Attività di maggio 2022 – Newsletter n° 43

Anche maggio è stato un mese che ci ha dato parecchio da fare. Fra gli eventi più notevoli, la visita della commissione antimafia in Trentino, l’ennesimo colpo di mano della maggioranza regionale, questa volta sulle modalità di gestione delle società partecipate, e la lotta per difendere lo stato di diritto nelle procedure dei referendum provinciali. Ma andiamo con ordine.

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Consiglio regionale. Il M5S presenta proposte per farlo funzionare ma le altre forze politiche marcano visita e rinviano ogni decisione

Il 1° maggio, per conto del gruppo consiliare regionale del M5S, ho presentato una serie di proposte di modifiche del regolamento interno del Consiglio regionale. L’obiettivo di fondo era di generare evoluzione, cioè passare dall’attuale democrazia della clava a un modello più trasparente,  funzionale e dinamico nella conduzione dei lavori in commissione e in Aula… insomma, di far evolvere un sistema fondamentalmente inerte verso forme decenti di Democrazia.

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Antimafia – La politica trentina non fa niente per combattere la criminalità

La visita della commissione Antimafia in Trentino-Alto Adige dimostra che non tutte le Istituzioni dormono di fronte ai rischi connessi alla proliferazione delle mafie nel Nord Italia. La speranza è che questo evento serva a far fare all’intero sistema locale un salto di qualità in termini di attenzione e volontà nel combattere la criminalità organizzata, perché come ha ben detto il presidente Morra, purtroppo da parte della politica trentina manca una presa di distanza netta dalle logiche e dai comportamenti che hanno permesso alle mafie di radicarsi in Regione.

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Il M5S chiede di rendere più trasparenti i criteri di nomina degli amministratori di A22 e Pensplan

Il Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige-Südtirol deve adeguare la normativa regionale in fatto di partecipate ai criteri nazionali (a loro volta adeguati alle richieste europee). Di fatto le più importanti partecipate regionali sono A22 e Pensplan, che come tutti sanno rivestono un ruolo decisivo nel quadro economico della nostra Regione. Notiamo che nella legge proposta dalla maggioranza e negli emendamenti che sistematicamente fioccano fuori dai termini per il deposito, come da copione, mancano i più basilari riferimenti in fatto di meritocrazia, trasparenza e accountability. Per questo motivo Diego Nicolini ed io non ci siamo limitati a presentare alcune interrogazioni, ma abbiamo anche elaborato proposte emendative di merito per migliorare la normativa

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Firme digitali per la promozione dei referendum: in Trentino-Alto Adige i Comuni dicono no e la commissione legislativa regionale respinge la proposta di legge

Il Comitato dei diritti umani (e il Consiglio regionale ne è consapevole) si è espresso in forma molto chiara sulla necessità di rimuovere gli ostacoli irragionevoli che impediscono di raccogliere firme e dunque di esercitare i diritti politici. Il Parlamento italiano ha riconosciuto il diritto alla raccolta delle firme digitali per promuovere referendum statali. La Giunta regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol aveva recepito le sollecitazioni del M5S esprimendo l’impegno a introdurre la raccolta delle firme digitali nel documento di economia e finanza regionale del 2020. Nonostante tutto questo, nel settembre 2021 il Consiglio dei Comuni di Bolzano, il Consiglio delle Autonomie di Trento e la Prima commissione legislativa regionale hanno scelto di respingere la proposta di legge che il M5S aveva presentato nel luglio del 2020 (qui l’iter del disegno di legge 27/XVI).

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Le mie dimissioni dall’Assemblea delle Minoranze

Venerdì 18 marzo ho comunicato alla segreteria del Consiglio provinciale le mie dimissioni dall’assemblea delle minoranze. Ieri più di una persona mi ha contattato per chiedermi spiegazioni. Non pensavo che la questione potesse avere tanto risalto visto che fino ad ora in pochi si sono chiesti quali fossero il ruolo e il funzionamento dell’assemblea prevista dall’articolo 139 del Regolamento del Consiglio e disciplinata da uno specifico regolamento. Proverò dunque a motivare la mia scelta, addentrandomi nelle intricate stanze della politica trentina.

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Osservatorio criminalità organizzata: Lega-Patt-SvP architettano l’ennesimo rinvio

Il 14 febbraio scorso si sarebbe dovuto svolgere l’esame del disegno di legge per istituire un Osservatorio sulla criminalità organizzata presentato dal gruppo regionale del M5S. L’appuntamento venne rinviato, su richiesta della maggioranza, per poter audire il 25 marzo prossimo il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, delegato per il Coordinamento delle Commissioni regionali e degli Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità. È di oggi la notizia che la seduta della I Commissione legislativa prevista per il 25 marzo è stata rinviata d’imperio, sempre da parte degli esponenti di Lega-Patt-SvP. 

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Presentate 2 interrogazioni contro l’istituzionalizzazione del conflitto di interessi imposto dalla maggioranza Lega-Patt-SVP

Ho da poco presentato 2 interrogazioni, una sul fronte regionale e una su quello provinciale, per sapere se ci sia il benché minimo piano per informatizzare la banca dati dell’Anagrafe degli amministratori comunali alle società di sistema della Regione e delle Province autonome, con particolare riferimento al titolo di studio e alla professione di chi gestisce i Comuni trentini. Si tratta di informazioni di grande rilievo, a maggior ragione dopo la scandalosa operazione portata avanti la settimana scorsa dall’inneffabile trio Lega-Patt-SVP che ha legalizzato il conflitto di interessi dei sindaci-progettisti in Trentino-Alto Adige.

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La maggioranza Lega-SVP-PATT respinge proposte di equiparazione fra le pensioni di uomini e donne!

La politica della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol odia le donne?

Sembrerebbe di sì, almeno a giudicare dal parere negativo che la maggioranza Lega-SVP-Patt ha dato ad una proposta di ordine del giorno (che era poi la conversione di una mozione presentata a maggio e che in commissione avevamo chiesto all’assessora di competenza che fosse valutata in vista della discussione in Aula) presentata da me e dal collega Diego Nicolini durante l’ultimo Consiglio regionale.

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Kaswalder decide su se stesso. Conflitto d’interesse? Assolutamente no… dice lui!

Per la serie “spariamola grossa” segnaliamo la recente risposta fornita dal presidente del Consiglio Kaswalder a una nostra interrogazione (la 2614/XVI) riguardo al licenziamento del suo segretario particolare ritenuto illecito dai tribunali (sia in primo grado che in appello, manca la Cassazione…). In sostanza Kaswalder, il cui voto è stato decisivo per caricare a spese dei contribuenti la propria difesa legale, si è espresso a favore di se stesso non ravvisando alcun conflitto d’interesse fra il suo essere da un lato parte in causa (è lui ad aver ordinato il licenziamento ritenuto illegittimo di un dipendente che nel suo tempo libero aveva osato andare a fare da spettatore al congresso di un partito diverso dal suo…) e dall’altro essere il presidente dell’organo istituzionale che ha deciso se e come resistere in giudizio e a quale professionista affidare la pratica (preferendo pagare un esterno invece di utilizzare i legali a libro paga del Consiglio…). Se è così vale letteralmente tutto, il conflitto di interesse non esiste perché la valutazione spetta al diretto interessato, il quale, con notevole sprezzo del ridicolo, dice che se lui decide su cose che lo interessano direttamente si tutelano non gli affari suoi ma quelli del Consiglio che egli stesso presiede…

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