Fra i risultati ottenuti dal M5S all’interno dell’ultima finanziaria provinciale c’è un ordine del giorno che impegna la giunta a convocare una seduta congiunta fra Consiglio provinciale e Consiglio delle autonomie locali (CAL), cosa che sarebbe dovuta accadere negli scorsi anni ma che non ha trovato esito. L’incontro dovrà avvenire con tempistiche tali da consentire al Consiglio di ascoltare i rappresentanti dei sindaci in maniera pubblica, aperta e trasparente, in vista della prossima legge di bilancio e in modo tale da evitare che l’interlocuzione politico/amministrativa avvenga esclusivamente nelle segrete stanze della giunta provinciale, senza che, come purtroppo avvenuto finora, i cittadini e l’opinione pubblica possano averne contezza.
È in effetti abbastanza paradossale che per ottenere il rispetto della legge (per la precisione: articolo 9 della legge provinciale sul consiglio delle autonomie locali 2005 e articolo 134 ter del regolamento interno del Consiglio provinciale) si sia dovuto proporre un ordine del giorno apposito, una circostanza, l’ennesima, che da l’idea del grado di rispetto delle norme che caratterizza la politica nostrana.
Ciò detto, come ricordato nella relazione di minoranza alla legge di stabilità 2022, di cose da discutere con il CAL ce ne sono parecchie. Senza particolare ordine di priorità si ricordano ad esempio: la riforma delle comunità di valle (allo stato sotto commissariamento che si è limitato a sottrarre questi enti al voto democratico per metterli in mano alla giunta provinciale), istituzionalizzazione del conflitto di interesse dei sindaci che svolgono attività professionale nell’ambito dei lavori pubblici (a seguito delle brillanti imprese della giunta regionale), gli indirizzi per l’edilizia privata e l’urbanistica sul territorio provinciale (sempre ad alto tasso di modifica per ragioni elettorali), il ruolo e il tasso di coinvolgimento dei consigli della salute nella politica sanitaria provinciale (che non sembra certo essere centrale nella gestione dell’emergenza), gli aumenti di stipendio per sindaci e assessori (ancora mirabolanti imprese di questa maggioranza), la trasparenza nei rapporti tra CAL e Consiglio provinciale (siamo all’opacità assoluta col Consiglio bypassato completamente dalla giunta nonostante nei mesi scorsi fosse stato un ordine del giorno per rendere più trasparente il rapporto), i rapporti finanziari tra Stato-Provincia-Comuni con particolare riferimento all’utilizzo dei fondi messi a disposizione del PNRR (anche qui la gestione è assai sfuggente…), l’aggiornamento del protocollo di finanza locale, la politica da tenere su fusioni e gestioni associate, l’ipotesi di revisione del ruolo del Consiglio delle Autonomie Locali e tanto altro ancora.
Riusciremo a trattare tutto in maniera soddisfacente? Lecito dubitarne, ma almeno un passo verso il rispetto della Legge è stato fatto, se poi ne nascesse un dibattito aperto e costruttivo potrebbe anche accadere che alcune di queste grandi questioni trovino una risposta concreta e favorevole alle esigenze della cittadinanza e non delle solite consorterie.
