Osservatorio criminalità organizzata. La sintesi dei pareri raccolti nel corso delle audizioni sul disegno di legge regionale del M5S

Quella odierna rappresenta l’ultima possibilità di vedere istituito in Trentino-Alto Adige/Südtirol come del resto già avvenuto praticamente in tutta Italia. Dopo averla indecorosamente sabotata per oltre 4 anni, Lega e SVP sono orientate a respingere la proposta di legge, e questo nonostante tutte le autorità e gli esperti auditi a proposito del disegno di legge abbiano espresso parere positivo rispetto alla sua istituzione. La cronaca giudiziaria di questi anni, sia in Trentino che in Alto Adige dimostra come la criminalità organizzata sia presente ed operi nella nostra Regione. Rifiutarsi di mettere in atto azioni volte a contrastare le infiltrazioni criminali nel tessuto sociale ed economico trentino e altoatesino dimostra una volta di più come le destre che governano in Regione e nelle due Province autonome siano completamente sprovviste di senso civico e della volontà di garantire la legalità, dato che con le loro azioni aiutano nei fatti le mafie ad estendere i loro tentacoli nelle nostre terre, aggravando il problema e rendendolo sempre più difficile da contrastare ed estirpare

di Alex Marini e Diego Nicolini

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Nel 2020, dopo aver tentato invano la strada in seno al Consiglio provinciale di Trento, il M5S ha promosso una serie di iniziative per istituire un osservatorio sulla criminalità organizzata a livello regionale. 

Il 10 maggio 2020 ha ottenuto l’approvazione dell’ordine del giorno 165/XVI impegnando Fugatti a collaborare con Kompatscher per promuovere una strategia congiunta tra Trento e Bolzano sul fronte dell’analisi e della prevenzione. 

Il 2 luglio 2020 ha presentato il disegno di legge 26/XVI nel Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige / Sudtirol per istituire un osservatorio incardinato sul consiglio regionale, il quale è stato accompagnato da un ordine del giorno approvato il 20 luglio nonostante l’invito della SVP a ritirarlo per procedere a un’analisi preparatoria sull’impatto organizzativo dello stesso sulle strutture consiliari e poi solo parzialmente attuato.

Nel dicembre del 2021 si è svolta una sessione di audizioni piuttosto corposa, la cui trascrizione è stata riportata nel Resoconto integrale delle audizioni del 21 gennaio 2021, alla quale si sono aggiunte delle osservazioni inoltrate alla Prima commissione regionale in forma scritta.

Riportiamo di seguito alcuni degli spunti più significativi forniti dai soggetti che si sono espressi sul testo della proposta di legge 26/XVI:

