Nell’ultima sessione consiliare mi sono trovato nuovamente ad affrontare la grave emergenza democratica rappresentata dalle procedure di nomina dei componenti dei consigli di amministrazione delle società partecipate. Si tratta di una problematica che si trascina dalle scorse legislature e che la destra trentina non pare interessata a risolvere ma solo ad approfittarne.
Come ho ribadito in ormai innumerevoli occasioni, le nomine provinciali seguono procedure rigorosamente opache nelle quali i nomi dei candidati e il relativo curriculum non sono pubblicati e dunque restano indisponibili alla cittadinanza e all’opinione pubblica. A dire il vero gli strumenti a disposizione dei consiglieri per valutare i curriculum non sono molto più efficaci di quelli concessi ai semplici cittadini. Se è vero che si è finalmente passati dalla versione cartacea dei curriculum a quella digitale (su sollecitazione del sottoscritto) è altrettanto vero che si è proceduto tramite una modalità che non consente nemmeno di scaricare i documenti.
È evidente che la procedura d’accesso alle informazioni pubbliche architettata dalla classe politica trentina nega un diritto che il cittadino dovrebbe poter esercitare, ovvero quello di conoscere i nominativi di candidati ad occupare un posto pubblico, i loro profili e di poter quindi valutare la bontà delle scelte del capo politico di turno. Purtroppo possiamo fare poco per cambiare questo palese malcostume. Il controllo ferreo sulle nomine è gelosamente difeso sia dall’attuale maggioranza, sia da chi l’ha preceduta, che a suo tempo mise in atto le medesime pratiche. Di fatto sul tema il M5S rappresenta la minoranza della minoranza e non ci sono nemmeno lontanamente i numeri politici per riformare il sistema e rendere trasparenti le procedure di nomina.
Se, numeri alla mano, la possibilità di cambiare l’andazzo appare proibitiva almeno possiamo toglierci la soddisfazione di rendere la vita difficile a chi ha fatto dell’offuscamento dei dati una ragione di vita. Siccome non sanno come giustificare i loro dinieghi rispetto alle richieste di rendere pubblici i nomi e i profili dei candidati, la risposta che danno è sempre la stessa:“ci sono problemi di privacy”. Una scusa buona per tutte le stagioni che però appare poco credibile se applicata alle nomine di soggetti che andranno a mettere mani e piedi nella gestione delle risorse pubbliche, soprattutto quando si scopre che proprio nel Trentino diversamente speciale esistono casi di trasparenza (parzialmente) virtuosi.
L’esempio viene dal Comune di Riva del Garda, sul cui sito istituzionale sono stati pubblicati tutti i nomi dei 12 candidati e il profilo degli stessi – eccetto uno! – che hanno inviato il curriculum in risposta all’avviso per la presentazione di candidature per la nomina dell’amministratore unico di Altogarda Parcheggi e Mobilità srl. Per assurdo la sindaca leghista di Riva del Garda potrà anche scegliere di nominare l’unico soggetto che non ha rilasciato il consenso per la pubblicazione del proprio curriculum, ma per lo meno lo farà in modo pubblico e trasparente, assumendosi la responsabilità delle proprie scelte di fronte agli elettori, cosa che invece nel capoluogo di Provincia non si vuole nemmeno considerare.
P.S.
La proposta che segue è solo l’ultimo esempio dei nostri tentativi di cambiare le cose ed è stata presentata anche sotto forma di emendamento ma naturalmente era stata bocciata anche in quella forma…
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Segue il testo integrale degli interventi in aula e il testo integrale della proposta di ordine del giorno:
Proposta di ordine del giorno n.1/32/XVI depositata il 24 marzo 2021 collegato al disegno di legge n. 32/XVI “Modificazione dell’articolo 6 della legge provinciale 24 maggio 1991, n. 9 (Norme in materia di diritto allo studio nell’ambito dell’istruzione superiore)”. Bocciata l’8 giugno 2021. Bocciata l’8 giugno 2021.
Pubblicizzazione delle procedure di candidatura per le nomine e designazioni di competenza della Provincia
La legge sulle norme in materia di diritto allo studio nell’ambito dell’istruzione superiore (Legge provinciale 24 maggio 1991, n. 9) all’articolo 6 disciplina le modalità di composizione del Consiglio di amministrazione (Cda) dell’Opera universitaria. Il Cda è nominato dalla Giunta provinciale nel rispetto della procedura prevista dalla legge provinciale 9 giugno 2010, n. 10 (Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza della Provincia autonoma di Trento) ed è composto da: a) il presidente, nominato d’intesa con il rettore dell’università (n.d.i. lettera oggetto di modifica da parte del disegno di legge 32/XVI); b) due rappresentanti dell’università scelti fra il personale universitario, designati dal senato accademico; c) tre rappresentanti della Provincia, esperti in materia di istruzione, di cui uno scelto tra i funzionari della Provincia e uno designato dalle minoranze presenti in Consiglio provinciale; d) tre rappresentanti degli studenti in corso o fuori corso da non più di un anno;
la legge provinciale 20/2010 disciplina le nomine e le designazioni di competenza della Provincia e all’art. 2 (Pubblicità) prevede quanto segue: “La Provincia garantisce la pubblicità delle nomine e designazioni da essa effettuate secondo le modalità previste dalla normativa in materia di trasparenza nella pubblica amministrazione, garantendo la consultazione di una raccolta unitaria dei nominati e dei designati”;
secondo quanto previsto dall’art.2 della legge 10/2010 la trasparenza è assicurata con forme di pubblicità solamente ex post, ovvero successivamente alla nomina. La norma, pur non vietandolo esplicitamente, non prevede l’obbligo di pubblicazione ex ante dei curriculum vitae dei candidati per la nomina o la designazione da parte della Giunta provinciale oppure del Consiglio provinciale, la quale invece permetterebbe ai cittadini di comparare il curriculum dei candidati prima della nomina e dunque di esercitare un potere di controllo diffuso sulle scelte e sull’operato della pubblica amministrazione coinvolgendoli sul merito delle stesse;
sempre nell’ottica di garantire e rafforzare la trasparenza rispetto alle procedure che riguardano le pubbliche Istituzioni, appare inoltre del tutto evidente l’utilità di adottare iniziative per allineare l’iter istruttorio ai principi generali del procedimento amministrativo, soprattutto per quanto concerne la pubblicità degli avvisi di apertura dell’iter di nomina, l’esame delle candidature e, laddove non esplicitamente impedito dalla legge, la pubblicazione dei curriculum e delle motivazioni dei candidati alle diverse posizioni;
tutto ciò premesso, il Consiglio impegna la Giunta
- ad assicurare una pubblicità adeguata sugli avvisi per la presentazione delle candidature e sui curriculum vitae depositati dai candidati per le nomine e le designazioni di cui all’art. 1 della legge provinciale 10 del 2010, prevedendo misure idonee ad ottenere il consenso al trattamento e alla pubblicazione dei dati, al fine di consentire un maggiore livello di accountability nell’ambito delle nomine e delle designazioni di competenza della Provincia autonoma di Trento;
One Reply to “La destra trentina dice (ancora) no alla trasparenza sulle procedure di nomina nelle società partecipate”