Il sistema politico trentino corrisponde a un modello di postdemocrazia o di democratura? Al netto del fatto che, già da tempo le scelte politiche sostanziali vengono dettate da portatori di interesse economici non democraticamente rappresentati nelle istituzioni, in un sistema di postdemocrazia le cerimonie e le regole formali dei processi democratici all’interno delle istituzioni vengono rispettate.
Considerata questa premessa, credo che in questo momento storico in Trentino abbiamo superato la fase della postdemocrazia. Stiamo entrando in un regime di democratura, posto che nemmeno le regole formali sono applicate. Il processo legislativo viene condotto senza considerare i cardini del regolamento consiliare e del libero confronto democratico e non vi è certezza rispetto alla garanzie che dovrebbero contraddistinguere il processo elettorale. Si esercita il potere concesso dai cittadini secondo logiche di forza per taluni aspetti anche brutali, e ciò porta gradualmente a svuotare il sistema democratico, in un processo che, se non sarà arrestato finirà per essere irreversibile, con conseguenze potenzialmente drammatiche sulle possibilità di autodeterminazione di ciascuno di noi all’interno del nostro sistema politico/istituzionale.
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Segue il testo integrale delle seguenti interrogazioni che non riguardano l’esercizio arbitrario degli eletti ma la preoccupante incertezza nel monitoraggio delle procedure elettorali in Trentino:
- 4481/XVI del 22 aprile 2023 “Iniziative adottate dalla Provincia dal 1993 ad oggi per promuovere ed agevolare il libero esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini”
- 4509/XVI del 3 maggio 2023 “Mancata trattazione di atti di indirizzo in materia elettorale, di referendum, di trasparenza e di prevenzione della corruzione approvati dal Consiglio provinciale e mancata risposta alle interrogazioni sul medesimo tema”
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Interrogazione 4481/XVI
Le elezioni politiche nazionali del 25 settembre scorso hanno evidenziato un drastico calo dell’affluenza elettorale anche in Provincia di Trento, con un incremento dell’astensionismo del 9% registrato nella regione Trentino-Alto Adige rispetto alla tornata elettorale del 2018 (vedasi interrogazione 3967/XVI “Partecipazione elettorale, astensionismo e modernizzazione dei procedimenti elettorali in Provincia autonoma di Trento” ad oggi ancora senza risposta). Il trend astensionistico è stato confermato anche in occasioni delle elezioni regionali che si sono svolte nel 2023 con un’affluenza che ha raggiunto i minimi storici: Lombardia (41,68%), Lazio (37,2%) e Friuli-Venezia Giulia (45%);
l’articolo 48, comma 2, della Costituzione sancisce che il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico;
la Costituzione italiana definisce l’esercizio del voto come un “dovere civico”. Un’espressione questa su cui si è molto dibattuto ma che senza dubbio esprime l’auspicio, da parte dei costituenti, che l’intero corpo elettorale partecipi al processo democratico. Già questa espressione d’altronde rappresenta una formula di mediazione tra chi, in assemblea costituente, riteneva che il voto dovesse essere obbligatorio e chi invece lo vedeva come un diritto che i cittadini possono liberamente decidere di esercitare o meno. La costituzione dunque non disciplina di per sé un obbligo giuridico pur non escludendo, almeno esplicitamente, che la legge possa declinarlo come tale (L’astensionismo e il partito del non voto – Openpolis.it, 11 ottobre 2022);
in effetti la prima formulazione del testo unico delle leggi per l’elezione della camera dei deputati (Decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 “Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati”) definiva esplicitamente l’esercizio del voto come un obbligo, prevedendo anche delle sanzioni, anche se di natura assolutamente modesta:
ex art. 4 – L’esercizio del voto è un obbligo al quale nessun cittadino può sottrarsi senza venir meno ad un suo preciso dovere verso il paese.
ex art. 115 – L’elettore, che non abbia esercitato il diritto di voto, deve darne giustificazione al sindaco del comune nelle cui liste elettorali è iscritto;
tali sanzioni furono raramente applicate e nel 1993, con la riforma del testo unico, l’articolo 115 che stabiliva le sanzioni per il mancato esercizio del voto fu abrogato, mentre l’articolo 4 fu riformulato. Il nuovo articolo 4 del DPR 361/1957 recita:
“1. Il voto è un dovere civico e un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere garantito e promosso dalla Repubblica.”;
tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia per sapere
- quali siano state le iniziative adottate dalla Provincia dal 1993 ad oggi per promuovere ed agevolare il libero esercizio del diritto di voto da parte dei cittadini;
- quali misure in termini di organizzazione interna e di campagne di informazione istituzionale stia valutando di adottare al fine di promuovere l’esercizio del diritto di voto in considerazione dell’aggravarsi del fenomeno dell’astensionismo e dell’approssimarsi del voto elettorale provinciale del 22 ottobre 2023.