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Segue la proposta di ordine del giorno n.36/120-121-122/XVI “Convocazione di una seduta congiunta del Consiglio provinciale con la conferenza permanente per i rapporti tra la Provincia e le autonomie locali” collegata ai disegni di legge 8 novembre 2021, n. 120/XVI “Legge collegata alla manovra di bilancio provinciale 2022”, n. 121/XVI “Legge di stabilità provinciale 2022”, n. 122/XVI “Bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2022-2024” – Approvata con emendamento al dispositivo il 16 dicembre 2021 (ORDINE DEL GIORNO 455/XVI)
tra gli obiettivi di medio-lungo periodo nel Documento di Economia e Finanzia Provinciale 2022-2024 approvato nel luglio 2021 si evidenzia quanto riportato al punto 7.3 “Un governo multilivello per il presidio del territorio e come leva per lo sviluppo locale”, laddove si evidenzia che: “L’emergenza epidemiologica da COVID-19 ha influenzato in modo significativo la gestione finanziaria degli Enti locali. Nel corso del 2020 si sono susseguiti numerosi interventi, sia di carattere normativo che di carattere amministrativo, volti a contrastare gli effetti della pandemia sul sistema socio-economico locale, interventi che hanno avuto degli evidenti impatti sulla finanza locale”;
si specifica inoltre che riguardo alla parte corrente dei bilanci degli enti locali gli interventi si sono distinti in (1) interventi provinciali in materia di tributi/tariffe comunali effettuati per il 2020; (2) interventi statali in materia di tributi/tariffe comunali; (3) interventi di assegnazione di risorse statali agli Enti Locali;
per quanto riguarda il 2021 al medesimo punto si specifica che “Il perdurare della situazione straordinaria venutasi a creare a seguito della pandemia da COVID-19 anche nel primo semestre 2021 ha indotto il legislatore provinciale ad intervenire nuovamente in materia di IM.I.S. e di tariffe dei servizi pubblici locali (in buona parte sulla scorta di quanto già posto in essere nel 2020) con la l.p. n. 7 del 2021 allo scopo di ridurre la pressione fiscale in capo ai soggetti ed alle tipologie di fabbricati particolarmente colpiti dalle conseguenze economiche e sociali dell’epidemia stessa”;
al punto 7.3.1 “Assicurare un maggiore raccordo nell’utilizzo delle risorse messe a disposizione degli Enti locali dai diversi livelli di governo a fronte dell’emergenza epidemiologica da COVID-19” si sostiene che “Con l’istituzione del Fondo per l’esercizio delle funzioni degli Enti locali di cui all’articolo 106 del DL 34/2020 e all’articolo 39 del DL 104/2020 gli Enti locali della Provincia di Trento hanno beneficiato di circa 65,4 milioni di Euro, finalizzati a reintegrare i gettiti di entrata compromessi dalla crisi economica generata dal COVID-19 e dalle conseguenti politiche agevolative e a finanziare le nuove spese connesse alla medesima emergenza. A valere su tali fondi trovano copertura anche i minori gettiti IMIS derivanti dalle politiche provinciali di adeguamento alle politiche IMU definite a livello statale. In virtù della propria competenza esclusiva in materia di finanza locale di cui all’articolo 80 dello Statuto di Autonomia, la Provincia autonoma di Trento ha provveduto al riparto tra gli Enti delle risorse assegnate dallo Stato attraverso l’elaborazione di propri criteri, maggiormente rispondenti agli impatti generati dalla pandemia sul nostro sistema di finanza locale. Gli Enti locali trentini hanno altresì beneficiato di trasferimenti specifici volti a coprire sia le minori entrate che le maggiori spese connesse all’emergenza epidemiologica, per un totale complessivo di circa 7,2 milioni di euro”;
al punto 7.3.3 “Sostenere gli investimenti degli Enti locali al fine di rafforzare il potenziale di crescita a medio-lungo termine dei territori” si afferma quanto segue: “L’insorgere della pandemia da COVID-19 ha cambiato le prospettive economiche richiedendo una reazione urgente e coordinata a tutti i livelli – europeo, nazionale e locale – per far fronte alle enormi conseguenze economiche e sociali, che dipenderanno dalla rapidità della ripresa economica. In questa particolare situazione è essenziale sostenere gli investimenti al fine di accelerare la ripresa e rafforzare il potenziale di crescita a medio-lungo termine dei territori. Gli investimenti in tecnologie, capacità e processi verdi e digitali, volti ad assistere la transizione verso l’energia pulita e a promuovere l’efficienza energetica nei settori economici fondamentali sono importanti per conseguire la crescita sostenibile e contribuire alla creazione di posti di lavoro. In tale contesto, un obiettivo specifico di intervento è quello destinato a promuovere l’accesso alla gestione sostenibile delle risorse idriche, così come assume rilievo strategico intervenire nell’ambito dell’edilizia scolastica anche per aumentare il livello di sicurezza degli edifici relativi a scuole per l’infanzia, elementari e secondarie di primo grado”;
nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Provinciale (NADEFP) 2022-2024, in relazione all’area strategica 7 “Per un Trentino Autonomo, con istituzioni pubbliche accessibili, qualificate e in grado di creare valore per i territori e con i territori” si esprime quanto segue “Negli anni l’autonomia trentina è evoluta e maturata, esprimendo una forte capacità ampliativa, attraverso l’acquisizione di nuovi ambiti di competenza e nel segno della responsabilità, puntando sulla capacità di autofinanziamento delle competenze proprie, in particolare attraverso l’Accordo di Milano del 2009 e il Patto di garanzia del 2014. Il livello di autonomia raggiunto, anche sotto il profilo della capacità di finanziamento delle varie competenze, non può tuttavia essere vissuto come un approdo certo e stabile, considerata la forte interrelazione dell’autonomia trentina con i fenomeni – normativi e non – nazionali e internazionali. Tale circostanza emerge ancor più chiaramente in un contesto come quello attuale, nel quale l’emergenza sanitaria ha portato ad una alterazione di rapporti tra Stato e regioni conducendo – almeno transitoriamente – ad un maggiore accentramento delle competenze da parte dello Stato. La situazione economico-finanziaria non favorevole ha inoltre determinato la riduzione delle entrate della Provincia in conseguenza della caduta del PIL e delle manovre nazionali a sostegno del sistema economico e delle famiglie. Conservare un’autonomia efficiente e capace richiede perciò una costante attenzione a garantire al territorio centralità, certezza e stabilità, in un contesto sovraprovinciale ampio e mutevole. Tali obiettivi non possono prescindere dal concreto esercizio dell’autonomia, per il quale è indispensabile disporre di risorse idonee ad esercitare le competenze statutarie”. Si sostiene inoltre che “La sfida che attende la Provincia è quella di saper innovare, in primis, l’azione amministrativa per renderla idonea a rispondere ai sempre diversi e crescenti bisogni dei cittadini e delle imprese e, poi, fungere da catalizzatore e diffusore di buone prassi tra tutti gli attori che formano la comunità. Capitalizzando le esperienze innovative maturate nella fase dell’emergenza, la pubblica amministrazione trentina punta a diventare sempre più digitale, veloce, multicanale e interattiva, capace di valorizzare, nelle scelte decisionali, dati affidabili, completi, strutturati, sicuri e aggiornati e di generare servizi on line di ultima generazione”;
L’art. 9, comma terzo, della legge provinciale 15 giugno 2005, n. 7 “Istituzione e disciplina del Consiglio delle autonomie locali” prevede che il Consiglio delle autonomie locali, la Giunta provinciale e il Consiglio provinciale si riuniscono annualmente in seduta congiunta per esaminare lo stato del sistema delle autonomie locali nella provincia di Trento;
in data 20 dicembre 2020 un consigliere inoltrava una nota alla segreteria generale con cui chiedeva di adottare le iniziative di competenza per convocare la seduta congiunta del Consiglio provinciale con la conferenza permanente per i rapporti tra la Provincia e le autonomie locali ai sensi dell’art.134 ter del Regolamento interno del Consiglio provinciale, dal momento che erano trascorsi due anni dall’inizio della legislatura, ma non risultavano atti volti ad attuare la citata disposizione regolamentare;
nella seduta della conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari tenutasi il 5 gennaio 2021, il presidente del Consiglio provinciale affermava che la seduta congiunta del Consiglio provinciale con il Consiglio delle Autonomie Locali si sarebbe tenuta non appena fosse stato possibile svolgere l’incontro in presenza fisica (“Consiglio provinciale in Aula il 13 e 14 gennaio con informativa sul Covid” Giornale Online, 05/01/2021);
il 29 gennaio 2021 un consigliere presentava l’interrogazione 2235/XVI “Convocazione della seduta congiunta del Consiglio provinciale con la conferenza permanente per i rapporti tra la Provincia e le autonomie locali per esaminare lo stato del sistema delle autonomie locali nella provincia di Trento” per chiedere al Presidente del Consiglio provinciale con che modalità e tempi intendesse convocare la seduta congiunta del Consiglio provinciale con la conferenza permanente per i rapporti tra la Provincia e le autonomie locali ai sensi dell’art.134 ter del Regolamento interno del Consiglio provinciale e dell’art. 9 della legge provinciale 15 giugno 2005, n. 7 sull’istituzione del Consiglio delle Autonomie Locali;
