Spini di Gardolo. Il M5S presenta interrogazione sulla cementificazione di 53 mila metri quadri di vigneti

Il 6 giugno scorso il M5S trentino ha presentato un’interrogazione al Consiglio provinciale tramite la quale si chiede conto dell’imminente cementificazione di circa 53 mila metri quadri di vigneti a Spini di Gardolo permessa dalla giunta provinciale, chiedendo che almeno vengano previsti recuperi compensativi di territorio degradato, in modo da garantire gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo, enunciati ma non rispettati dalle scelte della giunta stessa. Purtroppo sul PNRR e sulla cosiddetta “transizione verde” la politica opera con un’ipocrisia persino superiore ai suoi pur elevati standard. Nei documenti di programmazione si esprimono concetti elevati e si promettono cambiamenti epocali… ma nella pratica l’andazzo è sempre lo stesso, imperniato sul consumo massiccio di risorse naturali senza alcun vincolo o tutela per l’ambiente e la vita dei cittadini. È un modo di agire sbagliato, ottuso e tragicamente demenziale, che sta portando il pianeta al collasso. Se non si agisce per mettere un freno a queste perversioni le conseguenze che non le pagheranno solo i nostri figli ma pure noi stessi. 

Per quanto riguarda Spini di Gardolo il M5S ha proposto un’alternativa per porre rimedio all’errore della giunta: individuare per lo meno una serie di interventi compensativi per ripristinare la funzionalità ecologica in altri contesti compromessi, che nei pressi di Trento non mancano. Chiediamo inoltre che la giunta si attivi per evitare che la cementificazione dei vigneti non si traduca nell’ennesima operazione di speculazione immobiliare, perché tempi e modalità di quest’iniziativa appaiono altamente sospetti. 

Il M5S chiede di cambiare registro e farlo in fretta, perché la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni e in tal senso la politica trentina è esperta in pavimentazioni.

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Segue il testo integrale dell’interrogazione 3769/XVI a risposta scrittaSvincolo dell’area produttiva del settore secondario di livello provinciale di riserva posta nel comune di Trento, Località Spini di Gardolo, consentendo la sostituzione delle coltivazioni con insediamenti industriali” depositata il 06 giugno 2022.

Il comma 9 delle norme di attuazione del Piano Urbanistico Provinciale (allegato B della legge provinciale del 27 maggio 2008 n.5) prevede che l’utilizzo delle aree di riserva sia autorizzato con deliberazione della Giunta provinciale quando le possibilità di insediamento nelle altre aree risultino ridotte e che alle aree autorizzate si applichino le disposizioni concernenti le aree di progetto;

il 13 maggio 2022 la Giunta provinciale ha approvato la deliberazione n.852 “Legge provinciale 27 maggio 2008, n. 5 “Approvazione del nuovo piano urbanistico provinciale” – Art. 33 delle Norme di attuazione: utilizzo dell’area produttiva del settore secondario di livello provinciale di riserva sita nel comune di Trento in località Spini di Gardolo, Via Monaco e Via Beccaria, in C.C. Gardolo – Autorizzazione allo svincolo parziale” il cui oggetto riguarda la richiesta, presentata con nota del 16 luglio 2021 da parte della società Mak Costruzioni s.r.l. con sede in Lavis, al Presidente della Provincia relativamente all’attivazione della procedura per lo svincolo della zona in oggetto per impianti produttivi di riserva sita nel comune di Trento ed individuata sulla tavola del Sistema insediativo e reti infrastrutturali del PUP;

con il provvedimento citato al precedente paragrafo la Giunta ha deliberato:

  1. di autorizzare, ai sensi dell’articolo 33, comma 9 delle norme di attuazione del PUP, lo svincolo dell’area produttiva del settore secondario di livello provinciale di riserva sita nel comune di Trento in località Spini di Gardolo, via Monaco e via Beccaria, in C.C. Gardolo, limitatamente alle porzioni indicate nella planimetria di cui all’Allegato A) della deliberazione, che si approva quale sua parte integrante e sostanziale;
  2. di dare atto che in conseguenza di quanto disposto al punto precedente il Piano urbanistico provinciale è aggiornato sotto il profilo cartografico con la trasformazione dell’area produttiva di livello provinciale di riserva in area produttiva di livello provinciale di progetto limitatamente alle porzioni indicate nell’Allegato A;
  3. di dare atto che nelle aree autorizzate si applicano le disposizioni concernenti le aree produttive di progetto il cui utilizzo è subordinato all’approvazione di un apposito piano attuativo da parte del Comune di Trento, al quale il presente provvedimento è comunicato per il seguito di competenza, fermo restando il rispetto dei criteri che hanno motivato questo provvedimento con particolare riferimento alla necessità di evitare il frazionamento dei lotti;

