Cementificio Sarche: la giunta sfrutta un cortocircuito logico-burocratico per non valutare l’impatto dell’impianto sulla Valle dei Laghi!

Negli ultimi mesi abbiamo fatto parecchio lavoro sulla sciagurata riaccensione del cementificio di Sarche e abbiamo scoperto che per consentirla l’ente provinciale sta “adattando” parecchio le regole.

Con un’interrogazione presentata nel dicembre del 2021 (3307/XVIEmissioni di gas climalteranti derivanti dall’estrazione del materiale dalla cava in prossimità dell’impianto di Italcementi di Sarche e dalla sua cottura nei forni) ho chiesto se la Provincia non ritenesse di incaricare APPA per verificare se la riaccensione dei forni sia compatibile con il comma 4, art 1, della legge provinciale sulla valutazione di impatto ambientale del 2013 in cui si prevede una valutazione preventiva dal punto di vista del contributo delle grandi opere al consumo complessivo di energia e alla diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti. Con la risposta fornita nel gennaio del 2022 non è stato fornito alcun riscontro al quesito. Questo mi ha portato a presentare un’ulteriore interrogazione nel mese di marzo (3550/XVI – Valutare preventivamente e ridurre l’impatto delle grandi opere, pubbliche e private, dal punto di vista del consumo complessivo di energia e della diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti) per affrontare la questione con un approccio più generale, chiedendo quali siano i fattori ostativi che impediscono l’attuazione della legge provinciale che prevede l valutazione preventiva e la riduzione dell’impatto delle grandi opere, pubbliche e private, anche dal punto di vista del loro contributo al consumo complessivo di energia e alla diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti in considerazione degli obiettivi e degli impegni della SPROSS e PEAP.

È di questi giorni la risposta dell’assessore Tonina alla recente interrogazione sulla valutazione di impatto energetico e climatico delle grandi opere. Lungi dal fare chiarezza, le parole dell’assessore appaiono estremamente contraddittorie, specie se inserite nel contesto della riapertura del cementificio di Sarche e, più in generale, delle opere infrastrutturali nel loro complesso.

Avevo chiesto spiegazioni sul perché la giunta non stesse attuando la legge provinciale sull’impatto energetico (art.1 della legge provinciale sulla Valutazione di Impatto Ambientale – VIA). Tonina ha risposto che non è possibile fare delle valutazioni di impatto energetico delle opere infrastrutturali pubbliche o private (compreso dunque anche il cementificio e le opere che ricevono il cemento ivi prodotto) nell’ambito della VIA ma che questa andrebbe fatta tramite il Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) e la Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SPROSS). Ad avviso dell’assessore sarebbe quindi meglio procedere tramite la Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Stessa musica per la seconda domanda. L’assessore ribadisce che le grandi opere non devono ricevere una valutazione di impatto energetico nell’ambito della VIA, ma considerando la SPROSS e la strategia di lotta ai cambiamenti climatici. Ripete dunque che l’analisi energetica e climatica va fatta nell’ambito della VAS.

Il punto è che l’unica VAS mai effettuata in valle dei Laghi è stata per l’adozione del documento preliminare del Piano Territoriale di Comunità. In quella VAS non si è mai parlato del cementificio e della riaccensione dei forni, che in quel periodo erano spenti ma di un modello di sviluppo sostenibile basato su turismo outdoor e agricoltura di qualità. Questo significa che quello che la Provincia ritiene debba essere fatto in realtà non è mai stato fatto. Si gioca insomma su un equivoco. Serve la VAS ma la VAS che c’è non tiene conto dell’impatto riguardante la riapertura del cementificio, cioè della realtà! 

Detto altrimenti: riguardo al rilascio dell’autorizzazione di riapertura del cementificio di Sarche non è stata effettuata una VIA volta a considerare l’impatto energetico e climatico dell’impianto ma nemmeno una VAS per capire se esso fosse coerente con la SPROSS e con il PEAP. Laddove la VAS è stata effettuata essa ha escluso in maniera assoluta la ripartenza dell’attività estrattiva e della cattura del materiale estratto dalla cava. In pratica è il gioco delle 3 carte. Si evita di effettuare valutazioni perché si dice che non sono adatte e ne servono di altro genere, però quelle esistenti valutano una situazione che niente ha a che fare con la realtà (escludono che il cementificio sia riacceso) e quindi danno per buona una situazione a sua volta utilizzata per dare l’ok alla riaccensione del cementificio stesso! Pare proprio un perverso cortocircuito logico-burocratico usato ad arte per garantire l’interesse di un’attività a discapito dell’intera comunità che la circonda!