il 24 febbraio 2021 il Presidente del Consiglio provinciale rispondeva all’interrogazione 2235/XVI motivando la mancata convocazione della seduta congiunta con difficoltà connesse all’emergenza epidemiologica in corso aggiungendo inoltre che “in termini generali – come ho avuto occasione di comunicare nella conferenza dei presidenti dei gruppi dello scorso 5 gennaio – ritengo di conseguenza, e per quanto di competenza, che sia da preferire la modalità in presenza, perché più consona alla finalità di favorire la conoscenza tra i componenti dei diversi consessi chiamati a ritrovarsi in seduta congiunta, e perché la sola che può permettere l’agevole e rapida presentazione di atti (proposte di risoluzioni con la firma di quindici componenti del consesso), il confronto per eventuali proposte emendative degli stessi e la loro votazione. In questo momento di emergenza sanitaria ancora in corso, però una seduta congiunta in presenza non appare proponibile. Del resto, l’ipotesi di seduta congiunta in videoconferenza è difficilmente praticabile, in quanto non permette di gestire i passaggi procedurali ora ricordati, né di disporre di una piattaforma per la condivisione dei documenti (che comunque risponderebbe solo a una parte del problema); come più volte fatto presente, ricordo inoltre a riguardo che non risulta ad oggi disponibile una soluzione di videoconferenza, strutturata e incorporata nel sistema di conference dell’emiciclo regionale, che permetterebbe di gestire il tutto”;
l’8 giugno giugno 2021 veniva bocciata la proposta di ordine del giorno 2/79/XVI “Avviare un confronto sui meccanismi di rappresentanza degli enti locali situati in zone di montagna e sul funzionamento dei Consigli per le autonomie locali” con cui si chiedeva di impegnare il Presidente del Consiglio provinciale avanzare un’istanza in sede di Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, volta ad avviare un confronto per la verifica dell’efficacia dei meccanismi di rappresentanza degli enti locali situati in zone periferiche e di montagna e più in generale, a favorire lo scambio di buone pratiche e a verificare l’efficacia e il funzionamento dei Consigli per le autonomie locali nelle diverse regioni;
sempre l’8 giugno 2021 veniva invece approvato all’unanimità l’ordine del giorno 349/XVI “Documentazione dei lavori del Consiglio delle autonomie locali” impegnano la Giunta a verificare, eventualmente per il tramite di uno studio comparato e l’adozione di opportune iniziative, a livello legislativo o nell’ambito dei protocolli d’intesa in materia di finanza locale, la possibilità che il Consiglio delle autonomie locali:
a) fornisca ai consiglieri provinciali, in via sistematica, la documentazione di supporto all’elaborazione dei pareri espressi dal Consiglio delle autonomie locali secondo l’articolo 8 della legge provinciale n. 7 del 2005;
b) favorisca la condivisione dei documenti in discussione nelle sedute del Consiglio delle autonomie locali e il collegamento ipertestuale delle stesse con i consiglieri provinciali, al fine di consentire loro di seguire in streaming, via registrazione e comunque da remoto, le sedute del Consiglio delle autonomie locali;
c) renda accessibili ai cittadini le videoregistrazioni ed i resoconti delle sedute del Consiglio delle autonomie locali;
ad oggi non risulta che nessuno degli impegni di cui all’ordine del giorno 349/XVI sia stato attuato;
nel luglio 2021, nella relazione di minoranza in ordine alla trattazione del disegno di legge di assestamento del bilancio provinciale 2021-2023 e del Documento di Economia e Finanza Provinciale (DEFP) 2022-2024, veniva stigmatizzata la mancanza di volontà di convocare la seduta congiunta tra Consiglio provinciale e Consiglio delle autonomie locali senza tuttavia suscitare reazioni di sorta;
nelle sedute della Prima commissione del 12 novembre, 15 novembre (pomeridiana), 16 novembre (mattutina) la questione della convocazione della seduta congiunta è stata affrontata nell’ordine con il Presidente della Provincia, il Presidente del Consiglio delle autonomie locali e l’Assessore agli enti locali, senza tuttavia riuscire ad ottenere impegni concreti in ordine all’attuazione della legge provinciale e del Regolamento del Consiglio provinciale;
la questione veniva ripresa nella seduta del Consiglio provinciale del 30 novembre 2021, in occasione della discussione dei bilancio previsionale del Consiglio provinciale per gli esercizi finanziari 2022-2024 la questione è stata ripresa nel corso della discussione generale. Il Presidente del Consiglio, dando ragione ai consiglieri che lamentavano la mancata convocazione della seduta congiunta fra Consiglio provinciale e Consiglio delle Autonomie, affermava che “per quanto riguarda la seduta congiunta cercheremo di realizzarla per i primi dell’anno prossimo, indipendentemente dalla pandemia utilizzando un collegamento da remoto oppure una sala sufficientemente grande, che potrebbe essere la sala di rappresentanza della Regione. Mi farò parte attiva affinché questo avvenga”;