  • Sandro LOMBARDI – Commissario del Governo della Provincia autonoma di Trento
    Ha dichiarato che procedere all’istituzione di un Osservatorio che raccolga dati, elementi, considerazioni, valutazioni, studi e quant’altro, non può che essere favorevole ed essere un momento positivo e di confronto, ma allo stesso tempo di conoscenza e di preposizione di stimolo alla conoscenza dei fenomeni e direttrice di azione. L’allora commissario del Governo ha rimarcato che di fronte a uno scenario di pandemia e di crisi finanziaria bisogna far conoscere alla cittadinanza i fenomeni che si verificano e che si possono verificare soprattutto nell’ambito della ristorazione e dell’alberghiero ma anche nel settore dei trasporti con il caporalato. Ha infine auspicato che ci sia un raccordo con il gruppo di lavoro sulla sicurezza in Trentino (soppresso da Fugatti dopo pochi mesi) e sia posta una particolare attenzione verso le nuove generazioni, le quali hanno sovente una percezione distorta dei boss mafiosi a causa di messaggi televisivi fuorvianti
  • Nicola MORRA – Presidente della Commissione parlamentare Antimafia della XVIII Legislatura
    Ha ricordato che fin dall’insediamento della Commissione bicamerale l’indicazione a tutti i consigli regionali è stata quella di dare priorità all’adozione di provvedimenti per istituire una commissione regionale di analisi e studio sui fenomeni di natura mafiosa. L’osservatorio regionale, in tal senso, sarebbe stato un passaggio prodromico alla costituzione di una commissione dedicata all’analisi di tali fenomeni e alla loro diffusione ed efficienza nello stravolgere l’ordinamento democratico. Nel motivare il parere favorevole all’istituzione dell’osservatorio ha ricordato varie vicende come Freeland, Perfido o Aemilia ma anche una serie di casi internazionali emersi clamorosamente in Germania piuttosto che in Svizzera. Ha tranquillizzato i consiglieri rispetto all’ipotesi di produrre un danno di immagine alla realtà regionale perché sarebbe stato decisamente peggio far finta di credere che i problemi non esistessero. Ha infine dato indicazioni sulla composizione dell’osservatorio e sull’opportunità di aprire un dialogo con gli ordini professionali, favorendo anche il coinvolgimento dei giornalisti di inchiesta per definire più compiutamente il contesto sociale. 
  • Monica FORTE – Presidente della Commissione speciale Antimafia del Consiglio della Regione Lombardia 2018-2023
    È intervenuta anche in qualità di vicepresidente del coordinamento sulla criminalità della Conferenza dei presidenti delle assemblee regionali in sostituzione del presidente Cicala, ricordando che il coordinamento è stato istituito su suggerimento della Commissione parlamentare antimafia della XVII presieduta da Rosi Bindi, la quale aveva colto la necessità di un luogo fisico di confronto fra i vari organismi regionali. A tal riguardo ha sottolineato come il coordinamento stesse mappando l’esistenza dei vari e diversi organismi regionali e come stesse realizzando una bozza propria di proposta di legge per l’istituzione di un osservatorio antimafia (tale bozza è stata successivamente inoltrata al Consiglio regionale tra il più totale disinteresse dei suoi componenti – vedi anche nota sollecitata al presidente Noggler).
    Nel suo lungo intervento ha espresso parere fortemente favorevole riguardo alla proposta di legge, sottolineando come l’osservatorio sia spesso percepito come un organismo di transizione verso la costituzione di una commissione, che può avere funzioni più concrete e molto più efficaci sull’azione che l’istituzione regionale può mettere in campo soprattutto sotto il profilo della prevenzione. Il coordinamento nazionale ha l’obiettivo di stimolare la crescita e la nascita di organismi in tutte le Regioni ,e prioritariamente, laddove le Regioni non se ne siano dotate naturalmente promuovendo iniziative di sensibilizzazione. Ha elencato le innumerevoli iniziative promosse in Lombardia con il coinvolgimento dell’Università e anche grazie all’appoggio del comitato tecnico-scientifico presieduto dal professore Nando Dalla Chiesa negli ambiti, ad esempio, dei beni confiscati, dell’educazione alla legalità nelle scuole e nel sostegno alle vittime di usura e di mafia. Ha infine auspicato la costituzione di una commissione e la partecipazione attiva, anche tramite un delegato del presidente del Consiglio, ai lavori del coordinamento. 
