Nel marzo del 2020 pensavamo di aver chiarito definitivamente che il presidente del Consiglio non aveva il diritto di oscurare le sedute consiliari con la scusa delle elezioni comunali o europee o dei referendum solo per nascondere i disastri di questa maggioranza.
Purtroppo, nè il parere di Agcom che avevamo ottenuto nè il fatto che tutti gli altri Consigli regionali d’Italia (compreso quello del Trentino-Alto Adige e quello di Bolzano) assicurino la diretta streaming senza interruzioni, sono serviti a convincere il presidente Kaswalder a dimostrarsi rispettoso della democrazia e della trasparenza dovuta ai cittadini. Imperterriti, lui e i suoi fedeli seguaci tengono duro e continuano a tenere nascoste le sedute del Consiglio provinciale.
È una situazione francamente inredibile. Pertanto è stato il minimo presentare un’interrogazione a proposito in modo da tenere traccia storica della pervicace lotta ingaggiata dai soggetti che governano il Trentino contro il diritto dei cittadini a conoscere cosa avviene all’interno di Istituzioni che (in teoria) esistono per loro e non a loro dispetto!
Aggiornamento del 29 settembre 2021: nota del presidente Kaswalder per annunciare la trasmissione della diretta streaming
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Segue il testo integrale dell’interrogazione n. 2988/XVI del 10 settembre 2021 “Trasmissione della diretta streaming sul sito del Consiglio nei periodi elettorali e/o referendari“
L’articolo 13 della CEDU sancisce il diritto ad un ricorso effettivo e prevede che ogni persona i cui diritti e le cui libertà riconosciuti nella Convenzione siano stati violati, ha diritto a un ricorso effettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali;
in data 31 agosto 2021 la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), nella pronuncia 251 (2021) “Judgment Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella and Radicali Italiani v. Italy – discontinuance of political platform programmes on State-owned television locations”, accertava la violazione dell’articolo 13 della CEDU da parte dello Stato italiano. Ciò, a causa dell’impossibilità di effettuare un ricorso interno contro le decisioni della Commissione parlamentare di vigilanza sul sistema radiotelevisivo, la quale gestisce direttamente le tribune politiche della televisione pubblica previste dalla legge 22 febbraio 2000, n.28 “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”. Negli ultimi tredici anni infatti la Commissione non ha mai dato l’impulso necessario per realizzarle, ma la giurisprudenza riteneva che non fossero accoglibili i ricorsi contro gli atti della Commissione di vigilanza;
in data 17 agosto 2021 veniva depositata l’interrogazione 2916/XVI “Strumenti di accesso ai mezzi di informazioni per la comunicazione politica sul referendum propositivo per la costituzione del distretto biologico trentino”, la quale rimane senza risposta alla data di deposito del presente atto. Nell’interrogazione 2916/XVI si sottolineava la perdurante indisponibilità dei fondi statali destinati alla Provincia di Trento per i messaggi autogestiti a titolo gratuito in campagne elettorali e referendarie. Contestualmente si chiedeva anche se il presidente della Provincia non ritenesse di stanziare risorse da destinare alle emittenti radiotelevisive locali private trentine per garantire, ai sensi della cosiddetta legge sulla par condicio (L. 28/2000), la parità di trattamento e l’imparzialità rispetto a tutti i soggetti politici e l’accesso ai mezzi di informazioni per la comunicazione politica per il referendum del 26 settembre 2021 sulla qualificazione del Trentino come distretto biologico;
a tal proposito vale la pena di sottolineare, ancora una volta, come la mancata attuazione in Trentino della legge 28/2020 riguardo ai messaggi autogestiti causi un vulnus alla democraticità dei processi elettorali e referendari sul territorio della Provincia Autonoma aggravando una situazione già critica a livello statale;
oltre a ciò, la condotta della Provincia di Trento si caratterizza anche per la frequente interruzione della diretta streaming delle sedute del Consiglio provinciale in prossimità di qualsivoglia tipologia di elezione, ciò a causa di un’interpretazione in chiave restrittiva delle disposizioni della legge 28/2000, dei pareri forniti dal Corecom di Trento e del parere fornito il 18 marzo 2020 dall’Ufficio pluralismo interno, servizio pubblico radiofonico, televisivo, multimediale e tutele, della Direzione contenuti audiovisivi, dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM – Rif. COM/2020/AP, allegato all’interrogazione 1310/XVI) con riguardo alla pubblicità dei lavori consiliari e alla trasmissione degli stessi in diretta streaming;
nel corso della presente consiliatura la violazione delle norme sulla par condicio a livello provinciale e l’interruzione della diretta streaming sono state portate all’attenzione del Consiglio tramite (1) innumerevoli interventi in aula (da ultimo nel dibattito avvenuto l’8 settembre 2021), (2) le Osservazioni al Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione 2021-2023 e (3) diversi atti di sindacato ispettivo (segue elenco);