nelle premesse della delibera si specifica che le strutture provinciali competenti, attraverso diversi confronti interni, hanno individuato quali criteri a garanzia del perseguimento dell’interesse pubblico, riscontrabili nella corrispondenza di seguito richiamata e nelle relazioni istruttorie che supportano questo provvedimento, i seguenti:
– indisponibilità di altre aree produttive idonee in localizzazioni equivalenti (anche dal punto di vista geografico);
– presenza di una accertata disponibilità all’insediamento da parte di imprese produttive;
– disponibilità dell’area, attuale o futura, per gli investitori;
– idoneità dei lotti quanto a superficie e possibilità edificatoria;

in particolare il Servizio Industria Ricerca e Minerario avrebbe provveduto a redigere una relazione in conformità ai criteri sopra enunciati. Nella relazione si preciserebbe che il territorio sottoposto ad analisi, vista la provenienza delle aziende interessate ad insediarsi, sia stato esteso, oltre che all’area di Trento nord, anche alle zone di Lavis, Mezzolombardo, Mezzocorona e Roverè della Luna. Secondo quanto riportato nella relazione sarebbero tuttavia state escluse una serie di aree produttive difficilmente raggiungibili e/o di limitata estensione nonché le aree site nel comune di Lavis situate ad est della ex statale del Brennero che, pur essendo classificate come produttive, data la loro collocazione poco si adattano ad essere utilizzate come tali;

con ordine del giorno n. 320/XVI del 25 marzo 2021 (originato dalla proposta di ordine del giorno n.1/85/XVI “Ricognizione delle migliori pratiche e delle proposte di legge presentate a livello regionale, statale e internazionale in materia di limitazione del consumo di suolo” collegato al Disegno di legge 22 febbraio 2021, n. 85 “Misure urgenti di semplificazione in materia edilizia e urbanistica: modificazioni della legge provinciale per il governo del territorio 2015”), il Consiglio della Provincia autonoma di Trento ha impegnato la Giunta provinciale: “1.a elaborare una ricognizione delle migliori pratiche e delle proposte di legge presentate a livello regionale, statale e internazionale in materia di limitazione del consumo di suolo, al fine di individuare interventi e soluzioni di sistema, sotto il profilo ambientale, urbanistico e fiscale, che rendano effettivi gli strumenti normativi disciplinati dall’articolo 18 (Limitazione del consumo del suolo) della legge provinciale sul governo del territorio; 2.a riportare l’esito della ricognizione di cui al punto 1 nella competente commissione permanente del Consiglio provinciale entro 5 mesi dall’approvazione del presente ordine del giorno al fine di valutare i provvedimenti normativi e amministrativi da varare per programmare razionalmente le azioni necessarie al fine di realizzare il punto 17 “Arrestare il consumo di suolo” degli Obiettivi della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (SNSvS) e degli obiettivi conseguenti fissati a livello provinciale nella Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS).”;

nel febbraio del 2022 l’Osservatorio del Paesaggio Trentino pubblicava il Rapporto di ricognizione sul tema della gestione del fenomeno del consumo di suolo in attuazione dell’ordine del giorno 320/XVI, il quale era stato precedentemente notificato al Consiglio provinciale con nota di data 8.10.21, prot. n. 22999 da parte del vicepresidente della Provincia;

nel rapporto sono descritte le dinamiche di consumo di suolo in Trentino, che si caratterizzano per la crescita tumultuosa del fenomeno a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo e per l’estensione particolarmente significativa delle aree trasformabili ancor oggi programmate dagli strumenti urbanistici locali;

nel rapporto si evidenziano inoltre i rifermenti presi in considerazione dall’Osservatorio nell’elaborazione delle proprie analisi. Tali riferimenti sono riassumibili nell’obiettivo europeo dell’azzeramento del consumo di suolo al 2050 e della prospettiva di allineamento tra il consumo di suolo e le dinamiche demografiche al 2030 sostenuta dal documento ONU denominato “Agenda 2030”, già formalmente recepito a livello nazionale e provinciale;

