Il M5S crede che la tutela della minoranza linguistica ladina presente in Trentino-Alto Adige sia doveroso e giusto. Già nel 2016, l’allora deputato Riccardo Fraccaro, tramite una serie di emendamenti, si era impegnato a migliorare le disposizioni statutarie per tutelare la minoranza ladina. Ora il lavoro prosegue con la richiesta che le prescrizioni di legge statali a tutela dei ladini, accolte anche nello Statuto d’Autonomia, siano effettivamente attuate dal Consiglio provinciale.
A tal riguardo abbiamo presentato un’interrogazione ad hoc, con la quale chiediamo al presidente del Consiglio provinciale di dire se voglia o meno fare lo sforzo per modificare il regolamento del Consiglio in coerenza allo Statuto di Autonomia o si preferisca invece far altro (per poi magari marciare in campagna elettorale al grido di “Viva l’Autonomia”). Oltre a questo, chiediamo che proprio per dare risalto all’importanza che la tutela dei ladini riveste per il Trentino, venga convocata una seduta straordinaria del Consiglio provinciale in uno dei comuni ladini, o mocheni o cimbri, per trattare le proposte di legge e gli atti consiliari che li riguardano.
Come sempre vedremo se sono solo bravi a parlare o se alle parole siano capaci di far seguire i fatti.
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Segue il testo dell’Interrogazione 2271/XVI del 9 febbraio 2021 “Sessioni straordinarie del Consiglio provinciale presso i territori delle minoranze linguistiche e modifiche al regolamento interno” e della risposta fornita il 10 marzo 2021
il 15 marzo 2013 veniva presentata la proposta di legge Proposta di legge costituzionale C. 56 a prima firma del deputato Daniel Alfreider (SVP) recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige (DPR 31 agosto 1972 n.670) in materia di tutela della minoranza linguistica ladina della provincia di Bolzano”;
in prima lettura alla Camera dei Deputati, il 20 ottobre 2016, venivano approvati una serie di emendamenti aggiuntivi alla proposta di legge per estendere la tutela anche alla minoranza linguistica ladina della provincia di Trento. In tale direzione andavano gli emendamenti 01.01 (art.27 Statuto), 01.04 (art.34 Statuto) e 06.01 (art.101 Statuto) a prima firma del deputato Riccardo Fraccaro (M5S);
l’emendamento 01.01 otteneva l’integrazione delle modalità di convocazione delle sessioni del Consiglio regionale definite dall’articolo 27 dello Statuto introducendo, dopo il primo comma, il seguente: «Possono svolgersi sessioni straordinarie riguardanti i diritti della minoranza linguistica ladina, del gruppo linguistico dei mocheni e del gruppo linguistico dei cimbri». Ai sensi dell’articolo 49 dello Statuto la medesima integrazione veniva applicata anche ai Consigli provinciali di Trento e di Bolzano;
l’intenzione del proponente dell’emendamento all’articolo 27 dello Statuto era di prevedere sessioni straordinarie per la tutela della minoranza linguistica non solo introducendo la possibilità di convocare delle sedute straordinarie nella programmazione dell’agenda dei lavori d’aula ma anche di consentire di svolgere delle sessioni esterne da convocare presso i territori delle minoranze linguistiche oggetto di tutela;
le integrazioni agli articoli 34 e 101 dello Statuto venivano successivamente soppresse nel corso dei lavori parlamentari. Le novelle all’articolo 27 dello Statuto, invece, venivano mantenute anche in seconda lettura e fino al termine dell’iter legislativo che si concludeva con l’approvazione della legge costituzionale 4 dicembre 2017, n. 1 recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino – Alto Adige/Südtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina”;
nella relazione annuale 2018 prevista dall’art.10, comma 7, lettera e), della legge provinciale 15 giugno 2005, n. 7 “Istituzione e disciplina del Consiglio delle autonomie locali”, nel capitolo IV “Sull’attuazione degli articoli 27 e 49 dello Statuto di Autonomia”, l’Autorità per le minoranze linguistiche evidenziava l’opportunità di riprendere la proposta dell’Assessore regionale della scorsa legislatura avv. Giuseppe Detomas, in merito all’attuazione dell’emendamento del deputato Fraccaro ovvero dell’art. 27 dello Statuto di Autonomia in combinato con l’art. 49 del medesimo Statuto;
l’Autorità rilevava altresì la necessità di una disciplina attuativa, anche mediante integrazione del regolamento del Consiglio provinciale, che specificasse i casi nei quali il Consiglio può essere convocato, nonché i termini e le modalità con cui i lavori debbano essere condotti invitando quindi il Consiglio provinciale ad attivarsi per dare attuazione alla legge costituzionale, integrando a tal fine il regolamento d’assemblea;
l’introduzione delle modifiche al regolamento consiliare adottate con delibera deliberazione 16 aprile 2020, n. 2 è la dimostrazione plastica che modifiche puntuali al regolamento, laddove siano necessarie per assicurare il regolare svolgimento dei lavori e il rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento giuridico senza sopprimere i diritti delle minoranze, volendo, sono possibili;
tutto ciò premesso si interroga il Presidente del Consiglio provinciale per sapere
- se intenda predisporre una proposta di modifica regolamentare per attuare il dettato costituzionale disposto dall’art. 49 dello Statuto di autonomia o se ritenga che l’adeguamento del regolamento possa essere posticipato a data destinarsi;
- se, anche in assenza di una puntuale modifica del regolamento consiliare, intenda convocare una sessione straordinaria del Consiglio provinciale da svolgersi presso uno dei comuni ladini menzionati nell’articolo 48 dello Statuto di autonomia o nei territori mocheni o cimbri per discutere disegni di legge e altri atti inerenti la tutela delle minoranze linguistiche;
Risposta del 10 marzo 2021


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