Maggiore autonomia fiscale per i Comuni trentini!

Il 25 ottobre scorso, durante lo spazio dedicato ai Question Time in Consiglio provinciale, l’assessore Gottardi ha risposto a una nostra interrogazione che i Comuni trentini i quali hanno applicato l’addizionale comunale IRPEF nel corso del 2022 sono solo due: Giovo e Isera.

Per Giovo i dati sono i seguenti, aliquota unica dello 0,2% per tutti gli scaglioni di reddito imponibile IRPEF e una esenzione dall’addizionale per tutti i redditi inferiori ai 25 mila euro. Il gettito previsto a Giovo da questi provvedimenti per il 2022 è di 38 mila 360 euro.

Il Comune di Isera ha invece deliberato diverse aliquote: per i redditi imponibili IRPEF fino a 15 mila euro un’aliquota dello 0,2%, per i redditi da 15 a 28 mila euro l’addizionale è stata dello 0,65%, per i redditi da 28 mila a 50 mila euro dello 0,70%, e infine per tutti i redditi oltre i 50 mila euro, dello 0,75%. I redditi fino ai 15 mila euro sono però stati esentati dal versamento dell’addizionale comunale. Il gettito previsto dal Comune di Isera per questi provvedimenti nel 2022, è di 170 mila euro. 

Detto che è piuttosto sorprendente che fra tutti i Comuni del Trentino solo in 2 abbiano scelto di far leva sullo strumento dell’addizionale IRPEF, i dati di cui sopra contribuiscono comunque a fornire informazioni rilevanti.

L’art 79 dello Statuto di Autonomia prevede un sistema territoriale integrato per la gestione della finanza pubblica coordinato dalla Provincia anche verso gli enti locali. Questo, paradossalmente, rende la messa in pratica di politiche fiscali un tabù, sia riguardo alla definizione del carico dei tributi (alzare le tasse potrebbe essere impopolare ma abbassarle rischia di far collassare l’ente pubblico e i relativi servizi, cosa che risulterebbe altrettanto impopolare) che per quanto riguarda il decentramento delle decisioni, cioè nella possibilità di attribuire maggior potere ai Comuni riguardo alla definizione delle loro imposte e quindi della loro capacità di spesa in servizi a favore del cittadino. Insomma, con buona pace di tutti i consueti peana sull’Autonomia, sul nostro territorio abbiamo di fatto un approccio molto centralista e di subordinazione finanziaria degli enti locali rispetto alla Provincia. A Trento come a Roma, insomma.

A mio avviso, gli spazi per aumentare l’autonomia degli enti locali dal punto di vista delle politiche fiscali esistono, semplicemente in Provincia a Trento non si desidera percorrere tali strade. Si badi bene l’idea non è certo di aumentare le tasse un tanto al chilo, ma spostare il livello delle decisioni almeno in parte dalla Provincia ai Comuni, che meglio conoscono le esigenze e le possibilità economiche dei loro abitanti e sono quindi in grado di ottimizzare i propri livelli di tassazione.

Con una maggiore autonomia fiscale, Comuni virtuosi potrebbero anche decidere di abbassare le tasse. Purtroppo però la politica trentina da quest’orecchio non sembra sentirci. Il modello è infatti costruito su un’impostazione completamente clientelare, pensata per far passare ogni decisione e quindi ogni beneficio (vero o presunto…) alla cittadinanza tramite l’ente Provincia e i suoi rappresentanti. Per avere sostegno e aiuto i Comuni non possono fare da soli, nemmeno un po’, devono per forza di cose venire a Trento col cappello in mano e chiedere il “favore” del potente di turno… il che è esattamente quello che i “potenti di turno” vogliono!

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Segue il testo integrale dell’interrogazione n. 4054/XVI a risposta orale immediata “Comuni trentini che applicano l’addizionale comunale IRPEF, con quale aliquota e con quali effetti sul gettito raccolto” depositata il 20 ottobre 2022.

Ai sensi dell’art. 1 del D.Lgs. n. 360 del 1998, i comuni possono istituire un’addizionale all’IRPEF, fissandone l’aliquota in misura non eccedente lo 0,8%, salvo deroghe espressamente previste dalla legge, come nel caso di Roma Capitale, che, a decorrere dall’anno 2011, può stabilire un’aliquota fino allo 0,9%. I comuni possono stabilire un’aliquota unica oppure una pluralità di aliquote differenziate tra loro. L’addizionale è dovuta al comune nel quale il contribuente ha il domicilio fiscale alla data del 1° gennaio dell’anno cui si riferisce il pagamento dell’addizionale stessa. L’imposta è calcolata applicando l’aliquota fissata dal comune al reddito complessivo determinato ai fini IRPEF, al netto degli oneri deducibili. Dai dati relativi all’anno d’imposta 2020, risulta che i comuni italiani che hanno istituito l’addizionale sono 6.765, mentre quelli che invece hanno scelto di non applicarla sono solo 1.139. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente per sapere quali siano i Comuni trentini che applicano l’addizionale comunale IRPEF, con quale aliquota e con quali effetti in termini di gettito raccolto;

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