La giunta provinciale di Trento rifiuta di confrontarsi con sindacati, associazioni imprenditoriali, ordini professionali e società civile in merito agli input sulla riforma fiscale allo studio del Governo. Questo il senso profondo della bocciatura della Proposta di ordine del giorno n. 1/128/XVI (Confronto partecipato su imposte locali e riforma fiscale) avanzata dal M5S nel corso dell’ultima sessione di Consiglio provinciale.
Come spiega il consigliere provinciale Alex Marini: «Interpellati in Commissione, in un raro esempio di concordia, sia i rappresentanti dei lavoratori che quelli delle imprese avevano avanzato la richiesta di un confronto più stringente e serrato con la politica riguardo ad esempio alla gestione di Irpef e Imis. Per dar sostanza a questa richiesta, come M5S avevamo presentato una proposta di ordine del giorno che avrebbe impegnato la giunta a promuovere un confronto partecipato con i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei lavoratori, degli ordini professionali e della società civile per raccogliere osservazioni su temi quali la gestione delle entrate locali e la riforma fiscale che si sta progettando a Roma. In questo modo la voce di lavoratori, imprenditori e professionisti trentini avrebbe potuto essere ascoltata, possibilmente orientando le scelte sia a livello provinciale che nazionale, qualora la giunta avesse ritenuto di far proprie in tutto o in parte i suggerimenti ricevuti. Purtroppo per l’ennesima volta i nostri amministratori si sono dimostrati impermeabili alle più elementari concessioni democratiche, opponendo un fiero e secco no alle richieste di maggior coinvolgimento e confronto. “La giunta sa cosa fare, la giunta ha titolo per decidere e la giunta decide” è in pratica il senso delle motivazioni alla base della bocciatura del nostro atto. Se ne deduce quindi che la giunta e i suoi sostenitori rifuggono il confronto aperto e trasparente in base all’assunto di sapere meglio di imprese e lavoratori cosa serva fare in fatto di fiscalità. Una nozione legittima in termini di legge, ma che appare assai contestabile se valutata da un punto di vista logico prima ancora che pratico. Purtroppo dobbiamo confrontarci con persone che vedono nell’esercizio del potere per il potere il fine ultimo della politica, dimentichi del fatto che invece il potere ha limiti e si giustifica solo se il suo utilizzo è volto a migliorare le condizioni di coloro che quel potere lo hanno democraticamente concesso».
In allegato:
- Relazione di minoranza con una sintesi del dibattito sul tema della partecipazione alle scelte di politica economica e di politica fiscale
- Osservazioni depositate dal Coordinamento provinciale imprenditori
- Osservazioni delle segreterie provinciali dei sindacati confederali
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Segue il testo integrale della proposta di ordine del giorno n. 1/128/XVI “Promuovere un confronto partecipato con i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei lavoratori, degli ordini professionali e della società civile, per raccogliere osservazioni sull’andamento delle entrate locali e sulla riforma fiscale al fine di elaborare gli obiettivi finanziari del prossimo triennio da inserire nel DEFP 2023-2025” collegata al disegno di legge n. 128/XVI in materia di addizionale IRPEF, IMIS e Trentino Sviluppo
Con gli articoli 1 e 2 del disegno di legge 128/XVI, si affrontano temi di tipo fiscale che rientrano nel quadro delle competenze definite dall’art. 73 dello Statuto di autonomia laddove si prevede che la regione e le province hanno facoltà di istituire con leggi tributi propri in armonia con i principi del sistema tributario dello Stato, nelle materie di rispettiva competenza, come ad esempio le tasse automobilistiche istituite con legge provinciale (c. 1); il comma 1 bis prevede che le province, relativamente ai tributi erariali per i quali lo Stato ne prevede la possibilità, possono in ogni caso modificare aliquote e prevedere esenzioni, detrazioni e deduzioni purché nei limiti delle aliquote superiori definite dalla normativa statale. Le province possono, con apposita legge e nel rispetto delle norme dell’Unione europea sugli aiuti di Stato, concedere incentivi, contributi, agevolazioni, sovvenzioni e benefici di qualsiasi genere. I fondi necessari per la regolazione contabile delle compensazioni sono posti ad esclusivo carico delle rispettive province, che provvedono alla stipula di una convenzione con l’Agenzia delle entrate, al fine di disciplinare le modalità operative per la fruizione delle suddette agevolazioni;
