Sulla stampa odierna si dà ampio risalto ai lancinanti allarmi del presidente della Commissione dei 12 Fabio Scalet rispetto alla possibile, prematura, fine del Governo Draghi. Scalet fa presente come ci siano ben 9 norme di attuazione proposte dalla Commissione ma non ancora ratificate dal Consiglio dei Ministri. A sentire lui l’approvazione sarebbe cosa fatta, non fosse per l’improvvida crisi di Governo che rischia di mandare tutto su per il camino. Una situazione al limite del drammatico insomma, peccato che non sia vera. Come è evidente a tutti, se le norme in questione non sono state ancora licenziate dal Consiglio dei Ministri a mesi dalla loro presentazione, è perché contengono proposte che sono state ritenute quantomeno discutibili e bisognose di approfondimento. In ogni caso, lo stesso Scalet non fa mistero di come la Commissione dei 12 abbia attraversato 3 governi e nel corso di tutti e tre abbia proposto le succitate 9 norme. Non si capisce quindi perché, se le norme sono così buone, con un eventuale quarto Governo le cose dovrebbero essere differenti.
Siamo poi costretti a ricordare al presidente Scalet che è almeno dall’ottobre del 2021 che il M5S trentino chiede chiarezza rispetto alle attività della sua Commissione. A maggior riprova, in Consiglio provinciale giacciono 3 interrogazioni, sempre del M5S trentino, l’ultima dell’aprile 2022, con le quali si chiedono chiarimenti rispetto alle norme di attuazione di cui sopra, visto che il Consiglio provinciale non è stato coinvolto sulla questione, che invece è stata gestita direttamente dalla giunta provinciale (o forse dal suo presidente). A oggi niente è stato risposto. Tutte questioni delle quali a suo tempo il M5S aveva informato la stampa (segnatamente il Corriere del Trentino), senza però ricevere alcun risalto, segno che all’epoca non interessava. A distanza di mesi invece si scopre che l’attività della Commissione dei 12 è di primaria importanza, con tutto un contraltare di titoli e articoli allarmati. I fatti hanno però il pregio di mettere in luce la verità rispetto a chi ha lavorato sulle questioni e chi invece le ha ignorate. Stranamente i primi sono quei soggetti accusati a prescindere di incapacità mentre “i capaci” si sono come al solito distinti per ignavia e immobilismo.
Volendo comunque confortare Scalet, gli rammentiamo che l’attuale crisi deriva dalle dimissioni di un presidente del Consiglio che ha appena ottenuto la fiducia a maggioranza assoluta, sia alla Camera che al Senato, ma che, a quanto pare, si è sentito offeso perché una delle forze politiche che lo sostenevano non ritiene di votare più a scatola chiusa ogni sua richiesta, chiedendo invece che al centro dell’azione di Governo siano posti temi come la difesa del lavoro e del potere d’acquisto dei salari, il contrasto al precariato e alla povertà, l’effettiva realizzazione della transizione ecologica, il finanziamento del Superbonus 110% e le misure per l’emersione dell’evasione fiscale. Avendo la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento e a fronte della situazione drammatica prefigurata (anche) da Scalet, non si capisce perché il presidente del Consiglio dimissionario non dovrebbe continuare la sua esperienza di Governo, magari senza quelle forze politiche le cui istanze egli ha finora smantellato e avversato, pur avvalendosi dei loro voti. Questo, naturalmente, a patto che il presidente del Consiglio dimissionario non intenda invece darsela a gambe prima che la crisi economico-sociale prevista per i prossimi mesi metta definitivamente a nudo tutte le inadeguatezze delle sue politiche, in barba a tutti gli “osanna a prescindere” di cui ha goduto finora.
P.S.
Sarebbe infine interessante dare notizia a Scalet e a chi con lui si straccia le vesti per i 209 miliardi che sarebbero a rischio (assai remoto in realtà), che quei soldi li ha ottenuti, contro ogni previsione, un esponente della stessa forza politica oggi accusata di qualsiasi nefandezza. All’epoca in Italia fior di testate giornalistiche inneggiavano a Francia e Germania affinché “punissero” il supposto parvenu negando sostegno al nostro Paese, fiaccato dalla Pandemia. Tant’è, l’onestà intellettuale non è cosa di questo mondo. Il suo contrario, reso celebre qualche anno fa dalle parole del noto filosofo José Mourinho, invece a questo mondo ci sta benissimo.
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Caro Alex ho il sospetto che la risposta all’inspiegabile atteggiamento di Mario Julius Draghi stia nel tuo chiaro amaris in fundo:
“Questo, naturalmente, a patto che il presidente del Consiglio dimissionario non intenda invece darsela a gambe prima che la crisi economico-sociale prevista per i prossimi mesi metta definitivamente a nudo tutte le inadeguatezze delle sue politiche, in barba a tutti gli “osanna a prescindere” di cui ha goduto finora.”
Quel ” darsela a gambe ” che hai scritto mi ha fatto venire subito in mente la massima di Renato Brunetta:” in Politica, le bugie hanno le gambe corte!”
Draghi è un gran atleta…