la modalità del voto postale per esprimere la loro volontà politica. Per le elezioni provinciali di Bolzano il numero degli elettori che decidono di esercitare questa opzione è in aumento. Il rapporto fra elettori votanti della provincia di Trento e della provincia di Bolzano è di 1 a 20:
– 2013: 7.993 (28,26 per cento);
– 2018: 10.442 (29,28 per cento) (35.004 aventi diritto).
In Italia il diritto di voto per i cittadini italiani residenti all’estero è sancito dall’art. 48 della Costituzione. Nell’ordinamento italiano il voto per corrispondenza è stato introdotto con la legge 27 dicembre 2001, n. 459 recante “Norme per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’estero” (cosiddetta “legge Tremaglia”).
La legge n. 459/2001 è stata applicata nelle quattro tornate elettorali succedutesi da allora: 2006, 2008, 2013 e 2018. Pur tra innegabili criticità essa è ritenuta da molti un baluardo di civiltà democratica che vale a dare speciale riconoscimento al fenomeno dell’emigrazione italiana nel mondo, unico nel suo genere per quantità e durata nel tempo, e che ha caratterizzato in misura marcata anche la storia trentina.
Il voto per corrispondenza in Alto Adige/Südtirol è disciplinato dall’art. 36 della legge provinciale 19 settembre 2017, n. 14 “Disposizioni sull’elezione del Consiglio provinciale, del presidente della Provincia e sulla composizione ed elezione della Giunta provinciale”.
In Trentino il voto per corrispondenza degli elettori residenti all’estero è disciplinato dalla legge provinciale 5 marzo 2003, n. 2 (legge elettorale provinciale 2003), al Titolo IV “Disposizioni transitorie, finali e finanziarie”, art. 83 “Disciplina del voto dei cittadini residenti all’estero”.
In diversi Paesi occidentali la modalità di voto per corrispondenza, noto anche come voto postale, non si applica solo per i cittadini residenti all’estero ma viene impiegata anche per gli elettori residenti. Molti altri Stati lo prevedono solo per i cittadini residenti all’estero, in altri il voto per corrispondenza è esclusivo, ovvero è l’unica modalità consentita.
Con l’approvazione della risoluzione n. 2015/2035(INL) dell’11 novembre 2015 sulla Riforma della legge elettorale dell’Unione europea, il Parlamento europeo incoraggia gli Stati membri ad autorizzare il voto per corrispondenza, elettronico e via internet al fine di aumentare la partecipazione di tutti i cittadini e tutte le cittadine e facilitare loro il voto. Tale punto si inserisce nelle finalità più generali del progetto di riforma, le quali sono il rafforzamento della dimensione transnazionale e della legittimazione del processo decisionale europeo, come pure il miglioramento del funzionamento e della governance dell’Unione europea e l’armonizzazione della normativa elettorale, al fine di dare una maggiore legittimazione al Parlamento europeo e incrementare il sentimento di “cittadinanza europea”.
A livello di enti locali, il comune di Malles ha utilizzato il voto per corrispondenza nel referendum propositivo per la limitazione dell’uso dei pesticidi che si è svolto nell’agosto del 2014 consentendo di raggiungere un’alta percentuale di partecipazione ed un’affluenza inusuale per un referendum.
Il Codice di Buona Condotta sui Referendum, documento formulato dalla Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto (Commissione di Venezia), adottato dal Consiglio per le Elezioni Democratiche e approvato dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa ammette il voto per corrispondenza a condizione che il servizio postale sia sicuro ed affidabile e che la frode e l’intimidazione non siano possibili. La raccomandazione del Codice di Buona Condotta sui Referendum riprende quella già espressa nel Codice di Buona Condotta in Materia Elettorale nel punto in cui si affronta la libera espressione della volontà dell’elettore e la lotta contro la frode elettorale. Il voto postale deve essere ammesso soltanto se il servizio postale è sicuro – cioè al riparo dalle manipolazioni volontarie – ed affidabile, nel senso che funziona correttamente.
La provincia di Trento non si caratterizza per una significativa e maggiore attitudine alla frode rispetto ad altri paesi come è stato peraltro regolarmente confermato dai rapporti e dalle dichiarazioni dei rappresentanti dello Stato sul territorio provinciale e dalle ricerche condotte da Transcrime, il Centro universitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con cui l’Università degli Studi di Trento ha collaborato dal 1994 al 2015. Sulla base delle raccomandazioni della Commissione di Venezia, non pare pertanto che sussistano ragioni per escludere il voto postale sul territorio provinciale.
Elettori ed elettrici, lontani dal luogo di domicilio, possono votare da qualsiasi luogo, persino dall’estero. Il voto per corrispondenza può avvenire dal momento in cui il materiale necessario per votare validamente è disponibile. Dove è in uso, il voto per corrispondenza è in costante aumento ed in particolare nelle aree urbane.
Abbinando un opuscolo informativo alla scheda di voto – altra raccomandazione contenuta nel Codice di Buona Condotta sui Referendum – si consentirebbe altresì di assicurare in maniera più marcata la libera formazione della volontà dell’elettore garantendo, soprattutto in occasione delle consultazioni referendarie, l’esigenza di neutralità di informazione e mettendo gli elettori e le elettrici nella condizione di approfondire con maggiore dettaglio e di votare più comodamente.
L’evoluzione delle tecnologie informatiche e la funzionalità del sistema postale consentirebbero l’esercizio sia del voto elettronico che del voto per corrispondenza al fine di sostituire procedure obsolete ed inefficaci e di favorire una maggiore partecipazione al voto dei residenti all’estero e degli elettori temporaneamente fuori provincia per motivi di studio, lavoro o di salute.