nel corso delle audizioni tenutesi in Prima commissione il 18 giugno 2021 e riguardanti le proposte di progetto di modificazione dello Statuto n. 1/XVI avente ad oggetto “Integrazione del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino – Alto Adige), in materia di tributi locali ed impiego dei trasferimenti di fondi statali per il finanziamento di politiche delle autonomie locali” del 7 novembre 2020 e n. 2/XVI avente ad oggetto “Integrazione del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino – Alto Adige), in materia di partecipazione popolare e politiche fiscali delle autonomie locali” del 15 dicembre 2020, sono state affrontate diverse questioni relative a temi di natura fiscale e tributaria raccogliendo contributi esterni di alto profilo;
per il fine che qui rileva, si riportano di seguito alcune delle osservazioni espresse nel corso delle audizioni, la cui sintesi è disponibile in una nota stampa pubblicata sul sito del Consiglio provinciale (Il futuro del Trentino? L’autonomia tributaria – Ufficio stampa del Consiglio provinciale, 18 giugno 2021);
- Gianfranco Postal, Giudice della Corte dei Conti di Trento, tra i vari temi disaminati, ha posto la sua attenzione sui rapporti tra Giunta e Consiglio rispetto alle modifiche dello Statuto da concordare con il Governo centrale. Secondo quanto previsto dall’articolo 54 dello Statuto infatti, alla Giunta provinciale spetta l’attività amministrativa riguardante gli affari di interesse provinciale; tuttavia, il Dott. Postal ha sottolineato come questa potestà amministrativa si estenda anche alle trattative con il Governo sui contenuti statutari, specialmente nell’ambito dei rapporti finanziari. Se da un lato le trattative con il Governo vengono effettuate dalla Giunta, il Consiglio provinciale dovrebbe essere coinvolto nelle modifiche dello Statuto, a tal proposito sarebbe necessaria una revisione organica del regolamento interno del Consiglio provinciale al fine di prevedere un maggiore dialogo fra Consiglio e Giunta provinciale;
- Andrea Giovanardi, Professore ordinario di Diritto Tributario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, riguardo alla proposta di introdurre un referendum confermativo in materia fiscale, ha sostenuto che il modello elvetico è molto più maturo di quello italiano da questo punto di vista e forse gli italiani non sono ancora pronti. A tal proposito, secondo il professore ha affermato che sarebbe opportuno “cercare momenti istituzionali alternativi a questi limiti”;
- Roberto Toniatti, Professore emerito di Diritto Pubblico Comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, relativamente al coinvolgimento dei Comuni nella quantificazione e nella spesa delle risorse riconosciute dallo Stato, ha auspicato un maggior coinvolgimento degli enti locali che al momento non sono valorizzati: “Il criterio dell’attribuzione si applica agli enti locali per la quantificazione ma la spesa è attribuita alla Provincia; questo è coerente con il sistema territoriale integrato, i comuni sono utilizzati per parametrare quantitativamente le risorse ma poi degradati per l’effettiva destinazione delle risorse.”;
- Roberto Louvin, Professore Professore Associato di Diritto Pubblico Comparato presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli studi di Trieste (ex presidente regione Valle d’Aosta ed ex presidente commissione paritetica Stato-Regione Valle d’Aosta per le norme di attuazione dello Statuto speciale), ha posto l’attenzione sul coinvolgimento dei cittadini sulle tematiche di natura tributaria non tanto nel momento “finale” del referendum, quanto nel momento della partecipazione e della discussione, bisognerebbe quindi “allargare il campo dalla democrazia deliberativa alla democrazia partecipativa”. Secondo il professore è importante aprire il confronto politico su una gamma di strumenti di coinvolgimento a livello