In questi anni il M5S ha sostenuto l’avvio di un iter partecipato per verificare la fattibilità e le alternative progettuali della funivia Trento-Bondone, operando dal governo del Paese affinché lo Stato potesse valutare il finanziamento di quest’opera in linea con logiche e intendimenti di sviluppo socio/economico, da conseguirsi favorendo anche la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. I fondi messi a disposizione in questi giorni non sono che la conseguenza di tale impegno. Se da un lato ci riteniamo soddisfatti per il buon esito delle procedure di assegnazione delle risorse statali al Trentino, dall’altro non possiamo non sottolineare come Comune di Trento e Provincia si siano sistematicamente rifiutati di coinvolgere i cittadini nell’iter dell’opera, rendendo evidente la volontà di calarla dall’alto, senza alcun vero confronto con la cittadinanza, cosa per altro già avvenuta con la circonvallazione ferroviaria di Trento.
In attesa dei fondi, Comune e Provincia di Trento hanno perso volutamente un’occasione storica. Avrebbero potuto mettere in campo procedure democratiche per rendere realmente popolare la programmazione e la realizzazione della Trento-Bondone. Ciò avrebbe consentito loro di arrivare preparati al dunque, con idee e progetti pronti per impiegare in maniera proficua e intelligente i capitali statali messi a disposizione per la realizzazione di un sistema di trasporto moderno ed efficace per il monte Bondone. Come al solito così non è stato e non è un caso. Ci sono infatti le prove che ci si è rifiutati di agire in tal senso.
In sede provinciale il M5S ha proposto a più riprese di coinvolgere il comune di Trento e le comunità interessate alle opere pubbliche trasportistiche di area vasta che interessano il monte Bondone, anche favorendo l’attivazione degli strumenti di partecipazione popolare disciplinati dalle leggi provinciali nonché gli istituti previsti dallo Statuto comunale e dai relativi regolamenti, registrando però sistematicamente il respingimento delle stesse (vedasi ad esempio il respingimento della proposta di ordine del giorno 1/72/XVI presentata il 23 novembre 2020 “Partecipazione popolare e opere pubbliche”). La popolazione avrebbe potuto e dovuto avere voce in capitolo sulle scelte strategiche riguardanti lo sviluppo del territorio in cui vive, sia per gli interventi che interessano le aree residenziali sia per quelli ideati per rendere più accessibili le aree a vocazione turistica e naturalistica. Ora, invece, a causa della riluttanza della politica ad avviare percorsi partecipativi e di analisi e valutazione rispetto agli impatti ambientali e sociali, i cittadini dovranno accontentarsi di leggere sui giornali locali le peripezie della pubblica amministrazione nella corsa contro il tempo per imbastire progetti e soluzioni calate dall’alto e per soddisfare gli interessi di pochi pur di incassare le risorse pubbliche erogate dallo Stato.
Non è andata meglio per quanto riguarda la trasparenza delle procedure. Nel corso della presente consiliatura il M5S ha più volte sollecitato l’amministrazione provinciale ad attivare approfondimenti tecnici con Terna al fine di affrontare il nodo degli elettrodotti di Sardagna ma le sollecitazioni sono sempre state rispedite al mittente (vedasi interrogazione 3236/XVI del 19 novembre 2021 “Interramento degli elettrodotti per agevolare la realizzazione della funivia del monte Bondone” e la recentissima interrogazione 3878/XVI del 29 luglio 2022 “Interventi per l’interramento o la delocalizzazione di elettrodotti che attraversano il territorio trentino“).
Come si vede la politica trentina ha scelto di non coinvolgere i cittadini e di non fare chiarezza rispetto alle criticità conclamate che riguardano la realizzazione della funivia Trento-Bondone. Ottimo dunque che lo Stato abbia messo a disposizione risorse a favore dei nostri territori, ma come al solito le nostre cosiddette classi dirigenti hanno perso l’occasione di dimostrare apertura verso un metodo di governo democratico e non verticistico, che ancora una volta si è dimostrato lontano anni luce dalle loro sensibilità autocratiche.
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La politica trentigena non vuole coinvolgere i cittadini perché altrimenti i trentini gli direbbero che, come è stato fatto per Bolzano, è sufficiente rimodernare e potenziate la funivia oggi esistente per raggiungere le cime del Bondone.
Come per Soprabolzano, sarebbe sufficiente poi, un trenino elettrico o dei bus navetta per raggiungere le varie frazioni del Monte Bondone, anche quelle oggi dimenticate e pertanto sconosciute al turismo, tipo Candriai o la Malga brigolina o la sfitta Malga Mezzavia, dove in quest’ultima si trova persino la partenza della funivia rocce rosse che arriva in cima al monte Palon. Si aprirebbero scenari nuovi, ecologici e mai visti prima dal turista.
Inoltre , il farmacista consigliere Maestranzi,dopo la sua idea di funivia lunapark, poi, vorrebbe persino fare alle Viotte i campetti vip da reality golf, giusto per distruggere un biotopo naturalistico-floreale unico al mondo e dividere il Bondone in due parti: quello per i ricchi, erba a tappeto inglese e recintato con corrente elettrica anti-zecche, da quello per i poveri a debita distanza epidemica controllata.