In Val Monastero alla scoperta della democrazia diretta elvetica

Domanda: Perché oggi soci e simpatizzanti di Più Democrazia in Trentino sono nel Cantone dei Grigioni in Svizzera?

Risposta: Per incontrare la vicesindaca del comune di Val Monastero Gabriella Binkert Becchetti e farci raccontare come funzionano le istituzioni elvetiche. È un mondo tanto vicino a noi geograficamente quanto lontano da noi per quanto riguarda lo stato dell’avanzamento democratico.

meccanismoNelle parole di Gabriella risuona con forza il concetto del popolo che comprende, controlla e decide. Un’idea che ricorre in ogni suo ragionamento. I cittadini vengono intesi come un organo democratico dotato di potere decisionale e dal quale non si può prescindere. Basti pensare che il 90% dei 2250 comuni svizzeri non hanno un consiglio comunale ma i provvedimenti della giunta comunale più importanti (che loro chiamano consiglio) devono essere approvati dall’assemblea dei cittadini la quale è convocata 2-4 volte all’anno e vota per alzata di mano.

Ad esempio qui in val Monastero esiste una giunta costituita da 7 membri che approva gli atti amministrativi ma poi tutti i progetti che superano i 300 mila franchi svizzeri (circa 210 mila euro) devono essere obbligatoriamente portati in assemblea. Lo stesso accade anche per le questioni attinenti le aliquote fiscali comunali (che finanziano circa il 50% del bilancio comunale) e la pianificazione urbanistica. C’è invece il voto referendario obbligatorio per tutte le modifiche dello statuto comunale (che loro chiamano “costituzione”, quel corpus di principi costantemente disatteso dalle nostre parti). I cittadini (che loro chiamano “popolo”, quella parola che l’intellighenzia italiana ed europea ormai guardano con sospetto) possono comunque chiedere di portare in assemblea i provvedimenti “minori”. Per farlo bastano 50 firme non autenticate!

In definitiva, i rappresentanti politici prima di prendere qualsiasi decisione sono costretti a chiedersi quale sarebbe la reazione del popolo e pertanto non possono agire come più gli pare e piace senza rendere conto a nessuno se non a finanziatori e capetti politici più o meno noti. Questo porta a un controllo rigoroso della spesa pubblica, alla drastica riduzione dei casi di corruzione (come si fa a corrompere l’intera cittadinanza?), al contenimento degli sprechi, a una migliore qualità dei servizi, a una pianificazione urbanistica più attenta, alla riduzione del fenomeno di consumo del suolo e della speculazione edilizia, etc…

In definitiva, la risposta alla domanda iniziale merita un addendum. Oggi noi membri di Più Democrazia in Trentino abbiamo visto e imparato tanto. Dopo questa visita in Svizzera ci sentiamo ancor più motivati ad impegnarci affinché anche in Trentino vengano introdotti dei meccanismi semplici, efficaci e a costo 0 per far crescere la democrazia rendendola migliore e più vera.

Gabriella Binker Becchetti
Consegna del presente alla vicesindaco Gabriella Binkert Becchetti da parte della presidente di Più Democrazia Daniela Filbier, di Stefano Longano e mia.

Per ricambiare la squisita ospitalità dimostrata nei nostri confronti dalla vicesindaca di Val Monastero Gabriella Binkert Becchetti abbiamo pensato di farle dono di un piccolo segno del nostro apprezzamento, una bottiglia di Vino Santo prodotto a Santa Massenza una delle grandi eccellenze trentine in campo vitivinicolo.

Del resto, 2 ore e mezza di presentazione con un fiume di domande poste dai volenterosi “studenti” di Più Democrazia in Trentino le avranno sicuramente causato una certa arsura.

Oltre ad essere esperta e preparatissima in fatto di ordinamenti democratici Gabriella è stata anche un’ospite eccezionale e, casi della vita, abbiamo pure scoperto che ha avuto un passato lavorativo proprio a Storo, il Comune dal quale provengo, dove ricopriva il ruolo di export manager per un’impresa locale. Inoltre ancor oggi gestisce un B&G sul Lago di Garda.
Sarà una grase fatta, ma il mondo a volte sembra davvero piccolo e siamo davvero più connessi di quanto pensiamo.

gruppo val Monastero

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