In una delle prime interrogazioni presentate all’inizio della consiliatura chiedevamo di ottenere i dati dell’affluenza degli italiani residenti all’estero al voto per le elezioni provinciali. Una prima analisi aveva già dimostrato come il diritto di voto previsto dall’articolo 48 della Costituzione fosse sostanzialmente inesigibile, l’affluenza era infatti di poco superiore al 2%. Ora, dati alla mano, si conferma che nonostante le risorse pubbliche messe a disposizione per sostenere i viaggi di ritorno degli elettori dall’estero, anche in occasione dell’ultima tornata elettorale la partecipazione al voto è rimasta assai scarsa.
Ecco la sintesi dei costi sostenuti dall’ente pubblico per “incentivare” il voto dei trentini all’estero.
In occasione delle elezioni provinciali 2018 la PAT ha speso 252.148,27 euro per dare sostegno al voto dei trentini all’estero. Di questi:
– Euro 166.513,08 sono stati spesi per la spedizione di 22.038 cartoline-avviso;
– Euro 85.635,19 costituiscono l’esborso per i sussidi erogati a favore degli elettori rientrati per votare.
Per contro il numero degli elettori tornati in Italia per esercitare il proprio diritto al voto ammonta ad un totale di 490 iscritti all’AIRE. Fra di essi 481 hanno chiesto di beneficiare del sussidio. La loro provenienza è stata la seguente:
– 406 sono stati gli elettori provenienti da Paesi dell’area europea, fra i quali: 162 dalla Germania, 97 dalla Svizzera, 39 dal Regno Unito, 29 dalla Francia, 14 dall’Austria, 13 dal Belgio, 9 dalla Spagna, 9 dall’Olanda e rimanenti da altri Paesi;
– 75 invece gli elettori tornati in Trentino da Paesi extraeuropei, fra cui: 22 dall’Argentina, 15 dagli USA, 7 dal Canada, 6 dal Brasile e i rimanenti da altri Paesi.
Confrontando il costo sostenuto dall’ente pubblico col numero dei votanti che hanno chiesto il sussidio risulta una spesa di oltre 500 euro per elettore. In sostanza in pochi tornano a votare ma per agevolarli bisogna spendere cifre rilevanti. Nel complesso la situazione è in peggioramento rispetto alle votazioni precedenti, già tutt’altro che esaltanti, e sembra non ci sia alcuna intenzione di porre rimedio a questo andazzo negativo.
A conti fatti, appare evidente come il sussidio per il viaggio non sia la soluzione ideale per garantire il diritto di voto dei trentini all’estero e come sia invece necessario introdurre nuove modalità di voto. Al momento di presentare la già citata interrogazione (91/XVI), il M5S aveva depositato anche una proposta di mozione per introdurre il voto elettronico o il voto per corrispondenza per i trentini all’estero, modalità già prevista per le elezioni politiche. Le motivazioni che portarono alla formulazione di quell’atto escono invariate se non addirittura rafforzate a fronte dei numeri sopra illustrati. Esortiamo le altre forze politiche a rendersi conto della situazione e ad agire per porvi rimedio.
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