le considerazioni del rapporto di ricognizione spaziano dalle proposte di razionalizzazione e consolidamento dei sistemi di monitoraggio, all’evidenziazione della necessità di ricondurre anche le iniziative pubbliche di carattere insediativo e infrastrutturale a forme efficaci di controllo sul consumo di suolo, ai rilievi sulle difficoltà di agire sulle previsioni urbanistiche di livello locale già contenute nel Piani regolatori comunali, che presentano uno stock di aree potenzialmente insediabili, di estensione tale da rendere difficile, se non impossibile, il raggiungimento degli obiettivi di riduzione/azzeramento del consumo di suolo, fino a riflessioni e proposte sul tema della compensazione del consumo di suolo;

gli obiettivi di azzeramento del consumo di suolo a livello provinciale sono stati recepiti nella Strategia Provinciale per lo Sviluppo Sostenibile (SproSS) approvata nell’ottobre 2021. Al suo interno, tra gli obiettivi provinciali di sostenibilità, nell’ambito “Per un Trentino più vicino ai cittadini”, alla voce “Territorio” (pagina 124 della SproSS) si evidenzia il seguente: “Arrestare il consumo di suolo e assicurare lo sviluppo del potenziale, la gestione sostenibile e la custodia dei territori, dei paesaggi e del patrimonio culturale”;

secondo la visione di un Trentino sostenibile riportata nella SproSS, avrebbero dovuto essere ben visibili i cambiamenti positivi nel territorio e nell’amministrazione provinciale. In particolare nel documento si specifica testualmente: “Gli ambiti urbani e di fondovalle (aperti, agricoli, prativi e boscati) sono valorizzati dalla politica di “consumo di suolo zero”;

inoltre, per promuovere la cultura dello sviluppo sostenibile del Territorio tra le azioni evidenziate nella SproSS si specifica la seguente: “Diffondere la cultura dell’anticipazione di futuro (con analisi cambiamenti in arrivo e valutazione di scenari) e della partecipazione con approcci bottom-up soprattutto per le decisioni e progetti di consumo di suolo con risorse pubbliche, utilizzando sia le “giurie dei cittadini” per le questioni di interesse per la comunità locale, che tecnologie e strumenti digitali (geo-web database, strumenti di comunicazione di dati e mappe tematiche, strumenti per la partecipazione attiva)”;

per misurare il perseguimento dell’obiettivo dell’arresto del consumo di suolo nella strategia si considerano i seguenti indicatori:

  • Famiglie che dichiarano difficoltà di collegamento con mezzi pubblici nella zona in cui risiedono;
  •  Impermeabilizzazione e consumo di suolo pro capite;
  • Persone che si spostano abitualmente per raggiungere il luogo di lavoro solo con mezzi privati;
  • Fiducia nelle istituzioni locali;
  • Impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale;
  • Incidenza delle aree di verde urbano sulla superficie urbanizzata delle città;
  • Indice di accessibilità ad alcuni servizi;

l’articolo 18 della legge provinciale sul governo del territorio del 2015 prevede che “gli strumenti di pianificazione territoriale perseguono l’obiettivo della limitazione del consumo del suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile”. In particolare tali strumenti di pianificazione devono (1) favorire “anche prevedendo particolari misure di vantaggio, il riuso e la rigenerazione urbana delle aree insediate, attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica e di densificazione”; (2) mantenere e incrementare “l’attrattività dei contesti urbani favorendo la compresenza delle funzioni”; (3) Promuovere “il miglioramento del livello di qualità del contesto urbano, anche favorendo la manutenzione ordinaria e straordinaria e l’innovazione delle opere di urbanizzazione e delle dotazioni collettive”; (4) privilegiare “la riclassificazione delle aree produttive di livello provinciale esistenti in aree produttive di livello locale, al fine di rispondere alle nuove esigenze insediative”; 

