Le dimissioni fuori tempo massimo della presidente di ITEA Spa

Oggi sulla stampa ha trovato spazio il tema delle dimissioni (obbligate) della presidente di ITEA Spa, “candidata vicepresidente” alle elezioni del 22 ottobre prossimo. Si parla molto di retroscena e di posizioni di potere (con relativi, lauti stipendi) che i partiti della maggioranza si scambiano come pedine a dama. Poco, anzi niente, si dice invece in merito alla gestione di ITEA in questi anni. È un peccato, perché di cose da analizzare ce ne sarebbero eccome.

Si potrebbe partire dagli investimenti in ambito Superecobonus, annunciati e clamorosamente bucati da questa amministrazione. Si potrebbe proseguire facendo chiarezza sulle esorbitanti bollette che devono pagare gli inquilini ITEA, come si vede ad esempio alle Torri di Madonna Bianca. Si potrebbe concludere con gli investimenti in fatto di efficientamento energetico, annunciati tra squilli di trombe e fanfare varie, e che invece non verranno realizzati.

Tirando le somme, non ricorderemo la presidente di ITEA per le cose buone che ha fatto ma per i problemi che ha lasciato irrisolti, per le aspettative che ha generato e che non sono state concretizzate e per il modo col quale ha lasciato la postazione di comando per salire sulla comoda scialuppa delle elezioni provinciali, veleggiando verso i lidi sicuri e ben remunerati di quella  stessa politica che l’aveva scelta per occupare il seggio più alto all’interno di ITEA.

In un Paese civile una presidente che si dimette da una società pubblica dell’importanza di ITEA dovrebbe sentirsi in dovere di fare il punto sui risultati conseguiti e sugli obiettivi raggiunti, cosa che “stranamente” la “candidata vicepresidente” si è ben guardata dal fare. Di più, il Consiglio provinciale nell’ottobre del 2022 le aveva chiesto di relazionare in merito allo stato degli investimenti in ambito Superecobonus riguardanti gli immobili ITEA (richiesta rinnovata nel luglio 2023). Non ha fatto nemmeno questo.