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Segue il testo integrale dell’interrogazione 3550/XVI del 16 marzo 2022 “Valutare preventivamente e ridurre l’impatto delle grandi opere, pubbliche e private, dal punto di vista del consumo complessivo di energia e della diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti e della relativa risposta

il comma 4, art 1, della legge provinciale sulla valutazione di impatto ambientale del 2013 prevede che per valutare preventivamente e ridurre l’impatto delle grandi opere, pubbliche e private, anche dal punto di vista del loro contributo al consumo complessivo di energia e alla diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti, con deliberazione della Giunta provinciale sono stabiliti i tempi, i criteri e le modalità per la valutazione dell’impatto energetico e sul clima, nell’ambito del procedimento di valutazione dell’impatto ambientale;

ad oggi non risulta che la Giunta abbia adottato i provvedimenti amministrativi per regolamentare gli ambiti definiti dall’articolo 1 della legge provinciale sulla VIA del 2013;

la Provincia nel frattempo si è dotata (1) della Strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile (SproSS), (2) del programma di lavoro Trentino Clima 2021-2023 (Delibera n° 1306 del 7/8/2021) e (3) del Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP);

la SproSS, nella parte “Per un Trentino più verde” si pone come obiettivo quello di costruire un Trentino privo di emissioni di carbonio attraverso la transizione verso un’energia pulita, equa e rinnovabile e aumentando gli investimenti verdi, per l’adattamento ai cambiamenti climatici e per la gestione e prevenzione dei rischi ambientali. Un Trentino più verde valorizza la biodiversità e la rete delle sue aree protette, con una particolare attenzione alla tutela delle risorse naturali (come l’acqua) e paesaggistiche, consapevole che le politiche di tutela dell’ambiente e di adattamento al cambiamento climatico rendono il territorio più sicuro e resiliente anche di fronte ai rischi idrogeologici;

tra gli obiettivi principali che afferiscono all’area “Per un Trentino più verde” si distingue “Riduzione delle emissioni” ovvero l’obiettivo di abbattere le emissioni climalteranti e incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile. Gli indicatori di riferimento di tale strategia sono: energia elettrica da fonti rinnovabili; qualità dell’aria PM 2.5; qualità dell’aria urbana; biossido di azoto; qualità dell’aria urbana; PM10; quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia; emissioni di gas serra in termini di CO2 equivalente;

l’obiettivo di Riduzione delle emissioni si raccorda con gli obiettivi della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e in particolare con i seguenti: 21. Minimizzare le emissioni e abbattere le concentrazioni inquinanti in atmosfera; 24. Assicurare elevate prestazioni ambientali di edifici, infrastrutture e spazi aperti; 42. Incrementare l’efficienza energetica e la produzione di energia da fonte rinnovabile evitando o riducendo gli impatti sui beni culturali e il paesaggio 44. Abbattere le emissioni climalteranti nei settori non-ETS (Emissions Trading System);

il PEAP, comprensivo dell’allegato Scenario di riduzione delle emissioni del comparto industriale trentino”, contempla complessivamente una serie di interventi per una riduzione dei consumi di energia primaria di 64.128 TEP entro il 2030, pari al 22,6% dei consumi industriali, corrispondente a una contrazione delle emissioni del 21,6%;

“Trentino Clima 2021–2023” è il programma coordinato dall’APPA, l’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, che porterà all’adozione di una Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Nell’agosto 2021 la Giunta provinciale, su proposta del vicepresidente e assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione, ha approvato il programma di lavoro che punta ad orientare l’azione di contrasto ai cambiamenti climatici dell’amministrazione provinciale;

tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere

  1. quali siano i fattori ostativi che impediscono l’attuazione dell’articolo 1 il comma 4, della legge provinciale sulla valutazione di impatto ambientale del 2013 in ordine alla valutazione preventiva e alla riduzione dell’impatto delle grandi opere, pubbliche e private, anche dal punto di vista del loro contributo al consumo complessivo di energia e alla diffusione dell’anidride carbonica e degli altri gas climalteranti;
  2. se, al fine di attuare la previsione normativa dell’art.1 della legge provinciale 19/2013, non ritiene di adottare uno schema di delibera da sottoporre a pubblica consultazione che tenga in considerazione le risultanze e gli impegni della SPROSS e PEAP nella definizione dei tempi, dei criteri e delle modalità per la valutazione dell’impatto energetico e sul clima, nell’ambito del procedimento di valutazione dell’impatto ambientale

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Risposta fornita il 4 maggio 2022:

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