nelle Osservazioni al PTPC 2021-2023 (in particolare nell’osservazione n.14) si specificava che nel periodo compreso fra il 2019 ed il 2020 si sono registrati diversi provvedimenti da parte di Agcom, che ha agito di fatto “in sostituzione” al Corecom in relazione ai controlli sull’applicazione della normativa in materia di par condicio. Tali provvedimenti hanno evidenziato violazioni della par condicio delle comunicazioni politiche della Giunta e del Consiglio provinciali. Agcom ha inoltre elaborato un parere in ordine all’incomprensibile interruzione della diretta streaming delle sedute del Consiglio provinciale in occasione di elezioni e referendum. Questa la parte rilevante: “Nel caso di specie, in cui il servizio di trasmissione in diretta delle sedute consiliari è affidato ad una emittente televisiva esterna al Consiglio provinciale, si rappresenta che, secondo la prassi interpretativa dell’Autorità, la trasmissione integrale delle sedute degli organi consiliari delle amministrazioni locali non rientra, in via generale, nella fattispecie della comunicazione istituzionale e, pertanto, può avvenire anche nel corso della campagna elettorale. È quindi consentito trasmettere integralmente in diretta o in streaming, su canali televisivi e sul web le riunioni di Consigli provinciali o di altri organi espressione di istituzioni locali, regionali o centrali dello Stato. Sotto altro profilo, la riproposizione integrale di tali sedute costituisce, a giudizio dell’Autorità, una particolare ipotesi di programmazione informativa e, dunque, non può sottrarsi al rispetto dei principi generali enunciati in materia di informazione dalla legge n. 28 del 2000 (artt. 5 e 11-quater) e nelle disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relativamente alla campagna elettorale in corso di svolgimento”;
AGCOM ha dunque ben precisato che la trasmissione in diretta delle sedute di Consiglio provinciale non costituisce affatto una violazione della cosiddetta norma sulla par condicio, salvo che a video non compaiano dei candidati ad una qualche competizione elettorale, caso che, come ovvio, non si verifica mai in caso di consultazioni referendarie;
tra gli atti di sindacato ispettivo si evidenziano i seguenti:
- 650/XVI del 3 luglio 2019 “Videoregistrazione delle sedute delle commissioni consiliari e introduzione della diretta streaming delle consultazioni con soggetti pubblici e privati promosse dalle commissioni”;
- 861/XVI del 3 ottobre 2019 “Segnalazioni al CORECOM e all’ AGCOM in ordine alla legittimità delle comunicazioni istituzionali in periodo elettorale”
- 885/XVI del 10 ottobre 2019 “Tempi di risposta da parte del Corecom in ordine ad una segnalazione”;
- 1310/XVI dell’8 aprile 2020 “Trasmissione delle sedute del consiglio provinciale”
In allegato: Parere di Agcom del 18.03.2020 “Trasmissione in diretta delle sedute del Consiglio provinciale durante il periodo elettorale. Riscontro quesito”; - 1320/XVI del 10 aprile 2020 “Informazioni ai presidenti dei Consigli comunali in ordine trasmissione in diretta streaming”;
- 1726/XVI del 21 agosto 2020 “Correttezza della comunicazione istituzionale degli uffici stampa di Consiglio e Giunta provinciale”;
risulta inoltre che il Presidente del Consiglio provinciale sia consapevole della delicatezza del tema in questione tanto da aver convocato una riunione dei Presidenti dei gruppi consiliari in data 8 settembre 2021 allo scopo di valutare l’ipotesi di ripristinare la diretta streaming dei lavori consiliari, ha tuttavia optato per la continuazione dell’interruzione della diretta streaming dei lavori dell’aula consiliare. Nella seduta dei capigruppo è stato altresì paventato dalla Presidenza del Consiglio il rischio di incorrere in sanzioni da parte dell’Agcom oppure di essere perseguiti dall’azione penale da parte dell’autorità giudiziaria per violazione delle norme sulla par condicio;
sollecitato dalle riflessioni espresse dai consiglieri nella seduta dei capigruppo dell’8 settembre 2021, il Presidente del Consiglio, anche per il tramite del Segretario Generale del Consiglio, si è impegnato ad approfondire la tematica nella sede della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali e delle Province autonome e presso gli altri soggetti competenti;
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente del Consiglio provinciale per sapere
- se non ritenga di effettuare una valutazione dei rischi di incorrere in sanzioni o condanne penali connessi alla trasmissione della diretta streaming sul sito del Consiglio nei periodi elettorali e/o referendari, producendo al contempo una relazione di sintesi sulla giurisprudenza in materia con particolare riferimento alle condanne penali comminate dal potere giudiziario;
- se, nelle interlocuzioni che la Presidenza del Consiglio o la Segreteria Generale avvieranno con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali e delle Province autonome per chiarire quale debba essere la gestione della diretta streaming delle sedute del Consiglio provinciale, verrà tenuto conto anche dell’esigenza di garantire la pubblicità dei lavori dei consigli comunali;
- se intende agire in coordinamento con il Corecom della Provincia autonoma di Trento e riportare l’esito degli approfondimenti effettuati dallo stesso all’attenzione dei consiglieri provinciali;
- se, unitamente alla questione della diretta streaming, intenda effettuare un approfondimento anche riguardo alla corretta applicazione della disciplina delle tribune elettorali a livello provinciale/regionale e all’indisponibilità degli stanziamenti statali per i messaggi autogestiti trasmessi dalle emittenti radiofoniche e televisive locali delle province autonome di Trento e di Bolzano;
- se intenda esigere la massima sollecitudine negli approfondimenti di cui al quesito n.1, al fine di ripristinare in via definitiva la diretta streaming a partire dai lavori consiliari in programma nei giorni 5, 6 e 7 ottobre;
Cons. prov. Alex Marini
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2 Replies to “L’oscuramento del Consiglio provinciale prosegue… ma è insensato e ingiustificato!”