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Interrogazione 4509/XVI
Gli atti di indirizzo in materia elettorale, di referendum, di trasparenza e di prevenzione della corruzione approvati dal Consiglio provinciale ma non ancora attuati sono molteplici, così come le interrogazioni senza risposta sul tema. Senza pretesa di esaustività si elencano i seguenti atti politici:
- int. 1553/XVI “Esiti conclusivi della sperimentazione del voto elettronico attraverso il progetto ProVotE ed intenzioni della Giunta provinciale per le elezioni comunali del prossimo autunno” del 4-giu-2020;
- int. 2889/XVI “Azioni intraprese per rendere effettivo il diritto di voto per corrispondenza da parte degli elettori residenti all’estero” del 4-ago-2021;
- int. 3973/XVI “Presenza di componenti della delegazione dell’ufficio (OSCE) per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) nei seggi ubicati in Trentino nel corso della consultazione elettorale del 25 settembre 2022” del 4-ott-2022;
- int. 3975/XVI “Conformità della legge provinciale sui referendum con il provvedimento conclusivo del procedimento n. 2656/2015 adottato dal Comitato dei diritti Umani dell’ONU il 9 novembre 2019” del 4-ott-2022;
- int. 4001/XVI “Consentire l’esercizio del diritto dl voto per corrispondenza agli elettori trentini temporaneamente all’estero” del 6-ott-2022;
- int. 4004/XVI “Iniziative legislative o organizzative intraprese dalla Giunta provinciale per assicurare l’esercizio del diritto di voto in occasione delle consultazioni elettorali provinciali anche ai fuori sede” del 7-ott-2022;
- int. 4066/XVI “Attivazione di una forma di collaborazione con l’Istituto internazionale per la democrazia e l’assistenza elettorale (International IDEA)” del 24-ott-2022;
- int. 4071/XVI “Elaborazione di un piano di comunicazione istituzionale volto ad illustrare al corpo elettorale le corrette modalità di voto” del 25-ott-2022;
- int. 4082/XVI “Percorsi partecipativi sul tema dell’inclusione della donna negli organi elettivi locali, provinciali e regionali” del 2-nov-2022;
- int. 4241/XVI “Assicurare uno spazio sul sito istituzionale della provincia di Trento dove inserire le petizioni, le iniziative popolari e i referendum” del 16-gen-2023;
- mozione n. 79/XVI “Azioni per rendere effettivo il diritto di voto per corrispondenza da parte degli elettori residenti all’estero iscritti nel registro anagrafico dei cittadini italiani residenti all’estero” del 9 nov. 2020;
- ordine del giorno n. 9/XVI “Previsione negli statuti delle comunità trentine di strumenti di partecipazione popolare in conformità alla l.p. n. 3 del 2006” del 6 febbraio 2019;
- ordine del giorno n. 311/XVI “Spazi per la partecipazione politica” del 13 gennaio 2021;
- risoluzione n. 92/XVI “Misure per garantire la partecipazione alla vita politica e pubblica delle persone con disabilità” del 10 marzo 2022;
- ordine del giorno n. 521/XVI “Partecipazione popolare alle decisioni delle comunità” del 29 giugno 2022;
l’attuale declaratoria pubblicata sul sito istituzionale della Provincia specifica che il Servizio elettorale, anticorruzione e controlli svolge i seguenti compiti:
- cura gli adempimenti necessari per lo svolgimento delle operazioni per l’elezione del Presidente della Provincia e del Consiglio provinciale e per l’espletamento dei referendum previsti dalla normativa provinciale; in riferimento a tali attività, coordina e supporta l’attività delle altre strutture provinciali, dell’Ufficio centrale circoscrizionale e dei Comuni;
- cura la tenuta e l’aggiornamento dell’albo dei Presidenti di seggio per le elezioni provinciali;
- provvede, sentite le strutture provinciali eventualmente interessate, agli adempimenti della Provincia connessi con le consultazioni elettorali e referendarie europee e statali;
- cura gli adempimenti connessi alla normativa in materia di prevenzione della corruzione e dell’illegalità e di trasparenza;
- collabora alla verifica degli atti e della corrispondenza della Presidenza;
