Il M5S ha presentato un’interrogazione a risposta immediata che verrà discussa nel prossimo Consiglio provinciale, riguardo al destino del sistema integrato di depurazione provinciale, settore con i bandi pubblici in scadenza a breve, che dà lavoro a circa 250 persone in Provincia e sul quale è calato un inspiegabile silenzio.
Il nostro scopo è aprire un dibattito trasparente in merito alle modalità di affidamento della gestione degli impianti di depurazione trentini. A oggi infatti non se ne sa nulla e nemmeno se ne parla, eppure il conto alla rovescia per le nuove gestioni è già partito e si intuisce che dietro le quinte qualcosa si muove.
Stiamo parlando di bandi pubblici per circa 90 milioni di euro a biennio che riguardano l’intero sistema di depurazione della Provincia (suddiviso in 3 lotti, ovest, est e centro). Le opzioni sul tavolo sono in teoria 3. Partenariato pubblico-privato per la gestione dei 3 bacini unificati, oppure gestione provinciale in-house, o ancora, gara d’appalto con affidamento a privati.
In linea di principio, a fronte di procedure trasparenti e di garanzie verso cittadini, dipendenti e ambiente, tutte e 3 le opzioni sono percorribili. Bisogna tuttavia evitare di fare gli stessi errori che hanno portato alle disastrose vicende dell’Ice Rink o dell’ospedale di Cavalese. Servono quindi chiarezza e certezze sulle intenzioni della giunta e ragionare in termini ampi e alla luce del sole riguardo a un tema di grande rilevanza per la nostra Provincia, la quale vanta un’esperienza di primo livello in materia di depurazione, un capitale di competenze e conoscenze accumulato in anni di attività che sarebbe criminale buttare al vento.
Nonostante la sua decisiva importanza, su questo dossier è calato un silenzio tombale. Si sa che è già stata avanzata una manifestazione di interesse, e a dire la verità c’era pure nella scorsa legislatura… alla fine si era optato per un affidamento 2+2 propedeutico allo sviluppo di un Partenariato Pubblico Privato. Normalmente infatti questo genere di appalti dura 9 anni, e in Trentino siamo di fronte ad un’anomalia che desta qualche inquietudine.
Ecco dunque spiegato perché serve far luce sul destino del sistema trentino di depurazione. Bisogna offrire garanzie a livello istituzionale ma anche rispetto ai diritti della cittadinanza e alla tutela dell’ambiente. Soprattutto è fondamentale assicurare la funzionalità ottimale degli impianti di depurazione per ridurre l’impatto antropico sulla natura che ci circonda. La giunta dia dunque le risposte che servono e accetti di renderle pubbliche invece di procedere a fari spenti, magari in vista di un colpo di mano.
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Segue il testo completo dell’interrogazione a risposta immediata n. 4271 del 02 febbraio 2023
Nel 2019 APAC ha indetto una procedura aperta sopra soglia ai sensi del D.Lgs. 50/2016 e della L.P. 2/2016 per l’affidamento del servizio di gestione e custodia degli impianti di depurazione, collettori fognari e stazioni di sollevamento suddiviso in tre lotti (1. Bacino Trentino Centrale; 2. Bacino Trentino Occidentale; 3. Bacino Trentino Orientale) per la durata di due anni e per un importo complessivo dell’appalto di 89.701.135,92 € al netto degli oneri fiscali. La procedura si è conclusa con la sottoscrizione dei contratti relativi ai tre lotti per la durata di due anni e, successivamente, come previsto dal bando, è stato sottoscritto il rinnovo per ulteriori due anni. I contratti scadono il 1/9/23 per i bacini est ed ovest e il 1/12/24 per il bacino centrale, senza alcuna possibilità di proroga ulteriore se non per i tempi tecnici necessari allo svolgimento della nuova procedura di affidamento. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Provincia per sapere se intenda dichiarare il pubblico interesse per la manifestazione di interesse pervenuta per la gestione unitaria degli impianti secondo il modello PPP, oppure se intenda procedere con la gestione in-house o con gara d’appalto tradizionale.
Aggiornamento al 7 febbraio 2023

L’assessore all’ambiente Tonina ha spiegato che effettivamente l’1/9/2023 scadono le gestioni nei bacini est e ovest, il 31 dicembre 2024 quelle nel bacino centrale. Il Navip della Provincia sta percorrendo l’ipotesi di procedere con un partenariato pubblico-privato, al termine di questa procedura la Giunta provinciale si pronuncerà sulla manifestazione d’interesse e sulla scelta finale del tipo di procedura.
La replica
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One Reply to “Acqua. La giunta provinciale dica chiaramente che fine faranno i depuratori trentini”