Nessun rispetto per il fiume Chiese, per la Valle del Chiese e per il lago d’Idro, nessuna coscienza ecologica, solo piccoli scambi di favori e logica clientelare per una politica al massimo ribasso. Questa in estrema sintesi la lezione che si può trarre dalla decisione presa dalla Provincia di Trento (comunicato 1585 del 18.06.2021 + delibera 1013 del 18.06.2021) di cedere alla Lombardia dai 12 ai 16 milioni di metri cubi d’acqua potabile afferente al bacino idrografico del Chiese in cambio di poco meno di un milione di euro per un intervento di sistemazione stradale sito nel bacino idrografico del Sarca.
Il vulnus è triplice. In primo luogo la tutela dell’ambiente e delle acque viene sistematicamente messa in una posizione di subalternità rispetto agli interessi speculativi di settori economici i cui operatori si muovono con logiche e tecniche produttive obsolete, ad esempio proseguendo con la folle tecnica dell’irrigazione per inondazione che per funzionare necessita di enormi quantità d’acqua e che è pertanto del tutto fuori luogo in un mondo nel quale le riserve idriche sono in calo costante.
Una seconda questione riguarda il settore di allocazione delle risorse. Non si capisce infatti (o forse si capisce fin troppo bene) come mai il denaro pagato dalla Lombardia venga utilizzato per un intervento di natura viabilistica. Al limite, qualora gli utilizzatori dell’acqua prelevata in deroga alle regole per la salvaguardia dei livelli e dei deflussi minimi vitali pagassero quanto previsto, quelle risorse andrebbe destinate a progetti a valenza ecologica e per lo sviluppo sostenibile in attuazione di una specifica proposta di ordine del giorno che era stata promossa dal M5S nel luglio del 2020 (10/60/XVI) con cui il Consiglio impegnava la Giunta provinciale ad avviare una fase sperimentale di rilevazione, elaborazione e pubblicazione dei dati riguardo il monitoraggio sui flussi, i livelli del bacino idrografico e i livelli di funzionalità ecologica del fiume Chiese e del Lago d’Idro. Usare quel denaro per una sistemazione stradale svela quanto realmente chi governa il Trentino si curi dell’ambiente, cioè niente.
Infine, al netto della solidarietà e della collaborazione che deve esistere tra territori se anche si decidesse di destinare quei denari ad opere di carattere diverso da quello ambientale ci si aspetterebbe almeno che le risorse recuperate andassero almeno a favore del bacino del Chiese, non certo a quello di altri ambiti. Ad esempio quei denari avrebbero potuto essere utilizzati per risolvere la scandalosa vicenda della rotatoria di Ponte Caffaro sulla quale tutto è fermo da anni oppure per completare la ciclabile lungo la sponda occidentale del lago d’Idro, altra opera annunciata ma mai realizzata. Invece la Provincia di Trento svende l’acqua del Chiese e usa gli spiccioli messi a disposizione dalla Lombardia per abbattere la storica casa Sembenotti collocata nel bacino orografico del Sarca. Questo tanto per ribadire quanto importi ai governanti di Trento della Valle del Chiese e della sua gente, cioè sempre niente.

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Uno dei tanti risultati, negativi, figli del “cambiamento” voluto dai Trentini. Peccato che per il momento gli effetti positivi siano rimasti nella testa di coloro che hanno voluto così.