il tema veniva infine affrontato nuovamente nella relazione di minoranza ai disegni di legge 120, 121 e 122/XVI. Al punto 3. “Rapporti tra Consiglio provinciale, Giunta provinciale e Consiglio delle Autonomie Locali” viene riportato quanto segue:“La legge provinciale che disciplina la costituzione e il funzionamento del Consiglio delle autonomie locali rimane inattuata per la parte che regola i rapporti tra quest’ultimo e il Consiglio provinciale. La prospettiva di definire rapporti trasparenti tra i due organi rimane remota come del resto l’ipotesi di convocare la seduta congiunta che dovrebbe svolgersi annualmente. Ciò è stato confermato dalle parole del Presidente della Provincia Maurizio Fugatti, il quale al momento della presentazione della manovra di bilancio in Prima commissione, pur non escludendo la possibilità di convocare l’assemblea congiunta, ha affermato di non conoscere l’esistenza della disposizione. Non diverso l’atteggiamento del presidente del Consiglio delle Autonomie Locali Paride Gianmoena il quale, nella seduta del 15 novembre 2021, ha candidamente affermato che il rapporto con l’assemblea legislativa è debole, mentre più stretta e frequente è la relazione con la Giunta e gli assessori, ammettendo dunque di non avere alcuna intenzione di impegnarsi per dare sostanza a quanto prescritto dalla legge. Il silenzio dei rappresentanti della Giunta provinciale nel dibattito che si è sviluppato in Consiglio provinciale il 30 novembre scorso sull’ipotesi di convocare una seduta congiunta ha suggellato la totale assenza di volontà di innescare una dinamica virtuosa per ripristinare rapporti istituzionali nel solco dello stato di diritto, ovvero di comportamenti politici vincolati e conformi alle leggi vigenti”;
come si vede i temi di attualità riguardanti le autonomie locali sono molteplici e di differente natura: possono riguardare le gestioni associate, i trasferimenti dei ristori per il mancato gettito sui tributi locali, la natura e le modalità di riscossione delle imposte, le scelte circa le opportunità di investimenti di sviluppo sostenibile, le politiche sanitarie territoriali, le opere strategiche sovracomunali, il blocco del personale, l’inottemperanza alla normativa sulla trasparenza, la gestione dei fondi provenienti dal PNRR, i controlli contabili sull’operato delle amministrazioni, la crisi della partecipazione civica, il diritto di partecipare agli affari delle collettività locali, la gestione delle piccole derivazioni idroelettriche, etc.. La convocazione di almeno una seduta congiunta annuale non rappresenta dunque solo l’ottemperanza alle prescrizioni di legge volte alla salvaguardia dei diritti delle collettività locali ma anche un’opportunità per migliorare l’interazione tra istituzioni provinciali ed enti locali e in ultima istanza la qualità delle politiche pubbliche territoriali;
è evidente, quindi, che un confronto con il Consiglio della autonomie locali, nell’ambito della seduta congiunta, è essenziale per recuperare al Consiglio provinciale incisività e elementi conoscitivi necessari in vista delle manovre di bilancio, per gli aspetti di queste ultime che attengono la finanza locale e, più in generale, i rapporti fra Provincia ed enti locali;
tutto ciò premesso, il Consiglio provinciale impegna il Presidente del Consiglio provinciale e il Presidente della Provincia
- a convocare una seduta congiunta del Consiglio provinciale con la conferenza permanente per i rapporti tra la Provincia e le autonomie locali, ai sensi dell’art.134 ter del Regolamento interno del Consiglio provinciale e dell’art. 9 della legge provinciale sul Consiglio delle Autonomie Locali del 2005, in tempi tali da consentire l’esame delle misure da mettere in campo nelle prossime manovre di bilancio e nei relativi assestamenti;
- a convocare una conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari per raccogliere le richieste relative all’ordine del giorno per la convocazione della seduta congiunta, in tempi congrui in relazione a quanto stabilito nel numero 1;
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Di seguito l’emendamento col quale è stato approvato l’ordine del giorno

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3 Replies to “Un ordine del giorno per far incontrare Consiglio provinciale e Consiglio delle autonomie locali (e attuare la legge…)”