di Paolo Minotto, rappresentante del Comitato Marcia delle Carrozzine
Spesso si dice che in Italia si fanno leggi perfette dal punto di vista teorico ma che non stanno in piedi da quello pratico, o, detto meglio, ci si accontenta di enunciare propositi elevati senza curarsi affatto di dar loro concretezza, un comportamento che richiama il motto “fate come dico, non come faccio”. In questo men che commendevole andazzo generale, almeno per quanto riguarda la tutela delle persone disabili, spiace constatare come anche il Trentino sia perfettamente in linea con gli usi nazionali. Sulla carta infatti la Provincia Autonoma di Trento è dotata di strumenti avanzati per occuparsi e rispondere tempestivamente alle esigenze delle persone affette da disabilità. Nella realtà non si riesce nemmeno a verificare cosa essi facciano e se funzionino.
La situazione è la seguente. L’articolo 6 della legge provinciale sull’handicap n.8 del 2003 prevede che in Trentino operi il Coordinamento interistituzionale per la tutela delle persone in situazione di handicap. Si tratta di uno strumento nominato dalla giunta provinciale che dovrebbe, ad esempio, coordinare e integrare gli interventi a tutela e sostegno dei disabili, investigare la situazione delle persone affette da handicap in Provincia informandone la cittadinanza, valorizzare e promuovere progetti che favoriscano l’eguaglianza di opportunità pur in presenza di bisogni differenti, sviluppare iniziative innovative per migliorare la qualità dei servizi rivolti a chi si trova in situazione di handicap e molto altro ancora. Tante bellissime cose insomma, peccato che in concreto non si riesca a capire se e come vengano messe in pratica. È a tutti gli effetti un tema di assoluto rilievo, perché sarebbe proprio tramite questo Coordinamento che i disabili trentini dovrebbero trovare rappresentanza nelle istituzioni, avere la possibilità di far sentire la propria voce, segnalare esigenze e trovare risposte.
Chi scrive ha provato a capirci qualcosa, trovandosi però a rimbalzare contro il più classico dei muri di gomma. Da persona disabile, il mio scopo era di essere informato e partecipare attivamente alla vita pubblica ed in particolare a tutte le attività che mirano all’abbattimento degli ostacoli che impediscono ai disabili il godimento effettivo dei diritti dei disabili. Sono partito da un’interrogazione presentata dal consigliere provinciale Alex Marini nel maggio scorso, che in sostanza chiedeva lumi al presidente della Provincia proprio riguardo al Coordinamento a tutela delle persone affette da disabilità. Osservando come, pur a distanza di mesi, non ci fossero risposte, ho provato a procedere per mio conto, non riuscendo però a reperire informazioni rilevanti. Nel settembre scorso ho quindi chiesto al Difensore Civico, che è membro di diritto del Coordinamento stesso, di far luce sulla situazione. Ciò è effettivamente avvenuto, ma per ora né il direttore dell’azienda sanitaria provinciale e nemmeno l’assessore alla salute hanno ritenuto di rispondere, tanto che proprio in questi giorni il Difensore Civico ha provveduto ad inoltrare loro un sollecito. Si spera che le Autorità svelino presto l’arcano. A fronte della sconcertante mancanza di trasparenza che riguarda questo strumento pubblico, viene infatti da chiedersi, non tanto cosa abbia fatto il Coordinamento ma addirittura se esso esista davvero e, in caso, se si sia mai riunito.
Il mio obiettivo è che le istituzioni utilizzino al meglio gli strumenti legislativi a loro disposizione per sostenere nei fatti le persone affette da disabilità. Le risposte in questo senso dovrebbero essere veloci e automatiche, ma purtroppo siamo costretti a toccare con mano come non sia così ed è triste osservare come siamo tutti uguali solo di fronte ai malfunzionamenti della cosa pubblica.
Paolo Minotto, rappresentante del Comitato Marcia delle Carrozzine
Pubblicata il 12 novembre 2021 sul giornale L’Adige:

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