  • Sabrina PIGNEDOLI – Europarlamentare e giornalista d’inchiesta
    Ha sottolineato come la nostra regione, per evidenti caratteristiche geografiche, sia un crocevia per tutte le mafie che fanno affari in Europa, le quali operano oramai sui mercati internazionali utilizzando non solo i porti del Mediterraneo ma anche quelli di Belgio, Olanda e Germania. Ha inoltre arguito che per molti soggetti possa risultare interessante costituire aziende nella nostra Regione, perché essendo una terra considerata come indenne dalle infiltrazioni si può riuscire ad evitare la gran parte dei controlli. Giudicando positivamente il tentativo di creare strumenti di prevenzione si è appellata ai consiglieri chiedendo che l’osservatorio non sia un organismo meramente formale ma uno strumento utile per affiancare il lavoro della Magistratura nell’analizzare i meccanismi economici che stanno alla base del legame tra mafie e territorio, non tralasciando l’analisi sistemica dei reati spia. L’osservatorio dovrebbe pertanto svolgere la funzione di centro di documentazione per l’università, gli studenti e i cittadini raccogliendo ad esempio gli atti pubblici e gli atti giudiziari anche al fine di organizzare convegni e attività culturali e avvalendosi del contributo dei giornalisti in una logica necessariamente transregionale.
  • Fabrizio COSTANTINO – Criminologo e docente del corso “Valutazione delle politiche contro la criminalità” presso l’Università degli studi di Trento
    Ha apprezzato le due linee direttive della proposta legislativa. La prima è la presenza, all’interno di un testo di legge che tratta la criminalità organizzata, del concetto di corruzione. La seconda, invece, è quella di avere un approccio pluridisciplinare e multidisciplinare. Con riguardo al concetto di corruzione ha ammonito che non è solo connesso all’arricchimento di qualcuno ma è uno strumento utilizzato dalle organizzazioni criminali per aprirsi le porte dell’economia legale. Le organizzazioni criminali compiono reati al fine di trarre un profitto che può essere quello economico, ma può essere anche un profitto non economico, quale il collegamento alle istituzioni politiche, al fine di penetrare i sistemi sociali e politici assicurandosi un controllo del territorio che sicuramente costituisce un profitto, anche se non immediatamente economico. Attraverso la corruzione, le organizzazioni criminali oggi hanno trovato un sistema sicuro per poter operare. Ecco perché corruzione e criminalità organizzata sono due fenomeni spesso intrecciati. Sulla transdisciplinarietà ha sottolineato che l’obiettivo di un osservatorio dovrebbe essere quello di integrare una serie di saperi che possono coordinarsi per fornire una risposta complessa al problema della criminalità organizzata. Non è possibile analizzare le organizzazioni soltanto attraverso le lenti della giurisprudenza perchè un’analisi esclusivamente giuridica tralascerebbe la dimensione sociale delle organizzazioni criminali. Vanno dunque integrate anche le analisi sociologiche ed economiche. Sul punto ha chiosato che oggi non è la mafia che cerca l’economia ma spesso è l’economia che cerca la mafia. La lotta alle moderne organizzazioni criminali richiede quindi un nuovo approccio che tenga conto delle mutazioni sociali ed economiche prodotte dal sistema finanziario, tenendo presente che i flussi monetari ormai si muovono in una chiave globale e questo è un altro aspetto che potrebbe essere considerato dall’osservatorio.
    Ha infine ammesso che per lungo tempo in Trentino-Alto Adige è stato difficile riuscire a far passare concetti come quello della possibilità di infiltrarsi nel tessuto locale presso l’opinione pubblica.
  • Luigi GAETTI – Sottosegretario agli Interni nel Governo Conte I con delega all’Antimafia e Vice Presidente della Commissione parlamentare Antimafia nella XVII Legislatura
