Le crisi industriali che negli ultimi anni hanno colpito il sistema produttivo trentino sono ormai molto numerose. Ad esempio, solo in questa legislatura e solo facendo riferimento ai casi passati con più enfasi alle cronache, si ricordano i casi Marangoni, Glas Vetro Alpine, Waris-Schlaefer, Lincoln Electric, Sicor e Trentino Digitale. Si tratta di situazioni che se messe assieme, pongono serissimi interrogativi per ciò che riguarda il benessere dei cittadini della nostra Provincia e danno l’indice di una tendenza preoccupante alla quale si può reagire solo fornendo risposte condivise incentrate sulla responsabilità reciproca. La strada per arrivarci appare però in salita. Proprio per questo è necessario che la politica faccia tutto il possibile per facilitare i processi, senza mettersi supinamente a disposizione di una sola delle parti.
Nell’ottobre 2020 il Consiglio provinciale ha approvato una proposta di risoluzione del M5S che ha impegnato la giunta a convocare un tavolo di confronto per definire gli obiettivi strategici della politica industriale trentina, aperto sia alle rappresentanze dei lavoratori che alle parti datoriali. Anche le questioni da affrontare sono state a loro volta definite: come realizzare azioni per contrastare efficacemente la pandemia da Covid-19 sui luoghi di lavoro, come implementare politiche che riducano l’impiego di energie fossili nel settore industriale in coerenza con il cosiddetto Green Deal europeo e come garantire un confronto corretto e positivo fra i lavoratori dell’industria trentina e le imprese con l’obiettivo di salvaguardare salari e occupazione.
La risoluzione, che ha ricevuto il sostegno dell’intera Aula, ha l’ambizione di tracciare la strada verso la definizione di un percorso che arrivi a dotare il Trentino di meccanismi di concertazione che attenuino la conflittualità sui luoghi di lavoro dando soddisfazione alle esigenze di tutte le parti in gioco, in una congiuntura particolarmente drammatica, non solo per il Trentino o per l’Italia ma per tutto il globo.
Non ci sono strade alternative. Per vincere la crisi bisogna trarre il massimo dai fondi che sono e che saranno messi a disposizione per il rinnovamento e la modernizzazione delle strutture produttive nell’ottica della transizione digitale e del cosiddetto New Green Deal europeo. Allo stesso tempo non si può far finta che la pandemia da Covid-19 non esista e quindi si devono implementare strategie e comportamenti volti da un lato a ridurre al minimo i rischi di contagio sul posto di lavoro e dall’altro a far fronte alle conseguenze economiche della crisi, mostrando un’attenzione particolare verso il tessuto produttivo che in Trentino come nel resto del Paese è basato su un fitto reticolo di piccole e medie imprese, che vanno aiutate a superare la difficilissima congiuntura che stiamo vivendo tutti.
Va da sé che la mera istituzione di un tavolo di confronto non potrà da sola risolvere tutti i problemi del mondo produttivo trentino. Se chi vi prenderà parte, rappresentanti istituzionali in testa, però agirà con onestà e disponibilità sincera al confronto allora il tavolo potrà diventare una autentica cabina di regia, quanto mai necessaria per dare risposte ai bisogni dei lavoratori e delle imprese, specie le più piccole, e proprio da questo confronto si potranno trarre gli input per sviluppare una strategia industriale trentina che la Provincia Autonoma ha tutti i mezzi per mettere in campo, se solo ci crede e lo desidera.
* Pubblicato su Cronache del Consiglio provinciale – gennaio 2021
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