Sgarbi dovrebbe confrontarsi nel merito e non nelle aule giudiziarie

Ieri mattina appena alzato, ho scoperto di essere stato querelato da Vittorio Sgarbi tramite un suo torrenziale intervento mezzo stampa (vedi estratti a piè di pagina). Ovviamente ritengo destituita di ogni fondamento la querela, uno strumento legittimo che in questo caso mi sembra utilizzato allo scopo di intimidire e zittire una persona rea di esprimere opinioni sgradite, ancorché all’interno della propria funzione politica.  Il parlamentare eletto con Forza Italia però non si limita a questo, lanciando tutta una serie di considerazioni ulteriori, alle quali non posso esimermi dal rispondere.

Partiamo dall’annunciata querela. Il sindaco di Sutri contesta uno delle ragioni in base alle quali ritengo “inopportuna” la sua nomina a presidente del Mart di Rovereto. Nei giorni passati in effetti ho sostenuto (qui e qui) che l’asserita affinità politica fra Sgarbi e Fugatti avrebbe potuto indurre al sospetto che la sua nomina derivasse anche da ragioni politiche, circostanza che se confermata a mio avviso avrebbe reso questa nomina riprovevole. Ora, il commissario per le Arti ad Amelia nega di aver conosciuto Fugatti. Me ne rallegro ma gli faccio notare che in merito a questo punto io mi sono sempre espresso al condizionale citando (ma non precisando) fonti giornalistiche. Nello specifico mi riferivo ad un articolo, pubblicato a pagina 19 del quotidiano “Trentino” del 15/02/2019. Al secondo paragrafo di detto articolo si legge infatti: «Sgarbi, che conosce bene Fugatti dai tempi della medesima frequentazione sui banchi del Parlamento, era stato in visita…». Non è tutto. C’è anche un’intervista rilasciata il 6.8.2018 al giornale L’Adige “Sgarbi sostiene Fugatti. È pronto a fare una lista”. A logica mi pare di poter affermare che se vuoi proporre una lista a sostegno di una candidatura una minima vicinanza politica col candidato dovrai pure averla. Sintetizzando, mi sento in pace con la coscienza e con gli insegnamenti di Vico, anche perché non mi risulta che quanto riportato negli articoli in questione sia mai stato smentito, né da Fugatti né dal presidente della fondazione Cavallini-Sgarbi, almeno fino all’intervento col quale quest’ultimo annuncia la querela nei miei confronti. Specifico che col mio intervento intendevo esprimere pacata ma ferma contrarietà alla nomina del presidente della fondazione Canova al Mart, una posizione che mantengo nonostante la querela di cui ho potuto leggere oggi sulla stampa.

Restano da confutare il resto delle affermazioni rilasciate dall’ex direttore del padiglione Italia alla biennale di Venezia. Egli fa sapere di ritenere “ingiusta” condanna in via definitiva ricevuta per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato. L’ex assessore alla cultura della Regione Sicilia ha tutto il diritto di vederla come vuole ma la versione che fornisce non sembra proprio collimare con quanto espresso dai giudici. A tal proposito  rimando all’articolo “Vittorio Sgarbi e la condanna per truffa (da “La Repubblica delle banane”)” del 19/05/2011 e riportato sull’edizione online de “Il Fatto Quotidiano”, a ciascuno la possibilità di farsi un’opinione e di decidere a chi credere, mi limito a sottolineare come la questione non riguardi affatto il solo tema dell’assenteismo ma anche le argomentazioni con cui l’ex direttore del settore Arte del Festival di Spoleto cercò di giustificare la sua condotta di fronte ai giudici (ad esempio l’avere “grande energia” solo in alcune ore del giorno che sfortunatamente non corrispondevano all’orario d’ufficio, mentre fra le tante spiegazioni discutibili da lui proposte a giustificazione di ritardi ed assenze resta indimenticabile quella di aver contratto il cimurro, cioè una malattia propria del cane).

Ci sono poi i richiami a Beppe Grillo. L’ex sindaco di Salemi ricorda come il fondatore del M5S sia stato condannato per omicidio colposo a seguito di un incidente stradale, peccato che pur citando Vico, egli si dimentichi di specificare come si svolsero i fatti. Grillo, in vacanza con amici in Piemonte, guidava un fuoristrada su una vecchia strada militare quando un lastrone di ghiaccio fece scivolare il veicolo in un crepaccio. Grillo riuscì a gettarsi dall’abitacolo, salvandosi, e pur in stato di choc, si adoperò per chiamare immediatamente i soccorsi. Tre passeggeri persero la vita, mentre un quarto, pur restando ferito, riuscì a salvarsi. Si tratta di una vicenda dolorosa e seria, ma si capisce bene la differenza che intercorre fra la condanna che Grillo subì e quella comminata all’ex soprintendente alle belle arti di Venezia per truffa aggravata e continuata e falso ai danni dello Stato, e come appaia del tutto pretestuoso e fuorviante associare le 2 vicende. Detta molto semplicemente: il primo ha fondato un movimento politico, dal quale non è mai stato candidato a niente. Il secondo riceve una nomina da un politico per fare da presidente ad un museo pubblico, che impiega dipendenti pubblici, essendo stato condannato per assenteismo giustificato in maniera ritenuta non credibile dai giudici quando dipendente pubblico lo era a sua volta. Da un ottimo esempio, insomma.

In conclusione, Sgarbi dovrebbe confrontarsi nel merito e non nelle aule giudiziarie, lui che si vanta di essere politicamente scorretto e per questo il più querelato d’Italia. Convinca i cittadini della bontà della sua nomina con i fatti, se ne ha. Se invece preferisce procedere per via giudiziaria, faccia pure, io so cosa ho scritto, so di non aver avuto alcuna intenzione di offenderlo e soprattutto non sono disponibile a farmi intimidire, né da lui né da nessun altro.

Alex Marini (M5S)
Consigliere della Provincia autonoma di Trento 2018
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Link interrogazione:

18-feb-2019 257/XVI Nomina del Presidente del Museo di arte moderna e contemporanea

2019022019_Corriere_non prendo lezioni da M5S

20190219_Trentino Sgarbi

20190219_Ladige_Sgarbi querela M5S

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