    Ha ripreso l’attività della Commissione parlamentare della XVII legislatura, la quale si era presa l’impegno di organizzare il rapporto con le commissioni e gli osservatori regionali a dimostrazione di quanto la politica nazionale deve collaborare con le strutture locali. Rispetto all’attività dell’osservatorio ha convenuto con gli interventi precedenti, ribadendo la necessità di uno stretto rapporto con l’università, con gli ordini professionali e con le banche, richiamandosi contestualmente a un’operazione giudiziaria effettuata in Toscana in cui sono stati coinvolti imprenditori e commercialisti. A sostegno della sua tesi ha illustrato ai consiglieri il metodo di ricerca e gli esiti di un lavoro scientifico riguardante l’economia mantovana nei primi 15 anni del Terzo millennio con il quale sono stati prodotti degli indicatori quantitativi e qualitativi per monitorare l’infiltrazione del gruppo Grande Aracri. In chiusura del suo articolato intervento ha posto l’enfasi sul bisogno di svolgere con periodicità le riunioni istituzionali sul tema e di organizzare incontri informativi con la società civile. In ordine alla modalità di composizione dell’osservatorio ha giudicato positivamente la tecnica del sorteggio dopo aver selezionato i soggetti in possesso di requisiti e competenze per poter far parte dell’organismo
  • Francesco CALDERONI – Professore associato di “Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale” presso l’Università Cattolica di Milano all’interno del Centro Transcrime
    Il suo intervento ha preso spunto dallo studio METRiC (Monitoraggio dell’economia trentina contro il rischio criminalità) prodotto nel 2013 grazie al contributo della provincia di Trento, il quale si era soffermato sulle vulnerabilità e i problemi del territorio della Provincia di Trento e dei territori circostanti osservando quali erano i segnali della presenza mafiosa ma che è stato tenuto sottotraccia non contribuendo a generare un dibattito pubblico a livello locale. Ha mostrato interesse rispetto all’obiettivo dell’osservatorio di lavorare su dati e informazioni utili all’elaborazione dell’analisi del contesto dei piani triennali di prevenzione della corruzione e della trasparenza, perché normalmente ci si sofferma sulle analisi nazionali ma si fa fatica ad analizzare il dettaglio locale per supportare efficacemente l’attività amministrativa dei comuni o delle aziende sanitarie. Il contrasto giudiziario va infatti lasciato alle autorità inquirenti, ma altre attività, come quella culturale, divulgativa e di disseminazione, possono essere svolte da un organismo come l’osservatorio. Per funzionare, però, l’osservatorio ha bisogno di personale adeguatamente formato e di risorse perché per fare ricerca sui comportamenti delle organizzazioni criminali bisogna promuovere indagini scientifiche approfondite, distinguendo e valutando criticamente le fonti e lavorando attentamente sui criteri di notiziabilità dei procedimenti giudiziari e dei servizi giornalistici ma anche sui dati delle imprese.
  • Anna Maria Rita LENTINI – Presidente Sezione di controllo – Corte dei Conti
    L’esponente della magistratura contabile ha dichiarato di aver ascoltato con molto interesse gli interventi rilevando la grande messe di informazioni e di idee, apprezzando l’approccio dei proponenti del testo di legge verso la massima concretezza ed effettività delle funzioni dell’osservatorio che si vorrebbe istituire. Il contributo della magistrata ha riguardato soprattutto la necessità di predisporre specifiche tecnico-finanziarie nel procedimento legislativo, posto che queste spesso sono assenti per gli emendamenti e per le leggi che non hanno carattere prettamente finanziario. Ha apprezzato il supporto dell’osservatorio all’analisi del contesto ai fini del contrasto della corruzione, ritenendo assolutamente importante che ci sia un un sostegno conoscitivo da parte dell’osservatorio per enti che spesso non hanno le necessarie competenze. Fondamentale inoltre contrapporsi alle caratteristiche sistemiche del fenomeno corruttivo con un altro sistema coordinato, sinergico, per la difesa della legalità, quindi avviando tutte le possibili forme di raccordo con le istituzioni impegnate sul medesimo fronte. Essenziale inoltre inserire anche la previsione che la relazione dia conto anche degli esiti del seguito che hanno avuto le proposte presentate l’anno precedente.
  • Stefano DRAGONE – Gruppo di lavoro sulla sicurezza in Provincia di Trento
    Nel breve intervento – accompagnato da una nota scritta con relativo allegato tecnico fatto pervenire nei giorni successivi – ha rimarcato l’esistenza del gruppo di lavoro sulla sicurezza e sulle informazione detenute dal commissario del Governo ed ha chiesto di essere più specifici in alcuni passaggi del testo normativo.