sempre l’articolo 18 della succitata legge provinciale specifica come sia consentita l’individuazione, da parte degli strumenti di pianificazione: (1) “di nuove aree destinate agli insediamenti residenziali e ai relativi servizi solo se sono dimostrati, con la valutazione dello strumento di pianificazione territoriale prevista dall’articolo 20, il necessario soddisfacimento del fabbisogno abitativo, l’assenza di soluzioni alternative e la coerenza con il carico insediativo massimo definito per quel territorio”; (2)  “di nuove aree destinate a insediamenti produttivi – comprese quelle destinate alla lavorazione e trasformazione e conservazione su scala industriale di prodotti agroalimentari e forestali, ai sensi delle norme di attuazione del PUP – commerciali o misti, solo se è dimostrata, con la valutazione dello strumento di pianificazione territoriale prevista dall’articolo 20, sulla base dei contenuti del quadro conoscitivo di cui all’articolo 23, comma 1, lettera a), l’assenza di soluzioni alternative con riferimento al possibile e razionale utilizzo delle aree esistenti o già insediate, nell’ambito del territorio della comunità”;

infine l’articolo 18 della legge provinciale sul governo del territorio del 2015 precisa che “al fine di contenere nuovi consumi del suolo, nella realizzazione di edifici da destinare a finalità di pubblica utilità gli enti locali promuovono l’utilizzo del patrimonio edilizio esistente e, in particolare, di aree ed edifici degradati o dismessi”;

la vicenda della deliberazione n.852 non ha mancato di suscitare clamore e critiche da parte dell’opinione pubblica, laddove è stato sottolineato da parte della stampa come la giunta provinciale abbia di fatto dato il via libera alla trasformazione di un’enorme quantità di suolo da area coltivata ad area produttiva, pur a fronte della presenza in Trentino, specie nel fondovalle, di numerosi insediamenti produttivi inutilizzati e in deperimento (“Area produttiva da 53mila metri quadrati sbloccata a Trento Nord. Ma come?” – L’Adige – 17 maggio 2022);

a fronte di quanto sin qui riportato, appare del tutto evidente come trasformare 53mila metri quadrati di aree di riserva coltivate a vite in una distesa di capannoni industriali appaia in diretto contrasto con qualsivoglia intendimento di limitazione del consumo di suolo e faccia quantomeno nascere il sospetto di voler consentire di fatto l’ennesima speculazione edilizia a favore di pochi e a danno dei cittadini trentini e dell’ambiente in cui essi vivono;

tutto ciò premesso si interroga il presidente della giunta provinciale per sapere:

  1. se nella fase istruttoria che ha preceduto l’emanazione della delibera siano state avviate le azioni previste dalla SproSS e dall’articolo 18 della legge provinciale sul governo del territorio del 2015 per assicurare il perseguimento dell’obiettivo di limitare e arrestare il consumo di suolo in Trentino, con particolare riferimento al coinvolgimento della cittadinanza, sia tramite la convocazione di “giurie dei cittadini” sia tramite l’utilizzo di qualsivoglia strumento di partecipazione attiva;
  2. se non ritenga pubblicare la relazione illustrativa delle iniziative poste in essere per valutare lo svincolo dell’area produttiva del settore secondario di livello provinciale di riserva posta nel comune di Trento, località Spini di Gardolo, attualmente coltivata a vite, consentendo di fatto la sostituzione delle coltivazioni con insediamenti industriali con particolare riferimento all’elenco delle aree produttive inutilizzate localizzate tra Trento nord e i comuni di Lavis, Mezzolombardo, Mezzocorona e Roverè della Luna che non sono state ritenute idonee;
  3. se nello stilare la deliberazione n.852/2022 siano state prese in considerazione le valutazioni contenute nel Rapporto di ricognizione sul tema della gestione del fenomeno del consumo di suolo, e quali analisi siano state effettuate per dimostrare che lo svincolo di circa 53 mila metri quadrati di aree di riserva sia conforme all’obiettivo di arrestare il consumo di suolo contenuto nella SproSS;
  4. se a fronte della richiesta di svincolo delle aree di riserva site in località Spini di Gardolo da parte delle imprese citate in premessa, corrispondano impegni in termini di aumento dell’occupazione e in caso di risposta affermativa come si quantifichino e con quali modalità;
  5. se siano stati posti in essere vincoli di qualsivoglia genere per evitare che lo svincolo delle aree di riserva di Spini di Gardolo possa dar luogo a fenomeni di speculazione edilizia e se contestualmente siano stati concordati degli interventi di compensazione ambientale tramite la trasformazione di aree artificializzate e degradate in terreni d’uso agricolo o naturale o con progetti di rigenerazione urbana volti a una maggiore funzionalità ecologica di contesti già insediati ai fini del rilascio dei titoli necessari all’utilizzo dei beni realizzati sulle nuove aree occupate;

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