Si deve valutare se i maggiori costi per rendere funzionale la nuova modalità di voto potrebbero essere compensati con l’eliminazione del sussidio di natura assistenziale per il rimpatrio corrisposto dai comuni e rimborsato dalla Provincia, fatti salvi i casi degli elettori residenti nei Paesi dove il sistema postale è considerato inaffidabile.
Nella consiliatura XV era stato approvato l’ordine del giorno n. 260/XV con cui il Consiglio impegnava la Giunta ad attivare entro sessanta giorni un tavolo di lavoro con il Governo per valutare i criteri e le modalità per l’introduzione del voto per corrispondenza sul territorio della Provincia autonoma di Trento per le consultazioni elettorali e referendarie al fine di aumentare la partecipazione di tutti i cittadini e tutte le cittadine e di facilitare loro il voto. L’esito del confronto fu tuttavia insoddisfacente visto lo scarso tempo a disposizione che separava l’impegno assunto dalle elezioni.
Le istituzioni provinciali sono chiamate ad approfondire l’attuale sistema al fine di appurare l’opportunità di novellare le disposizioni in materia elettorale qualora si rendesse necessario rimuovere eventuali ostacoli che impediscono la piena partecipazione degli iscritti all’AIRE o comunque disciplinare con un diversa logica, qualora necessario od opportuno, l’esercizio dei diritti costituzionalmente garantiti. Si tratta di una raccomandazione contenuta anche nella risoluzione del Parlamento Europeo del novembre 2015 a proposito della riforma della legge elettorale dell’Unione europea, con cui il Parlamento europeo incoraggiava gli Stati membri ad autorizzare il voto per corrispondenza, elettronico e via internet al fine di aumentare la partecipazione e facilitare il voto di tutti gli aventi diritto.
L’attuale momento di metà legislatura può consentire tempi tecnici sufficienti per aprire un’istruttoria sul tema con le altre amministrazioni competenti quali il Ministero dell’Interno, il Ministero degli Esteri, il Ministro della Pubblica Amministrazione e l’AGID-Agenzia per l’Italia Digitale (per gli aspetti connessi al voto elettronico) al fine di affrontare le criticità sopra illustrate riguardanti l’attuale sistema e che possono rendere in determinate circostanze più difficoltoso esercitare un diritto costituzionalmente garantito, nonché le criticità che potrebbero ledere i principi di libertà e segretezza che devono in ogni caso caratterizzare la manifestazione dell’elettorato attivo.
Infine, gli sviluppi della situazione epidemiologica connessa all’emergenza sanitaria Covid-19 e le difficoltà che sono state riscontrate nello svolgimento dei comizi elettorali per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale in 158 comuni della provincia di Trento e in 113 comuni della provincia di Bolzano che hanno avuto luogo nell’anno in corso, ostacoleranno inesorabilmente anche lo svolgimento del referendum provinciale per l’istituzione di un distretto biologico sul territorio agricolo trentino che dovrà essere programmato in una domenica compresa tra il 1° febbraio e il 31 maggio 2021.
La natura di referendum propositivo disciplinato dalla legge provinciale 5 marzo 2003, n. 3 (legge sui referendum provinciali 2003) permetterebbe di sperimentare il voto per corrispondenza nelle modalità menzionate nelle premesse anche per i cittadini residenti sul territorio trentino, consentendo incidentalmente anche un risparmio di risorse finanziarie derivante da miglioramenti ed efficientamenti organizzativi nelle procedure di voto che potrebbero essere nuovamente adottati in futuro anche per consultazioni elettorali e/o referendarie locali e/o nazionali. La pianificazione delle operazioni per la sperimentazione del voto per corrispondenza dovrebbe tuttavia essere resa efficace con la sottoscrizione di un protocollo formale con la regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, con la Provincia di Bolzano e con il Ministero dell’Interno. Ciò per far sì che tali procedure di voto siano replicabili e diventino una prassi applicabile in modo uniforme ed agile a tutte le altre tipologie di consultazioni che riguardano i cittadini residenti nei comuni della provincia autonoma di Trento.
Tutto ciò premesso
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
impegna la Giunta provinciale
1. a formulare uno studio di fattibilità volto a stabilire quali siano, per la realtà della Provincia autonoma di Trento, le migliori soluzioni normative e organizzative atte ad assicurare l’effettività del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero sancito dall’art. 48 della Costituzione, a valutare la possibilità e l’opportunità di introduzione del diritto di voto per corrispondenza dei cittadini iscritti nell’anagrafe degli italiani residenti all’estero e dei temporaneamente dimoranti fuori provincia, ed a prevedere misure adeguate a mitigare i rischi inerenti la sicurezza e la trasparenza delle procedure, anche attraverso la riattivazione del tavolo di lavoro con il Governo;
2. a valutare la possibilità di adottare la modalità di voto per corrispondenza in via sperimentale in occasione dello svolgimento del referendum propositivo provinciale per l’istituzione del distretto biologico che dovrà essere programmato in una domenica compresa tra il 1° febbraio e il 31 maggio 2021;
3. ad adottare le iniziative di competenza per costituire un gruppo di lavoro interistituzionale tra Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano, la Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol e il Ministero dell’Interno per sottoscrivere un protocollo d’azione finalizzato ad armonizzare e uniformare secondo un’unica procedura ispirata a criteri di efficacia ed efficienza, le modalità di convocazione e di svolgimento dei comizi elettorali e delle operazioni di voto per referendum ed elezioni comunali, provinciali, statali ed europee anche al fine di introdurre correttivi nella normativa elettorale vigente e nei regolamenti e nelle prassi organizzative e forme di collaborazione fra gli uffici elettorali.
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