Osservazioni scritte acquisite dalla Prima commissione regionale 

  • Paolo PIETRANGELO – Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome
    Ha fatto presente che il Coordinamento delle Commissione e degli Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità, istituito nel 2018 presso la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome stesse avviando una riflessione congiunta sull’opportunità di introdurre degli osservatori in ogni regione per monitorare la presenza della criminalità organizzata in ciascun territorio e promuovere iniziative di contrasto preventivo alle illegalità. Un dato più volte emerso durante gli incontri del Coordinamento riguarda proprio l’importanza, per il tramite delle attività di tali organi, di rendere evidente all’opinione pubblica la presenza del fenomeno – che per sua stessa natura è sommerso, ma che ben può manifestarsi quotidianamente in forme subdole e meno riconoscibili – e di farlo prima ancora che lo stesso risulti palesemente all’interno di indagini, di sentenze giudiziarie e della cronaca giornalistica che le accompagna.
  • Giuseppe BUSIA – Presidente ANAC
    Ha espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa che rappresenta, anche sotto il profilo simbolico, un segnale di attenzione al contrasto dei fenomeni criminali. Peraltro, questa fase di ascolto delle istituzioni è giunta proprio nel momento in cui, da più parti, vengono espresse preoccupazioni per i rischi di infiltrazioni della criminalità nel tessuto imprenditoriale in difficoltà a causa degli effetti depressivi prodotti dalla crisi. Ha evidenziato l’importanza dell’analisi del contesto esterno nei piani di prevenzione della corruzione rimarcando come l’osservatorio potrebbe fornire un significativo contributo in termini di informazioni e conoscenza sui fenomeni criminali e corruttivi, spesso carenti ma estremamente utili all’individuazione dei rischi e delle misure di prevenzione da adottare all’interno delle pubbliche amministrazioni. Ha chiuso l’intervento scritto ricordando come gli appalti e l’erogazione di fondi, contributi e sussidi costituiscono uno degli ambiti a maggior rischio corruttivo e in quanto tali richiedono un’attenta analisi del contesto interno ed esterno, l’implementazione di appropriate misure preventive e un attento monitoraggio delle procedure e della spesa.
  • Maurizio VALLONE – Direttore della Direzione Investigativa Antimafia
    Ha espresso un parere di generale condivisione sull’iniziativa che consentirà alle istituzioni regionali di porre in essere misure sempre più specifiche per la trasparenza nell’azione amministrativa e di prevenzione dei fenomeni di corruzione. È infatti evidente che l’espressione del potere criminale è ben lungi dall’essere sconfitta, anzi, in modo camaleontico, continua a manifestarsi attraverso forme di intimidazione, spiccate capacità imprenditoriali e abilità di penetrare e condizionare gli ambienti politico-amministrativi-istituzionali. La criminalità organizzata infatti utilizza la corruzione per raggiungere i propri obiettivi, sostituendola o sommandola all’intimidazione classica. Occorre contrapporre una battaglia politica, culturale e morale che affianchi quella giudiziaria e repressiva, lavorando attraverso la collaborazione di tutte le Istituzioni, nella certezza che il contrasto al crimine organizzato viene alimentato dalla coesione, dai meccanismi di cooperazione, dalle sinergie, anche attraverso iniziative come quella in discussione. In allegato al parere reso alla Prima commissione regionale è stata consegnata anche una relazione sulle infiltrazioni della criminalità organizzata in Trentino-Alto Adige.
  • Chiara SIMONCELLI – Referente dell’associazione Libera Trentino
    Per conto di Libera ha affermato che è opportuno che il nostro territorio si doti di strumenti in grado di garantire monitoraggio e consapevolezza. Ha ritenuto fondamentale porre però l’attenzione sulla funzione sociale dell’osservatorio e non solo sull’aspetto istituzionale. A tal riguardo, sarebbe interessante trovare il modo per far sì che l’osservatorio si confronti regolarmente con tutte le realtà sociali che si occupano di contrasto alle criminalità, a vari livelli, e che poi il suo lavoro possa avere un ritorno evidente sul territorio e sulla cittadinanza. 
  • Paride GIANMOENA – Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali della Provincia autonoma di Trento
    Ha espresso perplessità sull’orientamento ad instaurare nuove forme di vigilanza e di controllo dell’operato delle amministrazioni pubbliche locali che verrebbero determinate dall’analisi, lo studio e l’approfondimento dei fenomeni corruttivi. Secondo il presidente del Consiglio delle autonomie locali, tali nuove forme per contrastare la corruzione e la criminalità potrebbero essere lesive della riservatezza cui sono tenute le pubbliche amministrazioni nel caso di indagini in corso da parte delle autorità inquirenti. Non ha però espresso un parere negativo tout court sull’osservatorio ma ha suggerito di concentrare l’attenzione e lo sforzo normativo, nel potenziare l’ambito di formazione degli attori pubblici e privati e nel sensibilizzare la cittadinanza alla cultura della legalità.

Audizione integrativa del 16 giugno 2022 

Il 16 giugno 2022, dopo una serie di rinvii artificiosi nella trattazione del disegno di legge, si è svolta, su richiesta del presidente della Prima commissione regionale, l’audizione di Carmine Cicala e Monica Forte rispettivamente presidente e vicepresidente del Coordinamento delle Commissione e degli Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità, istituito nel 2018 presso la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e del segretario generale Paolo Pietrangelo. Gli intervenuti hanno hanno ribadito i medesimi concetti già espressi nel gennaio del 2021. Qui il resoconto integrale della seduta con la documentazione depositata dei due esponenti politici dei consiglieri regionali della Basilicata e della Lombardia.

Al termine dell’audizione del 16 giugno 2022 anziché esaminare il disegno di legge e procedere con il voto della commissione, Patt-Svp-Lega hanno chiesto di sospendere la trattazione del disegno di legge sine die contro la volontà dei proponenti e dei componenti della commissione medesima.

Esame e respingimento del disegno di legge da parte della Prima commissione legislativa regionale

Il 26 gennaio 2023 la Prima commissione legislativa regionale si riunisce per la prima volta dopo la seduta del 16 giugno 2022 ma il disegno di legge 26/XVI viene inserito tra i disegni sospesi e non viene trattato. Le minoranze consiliari escono dalla commissione per protesta.

Il 16 febbraio 2023 viene riconvocata la Prima commissione legislativa. SVP e Lega respingono il disegno di legge 26/XVI votando la proposta di non passare alla discussione articolata. Non vengono resi noti gli esiti degli approfondimenti richiesti a inizio 2022 e nuovamente nel giugno del 2023 (vedasi Relazione della commissione sul respingimento in Prima commissione + relazione su parere della Seconda commissione)

VIDEO SEDUTA DEL 21 GIUGNO 2023

Illustrazione disegno di legge e avvio della discussione generale

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