A Bolzano si copia Trento… nel boicottare i referendum!

Il 29 maggio in Provincia di Bolzano si vota. In programma c’è una consultazione in merito alla legge tramite cui la SVP punta a eliminare i referendum confermativi sulle leggi provinciali in modo da rafforzare il proprio dominio sull’Alto Adige. Lo sapevate? Probabilmente no. E c’è una ragione molto semplice. In TV e sulle radio non si è visto quasi niente perché la politica locale ci ha messo lo zampino.

Per una volta si può dire che a Bolzano copiano da Trento… purtroppo però le cattive pratiche sono le uniche che fanno strada. Non è infatti la prima volta che le campagne informative sui referendum vengono sabotate. Lo stesso ha fatto nel 2021 la maggioranza leghista in Consiglio provinciale a Trento, in occasione del referendum sul biodistretto trentino. Non lo ha solo rinviato più volte e si è rifiutata di produrre ed inoltrare agli elettori un opuscolo informativo, evitando anche di accorparlo alle elezioni comunali (sennò ci sarebbe stato il quorum…), ma non ha nemmeno sollecitato l’emanazione dei provvedimenti per assicurare la parità di accesso ai mezzi di informazione all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e alla Commissione di Vigilanza RAI. Così facendo ha impedito di attivare i meccanismi che avrebbero permesso di sviluppare la campagna referendaria su TV e radio locali.

Lo stesso è accaduto a Bolzano con il referendum che si svolgerà il prossimo 29 maggio. Niente delibera di Agcom. Niente intervento regolatorio della Commissione di Vigilanza RAI che avrebbe dovuto disporre la programmazione di tribune elettorali, confronti, conferenze stampa e messaggi autogestiti gratuiti per gruppi consiliari e comitati o associazioni interessati ad esprimere una posizione sul quesito referendario. Senza deliberazioni dei due organismi statali non è stata data la possibilità alle associazioni interessate alla consultazione di avere spazi adeguati sui media, danneggiando peraltro anche le emittenti locali private, già penalizzate dalla mancata erogazione dei messaggi politici autogestiti gratuiti che lo Stato finanzia ovunque ma non in Trentino-Alto Adige, perché si preferisce evitare di chiederli.

Il M5S del Trentino-Alto Adige/Südtirol protesta con forza contro questo modo di fare politica sulla pelle delle istituzioni e della democrazia stessa. La mancata adozione dei provvedimenti da parte della Commissione di Vigilanza RAI e di Agcom e in generale la mancata disciplina puntuale delle comunicazioni radio-televisive per referendum provinciali costituisce un grave vulnus. Si agisce scientemente per far fallire o per lo meno per manipolare le consultazioni popolari, omettendo di attivare le procedure che dovrebbero essere adottate sia per i processi elettorali che per quelli referendari e quindi limitando che si generi un’opinione pubblica informata e consapevole.

Chi governa avrebbe il dovere di tutelare l’interesse pubblico rispettando il dettato dello Statuto di autonomia che riconosce lo stesso rango a elezioni e referendum (vedi sentenza del TAR di Trento n.36/2021), invece utilizza le istituzioni per limitare il diritto dei cittadini a decidere. È gravissimo che cose del genere accadano in quella che in teoria dovrebbe essere una democrazia e invece è vissuta dai maggiorenti locali come una sorta di feudo medioevale sul quale spadroneggiare impunemente.

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A seguire i link ai video della conferenza stampa tenuta con Diego Nicolini a Bolzano il 19 maggio 2022

Prima parte della conferenza stampa

Sintesi del mio intervento in ordine ai mancati provvedimenti della Commissione di vigilanza Rai e dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom)

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Il servizio del TGR di Bolzano in merito alla mancata promozione del referendum del 29 maggio
Il servizio di Alto Adige TV in merto alla mancata promozione del referendum del 29 maggio

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