Come ampiamente previsto e prevedibile, l’iter realizzativo della circonvallazione ferroviaria di Trento ha superato “senza colpo ferire” la fase amministrativa.
Si è tenuto conto delle richieste della giunta provinciale e di quella comunale, ignorate invece la gran parte delle istanze avanzate dai cittadini. Riguardo alla tutela delle fonti acquifere si dice solo che gli studi proseguono, ma rassicurazioni vere e proprie non sembrano essercene. In compenso i costi previsti per il bypass ferroviario salgono da 930 milioni di euro a 1,27 miliardi, cifra che, c’è da scommetterci, lieviterà ancora sensibilmente prima della fine dei lavori prevista per il 2026. A occhio siamo di fronte ad una magnadora di dimensioni ciclopiche, con costi destinati ad aumentare all’infinito per i tanti appetiti da saziare. Per come sono andate le cose, ad esempio nel dibattito pubblico, che si è tradotto di fatto nella comunicazione alla cittadinanza di cosa sarebbe avvenuto perché già deciso “in alto”, elementi di trasparenza e confronto non ce ne sono stati e, se il buon giorno si vede dal mattino, è molto improbabile che ce ne saranno in futuro.
Quanto all’elemento più macroscopico, l’aumento immediato dei costi preventivati (che l’esperienza insegna essere sempre inferiori a quelli effettivi a fine opera…), il commento è semplice: il cemento costa. Senza considerare lo sperpero energetico per la realizzazione dell’opera a fronte di nessun risparmio futuro, visto che non c’è nemmeno un abbattimento delle pendenze.
Insomma, con tutta probabilità ci troviamo di fronte a un grosso sperpero a norma di legge e all’ennesima occasione sprecata per investire risorse pubbliche nell’interesse della collettività trentina e non solo di alcuni soggetti che devono a tutti i costi guadagnare un sacco di soldi dalla realizzazione dell’opera stessa. La stessa storia che in Italia vediamo da almeno 50 anni, messa in campo dagli autoproclamati “capaci” asserragliati in Provincia e in Comune a Trento, oltre che nel Ministero della transizione ecologica, che di ecologico non ha però proprio niente.
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One Reply to “Bypass ferroviario di Trento, “magnadora” all’ennesima potenza?”