C’è una buona notizia per quanto riguarda la contaminazione da acidi Pfas nella falda acquifera del basso Chiese e in particolare del Comune di Storo. Facendo seguito alla nostra mozione approvata all’unanimità nel novembre 2019, il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Trento si è attivato prontamente e ha conferito un assegno di ricerca per lo studio e l’individuazione degli inquinanti nelle acque grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. È il primo risultato dell’impegno assunto dalla Provincia per studiare la falda acquifera a monte del lago d’Idro e riuscire finalmente ad individuare da dove provengano i pericolosi inquinanti la cui diffusione è stata scoperta l’anno scorso suscitando diffusa preoccupazione nel Comune di Storo e non solo.
È un passo importante, perché se non si sa da dove viene la contaminazione e cosa la produce non si può ovviamente riuscire a contenerla e a ripristinare la piena sicurezza, mettendo in campo azioni adeguate allo scopo. Per arrivarci bisogna procedere su base scientifica ed è per questo che abbiamo voluto che la Provincia collaborasse col mondo accademico. Nel caso di specie la ricerca sarà condotta con la supervisione del professore di Costruzioni idrauliche e marittime e idrologia Alberto Bellin.
Dopo esserci attivati ed avere ottenuto un rapido coinvolgimento dell’Università nello studio della falda ora attendiamo l’esito della ricerca confidando che con la creazione di un modello scientifico si possa rimediare ai danni commessi nel passato. Speriamo altresì che la procedura che verrà definita per la modellazione della falda possa fornire una best practice scientifica che sia replicabile per studiare e analizzare altre situazioni analoghe.



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