- coordina l’Unità per il controllo sulla trasparenza e la legalità amministrativa e cura la messa in atto dei controlli interni sulla trasparenza e legalità dell’azione amministrativa e la procedura inerente i conti giudiziali;
i processi elettorali rappresentano un passaggio molto delicato per tutte le democrazie, ma in particolare per le elezioni italiane che sono caratterizzate da elementi di disturbo e di influenza nei confronti dell’elettorato piuttosto marcati. Tra i fattori di disturbo rispetto al corretto svolgimento del processo elettorale si considerino ad esempio le situazioni di monopolio di informazione, la scarsa trasparenza sulle forme di finanziamento delle campagne elettorali, l’alto livello di corruzione percepita, le farraginose procedure di raccolta e di autentica delle firme per la presentazione di liste ed infine le procedure di spoglio e di conteggio del voto che si basano su sistemi di espressione del voto obsoleti e di difficile interpretazione del voto elettorale stesso da parte dei componenti dei seggi elettorali;
in un contesto a rischio, peraltro sempre più caratterizzato da un’endemica sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e conseguentemente da un aumento dell’astensionismo, è evidente che vada assicurata la piena dotazione di personale degli uffici preposti agli adempimenti concernenti l’iter elettorale. Oltre a ciò è pacifico che debba essere assicurato anche il corretto funzionamento del servizio al fine di garantire il pieno e democratico svolgimento delle consultazioni elettorali, referendarie e più in generale delle procedure di indirizzo e di controllo in ordine alle misure di prevenzione della corruzione;
tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia per sapere
- se la mancata trattazione degli atti menzionati nelle premesse sia dovuta al malfunzionamento o al sottodimensionamento del Servizio elettorale, anticorruzione e controlli oppure se sia dovuta alla mancanza di volontà politica di rispondere agli atti di sindacato ispettivo e di attuare gli atti di indirizzo del Consiglio che riguardano le misure di tutela e di salvaguardia dei diritti politici e di rispetto degli obblighi internazionali nell’ambito delle regole fondamentali della democrazia;
- quali siano le attività e il carico di lavoro attribuiti al Servizio elettorale, anticorruzione e controlli nella situazione ordinaria e in prossimità delle scadenze elettorali e come siano ripartite le funzioni in relazione alle diverse competenze;
- quali misure siano state adottate affinché il personale del Servizio elettorale, anticorruzione e controlli possa svolgere le proprie mansioni con imparzialità e neutralità rispetto ai ruoli apicali del potere esecutivo;
- se, in considerazione dell’avvio del processo elettorale che si concluderà con le elezioni del 22 ottobre e con le operazioni di scrutinio dei voti che avranno luogo a partire dal giorno successivo, intenda potenziare la dotazione organica del Servizio elettorale, anticorruzione e controlli al fine di assicurare la massima attenzione ai processi elettorali, anticorruzione ed ai controlli per garantire standard democratici ottimali anche allo scopo di limitare quanto più possibile l’erosione della fiducia da parte dei cittadini nei confronti delle pubbliche istituzioni.
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Ci vogliono abituare alle follie della ragione in modo che ciò che è folle si recepisca come se fosse normale quando normale non è. Così anche una dittatura ci apparirà come una democrazia. Ci basti vedere il bombardamento mediatico a tappeto di programmi demenziali per rincoglionire il popolo annichilendo una notizia seria con un’altra demenziale, e così via. Un popolo che vive la normalità vota in modo ragionevole,se lo rincoglionisci mediaticamente voterà in modo folle pensando che il responso sia dopotutto un risultato normale, mentre normale non è quando vediamo risultati con sbalzi paragonandoli ad un encefalogramma impazzito. Mille bugie ripetute sui media diventano verità e se le ripetono i vip bastano solo tre volte, per questo Berlusconi li paga bene.