La mancanza di fair play democratico all’interno delle Istituzioni provinciali raggiunge nuove vette (anzi, nuovi abissi…). Come forse ricorderete, giusto 2 anni fa, partecipando come consigliere provinciale ad una conferenza stampa delle minoranze riguardo alla pessima gestione dell’Aula del Consiglio provinciale, sottolineai come si verificasse un elevato consumo di alcol durante le sedute. Si trattava di una cosa nota da tempo e già ampiamente ripresa dalla stampa, ma alcuni consiglieri si ritennero offesi e mi fecero causa. A conferma dell’infondatezza delle loro doglianze, prima il PM e poi il GIP decisero che il caso andava archiviato. A quel punto chiesi al Consiglio di farsi carico delle mie spese legali. Il primo parere che ricevetti fu che non pagavano perché secondo loro avevo agito fuori dal ruolo di consigliere provinciale (eh già… perché parlare in una conferenza stampa delle minoranze in consiglio provinciale criticando ciò che accade in Consiglio non è esercitare il ruolo di consigliere… logico vero?) poi la procedura si arenò. Sapendo che, nell’ambito di un altro procedimento su un caso analogo, ad un consigliere le spese legali erano state liquidate, presentai una serie di istanze per capire cosa fosse successo. Saltò fuori che l’ufficio di presidenza non si era espresso sulla mia richiesta. In sintesi non era stato possibile esaminare e decidere in merito alla richiesta di rimborso, per mancanza del numero legale richiesto a fini deliberativi, in conseguenza dell’astensione di due componenti dell’ufficio di presidenza. Presentai allora un’interrogazione specifica che fu largamente rimaneggiata, censurando ad esempio la parte in cui riportavo le motivazioni dell’astensione dei componenti dell’ufficio di presidenza. La risposta è comunque arrivata nei giorni scorsi ed è scritta in quella che Italo Calvino ha efficacemente definito l’antilingua: si scrive tanto per non dire niente.
Alla fine è perfettamente inutile cercare un fondamento di giustizia in questi comportamenti. Chi occupa le Istituzioni agisce con imparzialità e correttezza, tutelando i diritti e le prerogative di ciascun consigliere, o al contrario quelli che sono considerati nemici politici vengono puniti appena possibile? Questa è la domanda da porci per arrivare al nocciolo della questione. Il problema non sono i soldi che ho speso per l’avvocato, è questo modo di fare arbitrario, che piega agli interessi di una parte ciò che è di tutti.
Un consigliere o ha diritto a un rimborso delle spese legali o non ha diritto, giusto? Non proprio. Chi comanda, se desidera negare le prerogative di un consigliere che, ad esempio, avesse avuto ragione in tribunale, può infatti rallentare o impedire il rimborso e non c’è verso di far prevalere logica e giustizia, perché di fondo le regole contemplano la possibilità dell’arbitrio, frustrando l’esercizio dell’attività dei consiglieri per il timore di eventuali ritorsioni di carattere giudiziario. Questo per chi come me crede nella necessità di avere Istituzioni che operino secondo imparzialità e giustizia è drammatico. È l’affermazione di un sistema compiutamente kafkiano, dove la macchina del potere può fare ciò che vuole, in un meccanismo che è l’antitesi stessa del modello democratico nel quale in teoria viviamo.
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Qui potete consultare quel che è rimasto del testo dell’interrogazione 2598/XVI “Richiesta di rimborso delle spese legali da parte di un consigliere provinciale” del 26 aprile 2021 e la risposta fornita dal Presidente Walter Kaswalder l’8 giugno 2021.
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Determinazione di rigetto n.128 del 20 luglio 2021 “Determinazione del sostituto del Segretario generale ad interim – istanza di rimborso spese legali ai sensi dell’articolo 5, Regolamento sul trattamento economico dei consiglieri e sugli interventi a favore dei gruppi consiliari (deliberazione del Consiglio provinciale 11 aprile 2013, n. 6) – diniego. Esercizio del potere sostitutivo”
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Alex, fai girare in tuo favore una raccolta di firme online su Change. Org da indirizzare al Kaswalder, con la motivazione di tale petizione.
Almeno lo sapranno molti di più di questo modus operandi da sacra corona unita trentina, pardon, da Mezzocorona Cavit unita.