Sicor: oltre ai diritti l’azienda punta a tagliare di 8 mila euro le retribuzioni ai dipendenti. Diciamo NO a chi vuol riportare il mondo del lavoro ai primi del ‘900!

Oggi la Commissione permanente affari produttivi del Consiglio provinciale ha accolto in audizione i rappresentanti dei lavoratori della Sicor Spa. C’era da affrontare la situazione conflittuale generata dal comportamento provocatorio e antisindacale della proprietà aziendale, assunto con la manifesta volontà di disapplicare in maniera unilaterale la contrattazione aziendale e il contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. L’incontro era stato richiesto dal M5S il 25 settembre scorso ed era stato più volte sollecitato anche nei mesi precedenti. Il quadro uscito dall’audizione è, purtroppo, a tinte nerissime.

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Porfido trentino: il M5S fa potenziare i poteri di intervento contro i malfattori

Il mese scorso abbiamo messo a segno 2 risultati importanti nella lotta alla criminalità organizzata in Trentino. Due emendamenti del M5S sono infatti stati inseriti nel disegno di legge 64, “Disciplina della ricerca e delle concessioni minerarie e modificazioni della legge provinciale sulle cave 2006”, che di fatto proroga per l’ennesima volta le concessioni ai cavatori di porfido.

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Chiusura ex Isaf di Storo: la situazione dell’occupazione in Valle del Chiese è sempre più drammatica, la maggioranza la smetta di fare chiacchiere e metta in campo soluzioni per il lavoro!

L’annuncio della multinazionale americana Lincoln Electric di voler dismettere le sue attività a Storo nello stabilimento ex Isaf è l’ennesimo colpo al mondo del lavoro in Valle del Chiese. Stiamo parlando di una ditta che occupa circa 50 dipendenti che da un giorno con l’altro si ritroveranno senza mezzi per sostenere se stessi e le loro famiglie in base ad una decisione presa da dirigenti lontanissimi dal territorio sul quale la fabbrica è insediata, e con tutta evidenza solo in base a logiche di massimizzazione del profitto. In questo momento è doveroso dare la massima solidarietà ai dipendenti dell’ex Isaf, ma lo è ancora di più mettere in campo soluzioni che consentano loro di poter continuare a lavorare, garantendo un futuro produttivo allo stabilimento sito nella zona industriale di Storo e ai lavoratori che lì sono impiegati.

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Se le mafie hanno potuto mettere radici in Trentino la colpa è (anche) della politica che le ha coperte

Con le operazioni “Perfido” e “Freeland” la direzione distrettuale antimafia di Trento ha inequivocabilmente portato allo scoperto la pervasività dei fenomeni criminali attivi sul territorio della nostra Regione. Rispetto ai più tipici e appariscenti reati delle mafie, come l’estorsione, il sequestro di persona o il controllo del narcotraffico, le attività delle organizzazioni malavitose in Trentino paiono più orientate ad altre tipologie di reati, più difficili da individuare e dimostrare ma non per questo meno odiose, come la corruzione e lo scambio elettorale politico-mafioso. Da noi la malavita non si occupa solo di droga o denaro di provenienza illecita da lavare. La moneta di scambio sembrano piuttosto essere posti di lavoro agli amici, concessioni a canone privilegiato, pacchetti di voti da girare a seconda dell’opportunità, forniture per opere che non servono, magari a prezzi gonfiati e realizzate con materiali scadenti, e naturalmente favori di vario genere concessi anche sotto forma di provvedimenti amministrativi o normativi.

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Waris e Schläfer, Trentino Sviluppo deve insinuarsi nei fallimenti per oltre 150 mila euro. Sarà lunga e difficile ed è il sintomo di un sistema che non funziona

La Provincia ha risposto alla nostra ultima interrogazione sulla situazione delle ditte storesi Waris Srl e Schläfer Srl,anche in relazione alla possibilità di recuperare i crediti dovuti all’ente pubblico, e di conseguenza anche ai dipendenti di queste imprese che a loro favore vantano numerosi emolumenti dovuti e non versati e sono anch’essi trattati come creditori privilegiati. Purtroppo le notizie non sembrano per niente buone. 

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Chiusure domenicali. Intervento del Governo scontato, ora lavorare seriamente in Parlamento evitando demagogie

Come ampiamente previsto (da tutti, compresi quelli che oggi gridano allo scandalo per fare un po’ di propaganda) ieri il Governo ha impugnato la legge della maggioranza provinciale trentina sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali. L’impugnativa del Governo era scontata perché la provincia di Trento ha legiferato in un ambito, la concorrenza, in cui lo Stato ha una competenza legislativa primaria ed esclusiva. Continua a leggere “Chiusure domenicali. Intervento del Governo scontato, ora lavorare seriamente in Parlamento evitando demagogie”

Chiusure domenicali. Approvati 2 Ordini del Giorno per rendere effettiva la legge provinciale, contemperare gli interessi in gioco e coinvolgere la cittadinanza tramite referendum

Ieri il Consiglio provinciale ha approvato 2 ordini del giorno proposti dal M5S per migliorare e rendere condivisa l’applicazione della legge sul commercio (disegno di legge 58/XVI“Disciplina delle aperture nei giorni domenicali e festivi delle attività commerciali”). La giunta è stata impegnata a consultare sindacati, associazioni delle imprese del commercio e organizzazioni a difesa dei consumatori per valutare gli effetti della legge e la possibilità di sottoporre a referendum consultivo l’introduzione dell’obbligatorietà delle chiusure domenicali.

Al tempo stesso c’è l’impegno a sollecitare le Istituzioni nazionali alla definizione di una norma statale che riconosca alle Regioni un maggiore spazio di manovra nonché di una norma di attuazione che conceda maggior autonomia a livello provinciale nella disciplina delle chiusure degli esercizi commerciali. Continua a leggere “Chiusure domenicali. Approvati 2 Ordini del Giorno per rendere effettiva la legge provinciale, contemperare gli interessi in gioco e coinvolgere la cittadinanza tramite referendum”

Subappalti a Pieve di Bono: i lavoratori protestano sui tetti per lo scarso salario

Quanto accaduto oggi nel Comune di Pieve di Bono-Prezzo è un esempio lampante di tutto quello che non funziona in Trentino a livello di appalti. C’è un edificio pubblico che attende da anni di vedere la luce. Il bando viene vinto da una ditta che a sua volta subappalta parte delle lavorazioni a un’altra ditta la quale fa lavorare in distaccamento un’ulteriore impresa composta da lavoratori che però lamentano di non venire pagati e per l’esasperazione salgono sul tetto dell’edificio a protestare. Il tutto a fronte di un ente pubblico che ha versato regolarmente gli stati di avanzamento lavori al subappaltatore

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