informativo, partecipativo e di discussione. Questo potrebbe essere fatto modificando il regolamento interno del Consiglio provinciale e prevedendo momenti di dialogo rendendoli obbligatori con pareri tecnici e momenti informativi nei confronti della popolazione. Tutto ciò potrebbe essere attuato attraverso un forum fiscale, che aiuterebbe il coinvolgimento dei cittadini “a monte”, secondo il professore infatti sarebbe più utile “rafforzare strumenti di dialogo nel momento preparatorio delle norme più che favorire un’espressione a valle che incontrerebbe notevole difficoltà a essere metabolizzata nel nostro sistema costituzionale.”;
- Stefano Longano, presidente dell’associazione Più Democrazia in Trentino, ha posto l’accento su quello che voleva essere sia il punto di partenza che di arrivo delle proposte di modifica dello Statuto, ovvero cercare la modalità migliore per avere un confronto su una questione fondamentale: come si prendono e vengono utilizzate le risorse dei cittadini. Longano ha posto i seguenti quesiti: “vogliamo attivare una serie di meccanismi che coinvolgano di più i cittadini sull’esempio dei paesi più avanzati? Come politici non vi ponete il problema del benessere dei cittadini? Perché non cercare di utilizzare sistemi nell’ordinamento che possono far discutere (la politica è soprattutto discussione, non decisione)?”;
il coinvolgimento della cittadinanza, della società civile, delle categorie economiche e dei rappresentanti dei lavoratori è stato dunque individuato come un obiettivo a cui tendere da tutti i soggetti che sono stati ascoltati nelle audizioni sui progetti di modifica dello Statuto. Pur manifestando riserve sullo strumento del referendum confermativo sulle questioni fiscali, sul modello degli stati più virtuosi come ad esempio la Svizzera o la California, da parte dei soggetti ascoltati in audizione sono state avanzate proposte sulle alternative che potrebbero essere impiegate come ad esempio l’istituzione di forum fiscali o di momenti di confronto da organizzare a monte delle decisioni finali. Sulle base di questi comuni intendimenti si è dunque rilevata una comune concordanza sulle forme di democrazia partecipata, in alternativa allo strumento referendario, che potrebbero adattarsi anche ad una realtà dalla non spiccata attitudine alla compartecipazione nelle scelte di politica economica e dalla mediocre compliance fiscale come quella italiana e, nel caso specifico, trentina;
nelle osservazioni scritte presentate sul disegno di legge 128/XVI, oltre al giudizio di merito sulla proposta normativa e alla comparazione delle politiche fiscali fra le province di Trento e di Bolzano, le segreterie provinciali dei sindacati confederali hanno ribadito la richiesta affinché si apra rapidamente un confronto per il superamento delle agevolazioni Irap non selettive e più in generale sul quadro della finanza pubblica provinciale in relazione alla riforma fiscale dello Stato e ai trasferimenti dallo Stato alla Provincia a titolo di compensazione della riduzione del gettito riguardante la compartecipazione Irpef. Al netto delle posizioni di merito nel documento i sindacati hanno evidenziato l’esigenza di un confronto per portare il loro contributo al dibattito sulla riforma fiscale e sui rapporti finanziari tra Roma e autonomie;
come specificato anche nella relazione di minoranza sul disegno di legge 128/XVI, i rappresentanti sindacali hanno mostrato interesse rispetto alla prospettiva di prevedere spazi di partecipazione per la definizione delle politiche fiscali anche nel corso delle audizioni che si sono svolte in sede di commissione. Il rappresentante della UIL, pur stigmatizzando il fatto che per l’edilizia pubblica sociale sia stato più volte invocato un momento di confronto ma poi questo non si sia mai verificato, esprimeva apprezzamento per l’ipotesi di introdurre strumenti partecipativi per la scelta delle politiche economiche e per le politiche fiscali. Sul medesimo tema, il segretario provinciale della CGIL, pur giudicando complicato lo strumento del referendum confermativo sulle questioni fiscali, giudicava utilmente un eventuale coinvolgimento delle parti sociali nell’ambito di un eventuale forum fiscale;
durante le audizioni, anche il presidente della Cooperazione Trentina, che è intervenuto anche in veste di presidente del coordinamento degli imprenditori trentini, ha giudicato positivamente la concertazione preventiva invocata dai consiglieri sui temi fiscali, rimarcando tuttavia l’esistenza di un “conflitto di interessi” tra imprese e cittadini nel definire il livello ottimale di pressione fiscale. Sul punto ha dichiarato apertamente la disponibilità del Coordinamento degli Imprenditori a tornare sul tema;
nella relazione del 2020, il Garante dei contribuenti della provincia di Trento affermava quanto segue: “In termini generali, il Garante sin dall’epoca del suo insediamento, ha rilevato, alla stregua peraltro di quanto rilevato da altri Garanti regionali, la presenza di un sistema fiscale farraginoso e quasi elefantiaco, caratterizzato da una pletora di disposizioni normative oggetto di continui e reiterati interventi di revisione ad opera del Legislatore, incomprensibili ai comuni cittadini/contribuenti ed accessibili forse, solo per gli addetti ai lavori”;
alla luce di quanto sinora espresso, si ritiene che l’introduzione di un forum fiscale o, più genericamente, di forme partecipative nella definizione delle politiche fiscali rappresenterebbe un’innovazione che consentirebbe alle Province autonome di transitare verso un modello ispirato a principi federalisti nel quale cittadini e rappresentanti del mondo economico, sociale e sindacale assumerebbero un ruolo attivo, interagendo con le amministrazioni provinciali e gli enti locali, nella definizione delle politiche fiscali. Una maggiore partecipazione nella definizione delle politiche fiscali contribuirebbe peraltro ad aumentare il livello di comprensione della normativa in ambito fiscale e tributario che, come sottolineato dal Garante nella relazione del 2020, è spesso frammentaria, divisa tra diverse fonti normative e per questo non intelligibile. Ciò, come dimostrato da eminenti studi scientifici di settore, consentirebbe altresì di aumentare la compliance fiscale ovvero l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari da parte del contribuente;
attraverso la convocazione di un forum fiscale di questo tipo, che operativamente potrebbe trovare effettiva realizzazione in specifiche sessioni della commissione consiliare competente, le decisioni riguardanti aliquote, forme di deduzione e detrazione non sarebbero prese nell’ambito di una delega in bianco riconosciuta al potere esecutivo con una sostanziale e passiva ratifica del Consiglio provinciale in forza di una maggiora precostituita. Le decisioni sui temi fiscali si innesterebbero al termine di un processo di confronto democratico che assicurerebbe un virtuoso ed effettivo bilanciamento delle diverse posizioni in gioco ascoltando attivamente e coinvolgendo direttamente il mondo economico e la società civile. Le leggi approvate ai sensi del titolo VI dello Statuto e quelle relative all’addizionale regionale all’IRPEF rappresentano solo una quota delle imposte e delle tasse complessivamente normate dal legislatore statale ma, proprio per la possibilità di operare in uno spazio limitato e circoscritto, si potrebbero sperimentare nuovi modelli decisionali per dimostrare la funzionalità del meccanismo e poi estenderlo ad altri livelli, con l’ambizione di utilizzare tale modello per rivendicare un maggior grado di autonomia fiscale e non solo finanziaria;
tutto ciò premesso, il Consiglio impegna la Giunta
- a promuovere un confronto partecipato con i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei lavoratori, degli ordini professionali e della società civile, anche sotto forma di forum fiscale da organizzare sulla piattaforma online partecipa.tn.it, al fine di raccogliere osservazioni e considerazioni sull’andamento delle entrate locali e sulla riforma fiscale in discussione a livello statale al fine di elaborare gli obiettivi finanziari e della politica economia e fiscale del prossimo triennio da inserire nel DEFP 2023-2025;
- a riportare l’esito del confronto di cui al punto 1 nella commissione consiliare competente;
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2 Replies to “Riforma fiscale e Irpef: dalla giunta di Trento uno schiaffo a lavoratori e imprenditori”